Bond in fiamme, tariffe in bilico e Fed nel mirino: l’effetto domino sull’economia globale.
L’apertura settembrina sui mercati è stata tutt’altro che rilassata. Martedì 2 settembre 2025, Wall Street ha ceduto terreno con decisione: lo S&P 500 ha perso circa lo 0,7%, il Dow Jones circa lo 0,5% (intorno a 249 punti) e il Nasdaq lo 0,8%. I timori fiscali e la scossa normativa sulle tariffe americane hanno innescato una reazione a catena tra titoli di Stato, metalli preziosi e tecnologia.
Bond in sofferenza, rendimenti in rialzo
Un’ondata di vendite sulle obbligazioni governative ha acceso l’allarme: il rendimento del Treasury a 10 anni ha sfiorato il 4,3%, mentre il trentennale ha lambito il 5%. Lo scenario riflette la preoccupazione per bilanci pubblici più fragili, un’inflazione che fatica a rientrare e la prospettiva di un costo del denaro più elevato più a lungo del previsto.
La tensione non è rimasta circoscritta agli Stati Uniti. Anche in Europa i rendimenti a lunga di Regno Unito, Germania e Francia si sono spinti verso i massimi pluriennali, segnale di una curva globale che sconta più rischio e meno pazienza.
Oro e bitcoin: rifugi dorati in crescita
Nel quadro instabile, gli investitori hanno alzato lo scudo dei beni rifugio: l’oro ha messo a segno un nuovo massimo storico, superando quota 3.500 $ l’oncia, mentre il Bitcoin ha oltrepassato 111.000 $, a conferma di una domanda di protezione che si estende anche agli asset alternativi.
Incubo tariffe: la corte d’appello colpisce Trump
Il mercato ha tremato anche sul fronte commerciale: una decisione della magistratura ha dichiarato illegali molte delle tariffe “reciproche” imposte dall’amministrazione, aprendo la strada a un possibile passaggio in Corte Suprema e a una fase di incertezza normativa. La prospettiva di minori entrate tariffarie alimenta i timori su deficit e sostenibilità del debito, proprio mentre i rendimenti schizzano verso l’alto.
Banche e tecnologia in caduta
La salita dei tassi ha schiacciato i titoli più sensibili al costo del denaro: banche e big tech hanno ceduto terreno, con vendite a macchia di leopardo su semiconduttori, cloud e consumi ciclici. Il messaggio del mercato è chiaro: valutazioni aggressive e flussi di utili lontani nel tempo pagano pegno in una fase di re-pricing del rischio.
Attesa per i dati sul lavoro di agosto
Tutti gli occhi sono ora puntati sul rapporto mensile sull’occupazione di agosto. Un dato inatteso al rialzo potrebbe raffreddare le attese di tagli ai tassi e costringere la Federal Reserve a una gestione ancora più prudente del percorso di allentamento. Sullo sfondo, le discussioni politiche attorno alla banca centrale e la causa che coinvolge la governatrice Lisa Cook non aiutano a dissipare il nervosismo.
Il quadro d’insieme
Sell-off obbligazionario. Rendimenti in impennata e costo del denaro più oneroso per famiglie e imprese.
Incertezza commerciale. Le tariffe nel mirino della giustizia aumentano il rischio fiscale e la volatilità.
Rifugi ricercati. Oro su nuovi massimi, criptovalute in recupero in scia alla domanda di protezione.
Fed sotto i riflettori. I prossimi dati sull’occupazione possono ricalibrare le aspettative sui tassi.
Azionario fragile. Banche e tecnologia restano esposte a ulteriori scossoni in caso di sorprese macro.
Un cocktail al veleno
Settembre si apre con un cocktail al veleno: obbligazioni in rosso, tariffe sotto esame e una Fed nel mirino. Il mercato, da sempre nervoso all’inizio dell’autunno, si trova ora in un contesto più instabile che mai. Gli scenari a breve sono delineati: volatilità in aumento, attesa spasmodica per il report sull’occupazione e un braccio di ferro tra magistratura, politica e finanza. L’autunno caldo dei mercati è iniziato.