Intervista al ministro dell'Ambiente, Sergio Costa: "Sviluppo sostenibile per costruire un futuro diverso"
- di: Diego Minuti
Per lo Speciale Sostenibilità contenuto nel nuovo numero della rivista Italia Informa, abbiamo avuto il piacere di intervistare il ministro dell'Ambiente Sergio Costa.
Green economy sembra essere la definizione alla quale i politici ricorrono quando non si hanno più argomenti. Ministro Costa, Lei è un verde convinto, tanto da avere informato la sua vita all’ambiente ed alla sua tutela, da alto ufficiale del Corpo forestale e, quindi, dell’Arma. Ma la green economy non è una formula, ma un obiettivo. Ne è convinto?
"Ne sono più che convinto; lo sviluppo sostenibile, la crescita economica coniugata al rispetto dell’ambiente è l’unica via percorribile se vogliamo costruire un futuro diverso. Non abbiamo scelta e non abbiamo un pianeta B. Già prima dell’esplosione dell’epidemia Covid, che ha stravolto il mondo e ci ha costretti a fermarci a riflettere, i numerosi eventi estremi legati ai mutamenti climatici in atto ci hanno mostrato l’urgenza di agire se vogliamo arrestare questa folle corsa verso la distruzione degli ecosistemi. Se non lo faremo, se non sapremo ripartire mettendo al centro un nuovo modello di sviluppo, le conseguenze potranno essere ben più gravi di quelle della pandemia".
In molte regioni (sia in senso geografico che amministrativo) il problema dell’ambiente è legato all’annosa e di difficile soluzione questione della gestione del ciclo dei rifiuti. L’era delle enormi discariche sembrava essere tramontata, ma non è ancora così. Ha una ricetta immediatamente applicabile e che, miracolosamente, sia accettabile da tutti?
"Non ho la bacchetta magica, ma posso dirle che tutto deve ruotare attorno al concetto di riuso, riciclo, rigenerazione dei materiali. Dobbiamo incrementare al massimo i livelli di raccolta differenziata, incentivare le buone pratiche e, contestualmente, proseguire con la lotta senza sosta verso l’utilizzo e il consumo di plastica, in particolare la monouso, tra le cause principali dell’inquinamento ambientale".
Parliamo di ecomafia, argomento che le sta particolarmente a cuore, tanto da avere, in seno alla Direzione nazionale antimafia, fatto da referente sulla materia delle investigazioni in questo campo. Giovanni Falcone diceva che la mafia, nata da uomini, per questo può essere sconfitta. Lo stesso vale per l’ecomafia?
"Assolutamente sì, è una battaglia che si può vincere e nella quale credo fermamente. Abbiamo preparato la riforma che include il daspo ambientale per chi inquina, che va allontanato da un territorio in cui non è evidentemente degno di vivere. Inoltre, chi commette reati ai danni dell’ambiente produce un tale disvalore sociale che lo Stato deve prendersi tutto il suo patrimonio, restituendogli solo la parte che è in grado di dimostrare di aver guadagnato in modo lecito. Si chiama inversione dell’onere della prova, legge Falcone-Borsellino, che io applicherò all’ambiente. Nel frattempo, sono aumentati i controlli e con i decreti di end of waste, che danno nuova vita ai rifiuti, vogliamo rendere il rifiuto economicamente conveniente, sottraendolo quindi al mercato illegale".
Lei, oltre che Ministro dell’Ambiente, lo è anche del territorio e del mare. Vegliare sul mare di un Paese che ha quasi ottomila chilometri di coste, la cui salvaguardia è frammentata tra più soggetti, rende questo compito difficile. Ogni anno, col manifestarsi di eventi naturali catastrofici, l’Italia è costretta a fare i conti con danni enormi e conseguenze economiche altrettanto gravi. È un problema senza soluzione o, così come per il territorio, occorre un piano nazionale?
"La tutela dei nostri mari e delle coste rientra tra le priorità di azione del Dicastero, che si è dotato di recente di una Direzione generale dedicata proprio al mare e alle coste. Ci occupiamo senza sosta della tutela delle aree marine protette, della promozione della biodiversità marina, degli ecosistemi marini, fauna e flora costiere e marine. Attuiamo inoltre le azioni necessarie per la difesa del mare dagli inquinamenti, la promozione della cultura del mare, lo sviluppo della marittimità e portualità partecipata e sostenibile. Inoltre, con la legge Salvamare abbiamo coinvolto i pescatori dando loro la possibilità di portare i rifiuti nei porti. Spero che il Parlamento la approvi il prima possibile. La direzione è tracciata e continueremo a lavorare con costanza e determinazione anche, perché no, ad un eventuale Piano nazionale. Ma siamo anche ministero della tutela del territorio e la lotta al dissesto è altrettanto prioritaria tant’è che abbiamo liberato ingenti somme a favore delle Regioni italiane per curare il nostro Paese. O, poche settimane fa, abbiamo creato i “Caschi verdi per l’Unesco”, una task force ambientale frutto di un protocollo di collaborazione sottoscritto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Come si dice, però, prevenire è anche meglio che curare e nella Legge Clima, fra i tanti interventi, abbiamo creato anche le ZEA, le zone economiche ambientali, che prevedono agevolazioni e vantaggi fiscali per i comuni ricadenti nelle aree parco e per chi volesse aprire al loro interno attività imprenditoriali, chiaramente ecosostenibili. Così come con il Club Alpino Italiano abbiamo sottoscritto un protocollo per creare il Sentiero dei Parchi e nel periodo 2020-2033, per la manutenzione e il potenziamento delle reti sentieristiche".
Da difensore dell’ambiente non può che essere contrario a centrali energetiche che lo mettono a rischio. Ma, da cultore della bellezza, non crede che i campi eolici sfregino i nostri meravigliosi teatri naturali?
"L’obiettivo che dobbiamo porci è sempre quello di incentivare la produzione di energia ambientalmente sostenibile oltre che rinnovabile. La bellezza dei nostri paesaggi è sicuramente da tutelare, ecco perché attraverso il decreto FER1 abbiamo destinato incentivi specifici, ad esempio nel fotovoltaico o nell’idroelettrico, agli impianti realizzati su discariche chiuse o Siti di interesse nazionale ai fini della bonifica".
La sostenibilità è stato il leitmotiv delle iniziative promosse dal governo negli Stati Generali dell’Economia per sostenere la ripresa economica del Paese. Come pensa che la sostenibilità possa contribuire alla ripresa dell’economia reale e della finanza?
"Come ho avuto modo di affermare recentemente nel corso degli Stati Generali e durante l’ultimo Consiglio Ambiente Ue, oggi più che mai siamo chiamati a darci obiettivi ambiziosi e innovativi per riprogettare il futuro in un’ottica green, mettendo in atto soluzioni e iniziative per rendere l’economia e la società più sostenibili. Investire nell’economia verde significa migliorare la resilienza della nostra economia, attrezzandoci meglio per le emergenze, incluse quelle sanitarie. Oggi abbiamo la grande opportunità di ridisegnare il nostro sistema economico e puntare a una ripresa verde, sostenibile e inclusiva".
È il quarto anno consecutivo che Borsa Italiana organizza un importante incontro dedicato al dialogo tra società quotate e investitori internazionali sulle tematiche ESG. Cosa ne pensa di questo approccio alla sostenibilità?
"È il modo giusto per incrementare investimenti responsabili, e che tengano sempre maggiormente conto degli aspetti di natura ambientale, un approccio ormai obbligato e irrinunciabile".