Intrum pubblica l'edizione 2023 dell'European Payment Report

- di: Daniele Minuti
 
Nella foto, Alberto Marone, Amministratore Delegato di Intrum in Italia

Intrum ha pubblicato l’edizione 2023 dell’European Payment Report (al suo venticinquesimo anno), basato su un’indagine condotta simultaneamente in 29 Paesi europei: al rapporto hanno partecipato oltre 10.000 aziende afferenti a 15 diversi settori, di cui 800 italiane, con l'obiettivo di individuare le sfide più importanti che l'intero scenario economico deve fronteggiare.
Il management delle aziende, a causa dell'alta inflazione, è costretto a fare scelte che privilegiano il controllo dei costi e il recupero dell'efficienza (priorità per il 74% degli intervistati), col 60% che però dichiara l'interesse di espandere il proprio business anche nel 2023. L'aumento dei prezzi di beni ed energia ha impatto sul potere d'acquisto dei lavoratori, con l'85% delle aziende che dichiara che i propri dipendenti o hanno chiesto aumenti di stipendio superiori alla norma o lo faranno a breve. Una richiesta che però il 55% di esse non potrà soddisfare.

Intrum pubblica l'edizione 2023 dell'European Payment Report

Il report recita: "Le attuali sfide che le imprese si trovano ad affrontare, costituite principalmente da prezzi elevati e crescita dei tassi di interesse, potranno inoltre avere un impatto negativo sulla puntualità dei pagamenti da parte dei clienti. In Italia il sentiment degli intervistati è particolarmente negativo relativamente all’aumento dei tassi di interesse (63%, rispetto al 54% della media europea), all’aumento dell’inflazione (60%, rispetto al 57% in Europa), alle difficoltà finanziarie dei debitori (56%, rispetto al 53% della media europea). Il rischio climatico (ad esempio: eventi meteorologici estremi o le problematiche connesse alla transizione verso un’economia verde) non viene invece percepito tra i primi posti tra i fattori che impatteranno sulla puntualità dei pagamenti (51%), quando invece è in cima alla classifica in Europa (59%). La gestione della liquidità e dei debiti finanziari è oggi tra le priorità delle aziende intervistate come non lo è mai stata in precedenza (50% dei casi) e il 44% del campione ritiene di dover accedere a nuova finanza per rimanere competitivo sul mercato, più che in Europa (38%)".

Resta alto il focus sulla sostenibilità, col 62% delle imprese italiane che ha aumentato l'impegno per migliorare su questo fronte: il 48% ritiene che un'assunzione di responsabilità in tema ambientale fidelizzerà la clientela. Il 55% delle imprese ha tagliato i consumi per fronteggiare all'aumento del costo energetico, mantenendo però comportamenti virtuosi anche in futuro per diminuire l'impatto sull'ambiente. Il 54% vede la spinta a migliorare le prestazioni ambientali anche alimentata da altri fattori (opinione dei clienti).

La ricerca evidenzia inoltre che "circa il 60% delle imprese in Europa è preoccupato per la capacità di pagamento dei propri clienti. In Italia in particolare, il 70%, prevede un aumento dei ritardi di pagamento nei prossimi 12 mesi. In peggioramento rispetto all’ultimo anno, periodo nel quale, secondo la ricerca, il 73% ha dovuto accettare tempi di scadenza più lunghi da parte dei clienti. Nonostante il 49% degli intervistati sia portato a velocizzare il processo, le condizioni del mercato non lo permettono, e le imprese, nel 54% dei casi, attribuiscono queste difficoltà all’inflazione che, insieme all’aumento dei tassi di interesse, rende più complesso tutto il processo, con pesanti ricadute sulla supply chain. L’aumento dei ritardi nei pagamenti ha conseguenze dirette sulla gestione degli stessi: per il 2023, il 73% delle aziende italiane, si pone come priorità strategica la diminuzione dei rischi di credito e il miglioramento nel rispettare i termini di pagamento e della gestione dell’esposizione ai crediti scaduti. Tuttavia oltre la metà (il 56%) riscontra alcune difficoltà a causa della mancanza di competenze specifiche e di risorse interne da dedicare alla gestione dei crediti. Inoltre, risulta ancora più ampia la platea di imprese italiane (il 54%, rispetto al 47% in Europa) con sistemi finanziari e amministrativi ritenuti obsoleti, con ricadute negative sull’efficienza della gestione dei pagamenti".

Le conseguenze dei ritardi dei pagamenti Dall’EPR 2023 emerge che la gestione del ritardo dei pagamenti assorbe significative risorse alle imprese europee, in media circa 74 giorni all’anno. In Italia la media è superiore, e si attesta a 81 giorni. Nell’attuale contesto, infatti, è ritenuto dagli intervistati sempre più difficile concordare termini di pagamento che siano equi per i fornitori così come per i clienti, in Italia più che in Europa (59% vs 53%). L’impatto più evidente si ripercuote, per oltre il 30% delle aziende italiane, sulla crescita aziendale in quanto vengono utilizzate risorse che diversamente sarebbero destinate al miglioramento della performance di sostenibilità (nel 66% dei casi), per espandere l’offerta di prodotti e servizi (63%) e per i progetti volti ad assumere nuovi dipendenti (53%). In uno scenario macroeconomico caratterizzato tuttora da alta inflazione – secondo ISTAT all’8,2% ad aprile 2023 rispetto al 2022 – e da una politica monetaria restrittiva, come dimostra la spinta all’aumento dei tassi di interesse da parte delle principali Banche Centrali, le imprese italiane si stanno dimostrando resilienti e nel 38% dei casi, secondo l’EPR 2023, dichiarano che l’attività economica è più forte oggi di 12 mesi fa, rispetto al 27% in Europa. Questo è suffragato anche dalle ultime stime del PIL italiano che, secondo ISTAT, per il primo trimestre del 2023 ha registrato una crescita dell’1,8% rispetto al primo trimestre del 2022, che si confronta con un +1,3% (fonte Eurostat) di crescita in Europa.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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