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Marocco, arrestata attivista femminista per la maglietta “Allah è lesbica”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Marocco, arrestata attivista femminista per la maglietta “Allah è lesbica”

L’attivista femminista marocchina Ibtissame Lachgar è stata arrestata dopo aver pubblicato sui social media una foto in cui indossava una maglietta con la scritta “Allah è lesbica”. L’immagine era accompagnata da un testo in cui definiva l’Islam “fascista, fallocratico e misogino”. Le autorità di Rabat hanno aperto un fascicolo per blasfemia, accusandola di aver “offeso pubblicamente il sentimento religioso della maggioranza musulmana” e di aver diffuso “contenuti provocatori e destabilizzanti”.

Marocco, arrestata attivista femminista per la maglietta “Allah è lesbica”

Lachgar, cofondatrice del Movimento Alternativo per le Libertà Individuali, è conosciuta per le sue posizioni radicali su diritti delle donne, libertà sessuale e laicità. In passato ha organizzato manifestazioni per la depenalizzazione dell’omosessualità e dell’aborto, scontrandosi spesso con la legge e con il conservatorismo sociale del Paese. I suoi sostenitori la descrivono come una voce coraggiosa in un contesto in cui le libertà individuali sono fortemente limitate, mentre i detrattori la accusano di voler provocare deliberatamente lo scontro con la tradizione religiosa.

Cyberbullismo e minacce
Pochi giorni prima dell’arresto, l’attivista aveva denunciato di essere bersaglio di una campagna di cyberbullismo, con “migliaia di minacce di stupro, minacce di morte, richieste di linciaggio e lapidazione” ricevute sui social. Aveva affermato che le autorità non avevano fatto nulla per proteggerla, lasciandola esposta a un’ondata di odio organizzato.

Le accuse formali
Secondo la procura marocchina, il post di Lachgar non rientrerebbe nella libertà di espressione ma costituirebbe “un atto di offesa deliberata alla religione islamica”. Il codice penale del Marocco prevede pene fino a due anni di carcere per chi “offende pubblicamente Dio o i profeti”. Gli avvocati dell’attivista intendono chiedere la scarcerazione immediata, sostenendo che il procedimento viola gli obblighi internazionali del Paese in materia di diritti umani.

Reazioni in patria e all’estero
La vicenda ha suscitato forti reazioni. Gruppi per i diritti civili marocchini hanno denunciato “l’uso strumentale delle leggi sulla blasfemia per reprimere il dissenso”. Organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International, hanno chiesto la liberazione dell’attivista, ricordando che la libertà di espressione include anche le opinioni critiche verso le religioni. Al contrario, movimenti religiosi e associazioni conservatrici hanno lodato l’intervento delle autorità, definendolo “necessario per preservare la coesione sociale e i valori morali”.

Un caso simbolico

L’arresto di Lachgar riapre il dibattito sulla compatibilità tra libertà individuali e leggi religiose nei Paesi a maggioranza musulmana. Mentre il governo marocchino punta a presentarsi come partner moderato e affidabile sulla scena internazionale, episodi come questo mettono in luce le profonde tensioni tra modernizzazione e conservatorismo. Per molti attivisti, il processo a Ibtissame Lachgar sarà un banco di prova sulla reale volontà del Paese di tutelare i diritti fondamentali.

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