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Redistribuzione del reddito in Italia 2024: chi ha perduto e chi guadagnato

- di: Bruno Coletta
 
Redistribuzione del reddito in Italia 2024: chi ha perduto e chi guadagnato

Le nuove politiche fiscali e sociali del 2024 hanno creato un divario tra chi beneficia degli esoneri contributivi e della riforma Irpef e chi, invece, subisce perdite significative con il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione. Ecco chi ci guadagna e chi ci rimette;  lavoratori dipendenti guadagnano, ma 850.000 famiglie povere perdono fino a 2.600 euro l’anno.

(Foto: Michele Camisasca, Direttore Generale Istat)

I beneficiari: lavoratori dipendenti e madri con figli
Le famiglie con almeno un percettore di reddito da lavoro dipendente sono tra i principali vincitori delle nuove misure introdotte nel 2024. Secondo le stime dell’Istat, 11,8 milioni di famiglie (circa il 45% delle famiglie residenti in Italia) hanno visto un aumento del proprio reddito disponibile, con un guadagno medio annuo di 586 euro. Questo risultato è frutto della combinazione della riforma dell’Irpef e degli esoneri contributivi previsti per i lavoratori dipendenti.
In particolare, le lavoratrici madri con due o più figli hanno beneficiato di un esonero contributivo totale, che ha portato a un guadagno medio di oltre 1.000 euro rispetto al 2023. Per quelle con un reddito annuo lordo superiore ai 35.000 euro, il guadagno è stato ancora più consistente, raggiungendo una media di 1.800 euro. Questa misura è stata fondamentale per sostenere le madri lavoratrici, che spesso affrontano costi elevati per la cura dei figli”, ha commentato Elisabetta Segre, economista dell’Istat.
Anche le famiglie senza lavoratori dipendenti hanno tratto vantaggio dalla riforma dell’Irpef, con un guadagno medio di 251 euro all’anno. Questo gruppo, che rappresenta il 36,8% delle famiglie residenti, ha visto un aumento dello 0,5% del proprio reddito disponibile.

I perdenti: le famiglie più povere e il passaggio all’Assegno di Inclusione

Non tutte le famiglie hanno beneficiato delle nuove misure. Circa 300.000 famiglie (l’1,2% del totale) hanno registrato una perdita media di 426 euro, principalmente a causa della perdita del diritto al trattamento integrativo dei redditi da lavoro dipendente, noto come Bonus Irpef. Questa perdita è stata particolarmente significativa per le famiglie del secondo e terzo quinto della distribuzione del reddito.
Tuttavia, il gruppo che ha subito il maggiore impatto negativo è quello delle famiglie più povere, che hanno visto una riduzione del reddito disponibile a seguito del passaggio dal Reddito di Cittadinanza (RDC) all’Assegno di Inclusione (ADI). Si stima che circa 850.000 famiglie (il 3,2% delle famiglie residenti) abbiano perso in media 2.600 euro all’anno. La perdita è stata particolarmente significativa per le famiglie con componenti non occupabili, che hanno visto ridursi o addirittura scomparire il beneficio economico.
“La riforma del RDC ha creato delle criticità per alcune fasce di popolazione, soprattutto quelle con componenti non occupabili”, ha dichiarato Paola Tanda, ricercatrice dell’Istat, in un’intervista rilasciata a febbraio 2024. “L’Assegno di Inclusione, pur essendo una misura importante, non riesce a compensare completamente le perdite subite dalle famiglie più vulnerabili”.

L’impatto sulla disuguaglianza
Nonostante le nuove misure abbiano ridotto la disuguaglianza del reddito primario di 16,1 punti percentuali, l’indice di Gini, che misura la disuguaglianza dei redditi disponibili, è leggermente aumentato, passando dal 30,25% al 30,40%. Questo aumento è dovuto principalmente al passaggio dal RDC all’ADI, che ha avuto un impatto negativo sulle famiglie più povere.

Le dichiarazioni degli esperti
Secondo Paola Tanda, le nuove misure hanno avuto un effetto redistributivo complessivamente positivo, ma è importante monitorare l'impatto sulle famiglie più vulnerabili, che rischiano di essere ulteriormente marginalizzate”. Tanda ha sottolineato che “il passaggio dal RDC all’ADI ha creato delle criticità per alcune fasce di popolazione, soprattutto quelle con componenti non occupabili”.
Anche Elisabetta Segre ha commentato: Le riforme fiscali del 2024 hanno portato a una riduzione delle aliquote medie effettive per tutte le fasce di reddito, mantenendo un profilo di progressività. Tuttavia, è necessario bilanciare meglio gli interventi per garantire che le famiglie più povere non siano penalizzate”.
In sintesi, le riforme fiscali e sociali introdotte nel 2024 hanno portato a un miglioramento del reddito disponibile per la maggior parte delle famiglie italiane, ma hanno anche creato delle disparità, soprattutto per le famiglie più povere. Mentre le misure di esonero contributivo e la riforma dell’Irpef hanno avuto un impatto positivo su molte famiglie, il passaggio dal RDC all’ADI ha lasciato indietro alcune delle fasce più vulnerabili della popolazione. Sarà cruciale nei prossimi anni monitorare l'effetto di queste politiche e apportare eventuali correttivi per garantire una redistribuzione del reddito più equa.

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