Istat: disoccupazione in crescita a marzo, cala l’occupazione
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

I dati provvisori pubblicati dall’Istat per marzo 2025 segnano una nuova fase di incertezza per il mercato del lavoro italiano. Dopo mesi di sostanziale stabilità, il numero degli occupati torna a scendere: sono 16 mila in meno rispetto a febbraio. La flessione è trainata dal calo dei lavoratori con contratto a termine, che perdono 65 mila unità, e degli autonomi, in discesa di 13 mila. A contenere la perdita è solo l’incremento dei dipendenti permanenti, aumentati di 62 mila, segno che gli incentivi alla stabilizzazione continuano a produrre effetti, ma non bastano a sostenere il saldo complessivo. La fotografia del mese mostra un mercato del lavoro fragile, che oscilla tra spinte positive e squilibri profondi.
Istat: disoccupazione in crescita a marzo, cala l’occupazione
L’elemento più allarmante del bollettino Istat riguarda la disoccupazione, tornata a salire dopo un periodo di relativa stabilità. Il tasso generale si attesta al 6,0%, con un incremento di 0,1 punti percentuali. Più preoccupante è la situazione giovanile: nella fascia 15-24 anni la disoccupazione sale al 19,0%, con un balzo mensile di 1,6 punti percentuali. Questi numeri confermano la persistenza di uno squilibrio strutturale tra domanda e offerta di lavoro per le nuove generazioni, che restano le più penalizzate da ogni rallentamento dell’economia e da una transizione ancora incompiuta verso modelli occupazionali più inclusivi.
Contratti stabili in crescita, ma il lavoro precario si contrae
Unico elemento di tenuta nel quadro generale è rappresentato dalla crescita dei contratti a tempo indeterminato. I dipendenti permanenti aumentano infatti di 62 mila unità, segnalando che alcune imprese hanno deciso di convertire posizioni precarie in rapporti stabili. Tuttavia, il calo dei contratti a termine è troppo consistente per essere assorbito, e lascia intendere che le attivazioni più fragili stanno rallentando in risposta a un clima di incertezza. Anche il lavoro autonomo continua a perdere terreno, riflettendo un contesto sfavorevole per liberi professionisti e microimprese. Il mercato appare quindi spaccato: da un lato forme più stabili in leggero recupero, dall’altro una contrazione complessiva che colpisce le fasce più esposte.
Un mercato del lavoro ancora troppo selettivo
Le oscillazioni registrate nel mese di marzo rendono evidente che il mercato del lavoro italiano resta condizionato da meccanismi selettivi, che premiano chi è già inserito stabilmente ma non riescono a creare nuove opportunità di accesso. Il saldo negativo di occupati e la crescita della disoccupazione giovanile indicano che l’apparente ripresa dei mesi passati non ha prodotto effetti strutturali. I settori più deboli, come i servizi a bassa qualificazione e le professioni autonome, restano vulnerabili alle oscillazioni economiche e alla cautela delle imprese. In questo contesto, la crescita dei contratti stabili appare come un segnale positivo ma ancora troppo isolato.
Sfida aperta per il governo: sindacati in attesa dell’8 maggio
I dati Istat arrivano a pochi giorni dall’atteso incontro tra governo e sindacati, previsto per l’8 maggio a Palazzo Chigi. La crescita della disoccupazione rende ancora più centrale il confronto su salari, precarietà e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le organizzazioni sindacali, già mobilitate, chiedono interventi strutturali per arginare la piaga del lavoro povero e l’emergenza giovanile. Il governo, dal canto suo, è chiamato a dimostrare che i segnali positivi sulla crescita economica possono tradursi in occupazione stabile e diffusa. Ma i numeri di marzo raccontano un’altra storia: quella di un mercato che arranca, e di un’intera generazione che rischia di restare ai margini.