Osservatorio Lifegate: "73% di italiani interessati alla sostenibilità"

- di: Barbara Bizzarri
 
Sono stati presentati alla Glass House di Villa Necchi Campiglio a Milano i dati raccolti nel corso dell’ottava edizione dell’Osservatorio Nazionale sullo Stile di Vita Sostenibile, ricerca condotta annualmente da LifeGate, in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR. Dal 2015 LifeGate offre una panoramica dettagliata di come la popolazione pratichi principi sostenibili nell’ambito delle scelte quotidiane per un futuro più green.
L’ottava edizione dell’“Osservatorio sullo stile di vita sostenibile”, dedicata al tema dell’innovazione, dimostra che l’interesse rispetto ai temi legati alla sostenibilità coinvolge il 73% della cittadinanza, in calo non rilevante, pari ad appena il 2% rispetto allo scorso anno, ma con un incremento del 30% se confrontato alla prima edizione del 2015, ovvero 36,5 milioni di persone che considerano la sostenibilità un fattore imprescindibile nella visione del futuro. Tra questi, coloro che mostrano il maggior interesse sono soprattutto i giovani della Generazione Z, i laureati, i cittadini tra i 18 e i 34 anni, attenti a limitare l’uso della carne e in genere proprietari di almeno un animale domestico. Sia Roma che Milano si mostrano stabili con un 75% dei milanesi (74% nel 2021) e 78% dei romani (stesso dato nel 2021) che si dichiarano coinvolti dalle tematiche ambientali.

Osservatorio Lifegate: "73% di italiani interessati alla sostenibilità"

“Abbiamo scelto di dedicare all’innovazione questa ottavaedizione dell’Osservatorio, perché per LifeGate è, insieme alla sostenibilità, una componente fondamentale per ridisegnare un nuovo modello di sviluppo - ha commentato Enea Roveda, Ceo di LifeGate - dopo la crisi sanitaria, la crisi energetica metterà a dura prova l’economia del nostro Paese, che per troppi anni ha rimandato l’indipendenza energetica, ora di primaria importanza e voluta dall’88% degli italiani che ritiene necessari gli investimenti statali nelle fonti rinnovabili”.

La nuova indagine, sostenuta da Erion, Firriato, ICAM, Gruppo Unipol e Vaillant, è stata realizzata nel mese di giugno su un campione di 800 individui rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con sovracampionamento di 500 casi sulle città di Roma e Milano, e un segmento specifico appartenente alla Generazione Z, tra i 18 e i 24 anni. L’evento è stato patrocinato da Commissione Europea, Ministero della Transizione Ecologica, Connect4Climate, Regione Lombardia, Comune di Milano, Assolombarda e Confcommercio. “È importante osservare come il dato sull’interesse degli italiani ai temi sostenibili si sia stabilizzato, dopo una crescita esponenziale, nonostante la crisi sanitaria e quella energetica che stiamo attraversando, e ormai due terzi dei cittadini abbiano integrato la sostenibilità nel proprio bagaglio culturale”, ha dichiarato Renato Mannheimer di Eumetra MR.

Dai dati desunti dal report, emerge che Il 77% della cittadinanza italiana e il 74% della Gen Z conosce il termine energia rinnovabile, l’88% pensa siano giusti gli investimenti statali nelle fonti di energia rinnovabile (il 65% della Gen Z), il 57% (49% per la Gen Z) crede sia una priorità del Paese utilizzarla in maniera esclusiva. Il tema della mobilità sostenibile è compreso dal 52% della popolazione. Il 78% considera importante incentivare l’acquisto di autoveicoli elettrici e acquisterebbe auto elettriche o ibride anche se costassero di più (19% - 24% Gen Z), il 17% (24% Gen Z) motorini o bici elettriche. Nella progettazione, l’80% (74% per la Gen Z) dei cittadini ritiene fondamentale considerare gli aspetti di economia circolare e il 71% (50% Gen Z) fa la raccolta differenziata dei rifiuti. Il 21% della popolazione e il 31% della Gen Z sarebbe disposto ad acquistare prodotti in materiale riciclato anche se costassero di più.

Per gli italiani anche gli investimenti sostenibili sono diventati importanti e il 91% li sceglie se a parità di rendimento, il 65% anche se a un rendimento inferiore. Il 26% ha esperienza nel campo del crowdfunding, il 17% negli investimenti a impatto (contro il 26% Gen Z) e il 12% nei fondi di investimento ESG. Nella selezione di prodotti e servizi da acquistare, il 35% tiene in considerazione le informazioni trasparenti, il controllo della filiera di produzione (31% - 26% Gen Z), la presenza di certificazioni sostenibili (23% e 28% Gen Z) e la compensazione delle emissioni (24% -19% Gen Z). L’azienda viene giudicata come sostenibile per l’uso responsabile delle risorse (33% vs. 34% Gen Z), l’essere carbon neutral (15% e 17% Gen Z) e la pubblicazione del report di sostenibilità (10% e 11% Gen Z).
Il 78% della popolazione è informato sulla questione del riscaldamento globale (il della 79% Gen Z) e della crisi climatica (69% vs. 74% Gen Z). L’85% crede sia necessario fermare i cambiamenti climatici adattando il proprio stile di vita e il 54% considera una priorità del Paese ridurre l’inquinamento dell’aria. Tra gli effetti più rilevanti seguiti alla pandemia, un autentico cambiamento di abitudini: infatti, gli italiani dichiarano che rispetto al periodo antecedente all’emergenza sanitaria mangiano più sano (69%), fanno più attività fisica (57%), utilizzano meno l’automobile (56%) e usano maggiormente la bicicletta (44%).
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