Alessandra Gritti racconta Tamburi Investment Partners: "Indipendenza, proazione e conoscenza"

 
Indipendenza da tutti i grandi gruppi bancari e finanziari, portafoglio di investimenti formato da aziende eccellenti leader nei rispettivi settori, lavoro con capitali permanenti, orizzonte di investimento di medio-lungo periodo. Sono solo alcune delle caratteristiche di Tamburi Investment Partners (Tip), il più grande network privato di investimenti italiano ed eccellenza anche nel Mergers & Acquisitions. Di questo, ma anche del futuro a breve e medio a lungo termine, abbiamo parlato con Alessandra Gritti, coFondatrice, Vice Presidente e Ad di Tip.

Dottoressa Gritti, Tamburi Investment Partners possiede caratteristiche uniche nel panorama italiano sia per gli imprenditori che per le aziende in cui investe. Può sintetizzarci gli elementi di questa unicità?
"La profonda conoscenza delle dinamiche che caratterizzano le imprese italiane, specie quelle familiari, permette un completo allineamento degli interessi di TIP con gli imprenditori e i manager che mantengono la guida operativa dell’azienda. TIP è indipendente da tutti i grandi gruppi bancari e finanziari e rappresenta tra gli altri un network di oltre 100 family office, quindi con possibilità di apportare decenni di esperienza industriale nel nostro paese e a livello internazionale. Un altro fattore di unicità è rappresentato dal fatto che TIP lavora con capitali permanenti ed ha un orizzonte di investimento di vero lungo periodo, caratteristiche che consentono di strutturare un percorso di valorizzazione dell’investimento di comune interesse con l’imprenditore, piuttosto che imporre exit entro un orizzonte temporale predefinito. Negli anni TIP ha investito oltre 3 miliardi tramite investimenti diretti e clubdeal ed oggi può vantare un portafoglio di investimenti formato da aziende eccellenti leader nei rispettivi settori".

Siete definiti un ‘investitore attivo’. Che cosa significa in concreto?
"Grazie alla nostra lunga esperienza nell’assistere aziende e famiglie imprenditoriali, sia gli imprenditori che i manager delle nostre partecipate ci coinvolgono in tutte le scelte strategiche che riguardano le società con un ruolo di assistenza che non si limita alla pura presenza negli organi amministrativi. Ovviamente poi siamo molto proattivi nell’identificare opportunità di crescita per linee esterne, acquisizioni ed investimenti sia in Italia che all’estero, e assistiamo le società nell’esecuzione dell’acquisizione".

Dalla quotazione in Borsa, avvenuta nel novembre 2005, Tip è stata in grado di generare ritorni molto interessanti per gli azionisti, basti dire che il ‘Total return’ di Tip negli ultimi cinque anni è stato del 79,7%, con un ‘Total return’ medio annuo del 15,9% alla data del 4 settembre 2020. E, venendo alla performance borsistica, nella lettera del 25 luglio scorso agli azionisti del Presidente di Tip, Giovanni Tamburi, si afferma che “a 5 anni, il titolo Tip ha superato tutti i più importanti indici internazionali”. Soddisfatti di queste performances?

"Il titolo TIP ha superato tutti i più importanti indici internazionali, tranne da poco tempo il Nasdaq che, nell’ultimo periodo, ha avuto una forte impennata. Ma il fatto stesso che l’azione TIP abbia continuato ad avere un comportamento allineato sia a quello dello Standard & Poors 500, cioè l’indice più completo e meglio pesato al mondo, sia del Dow Jones, l’indice più importante di Wall Street, ci dà una grandissima soddisfazione. Inoltre va sottolineato che tali grafici non includono l’effetto valore del warrant che ha contribuito ulteriormente ad incrementare i ritorni per gli azionisti. Infine, come altrettanto noto, negli ultimi anni abbiamo sempre - anche nel 2020 - distribuito dividendi, peraltro crescenti nel tempo".

Quali sono i criteri fondamentali con cui scegliete le Società su cui investire e quali veicoli usate? Quale orizzonte temporale di realizzo dell’investimento avete? Quale peso ha, oggi, nelle vostre decisioni di investimento, la propensione al business sostenibile da parte delle Società?
"TIP investe in quote di minoranza di società italiane ed europee, quotate e non quotate, che rappresentano eccellenze nei rispettivi settori di riferimento, con l’obiettivo di affiancare imprenditori e manager nella crescita dell’azienda e nella progressiva e sostenibile creazione di valore nel medio-lungo periodo. L’orizzonte temporale è di vero lungo periodo, vari investimenti sono in portafoglio da oltre 10 anni.

TIP focalizza la propria strategia di investimento con l’obiettivo di identificare società caratterizzate da:
- la presenza di un management di qualità, con esperienze di successo e con una prospettiva di lungo periodo, che mantenga la guida operativa dell’azienda;
- un vantaggio competitivo nel mercato di riferimento ed aspettative di crescita sostenibile;
- una dimostrata capacità e volontà di ulteriore crescita, anche per linee esterne e il conseguimento di risultati sempre più positivi, nell’ottica di generare consistenti flussi di cassa;
- il potenziale interesse - in caso di società non quotate - a valutare un percorso di quotazione in Borsa laddove ve ne fossero le condizioni.

Da oltre dieci anni su ogni frontespizio dei documenti redatti da TIP e destinati a controparti esterne viene riportato quanto segue:“Con la reputazione che la finanza si è guadagnata negli ultimi anni dovremmo solo vergognarci, tutti; ma se si riesce a convogliare capitali sani, frutto di imprese di successo e risparmi familiari desiderosi di un impiego intelligente verso società che vogliono crescere, svilupparsi, generare valore aggiunto, si fa uno dei mestieri più utili al mondo”. Questa è la missione del gruppo TIP. L’impatto più significativo che infatti si può cercare di avere sull’ambiente che ci circonda è di promuovere una crescita economica sana ed equilibrata delle imprese attraverso il nostro lavoro"
.

Collegandoci alla domanda precedente, dal 2017 Tip ha consolidato il progetto di investimento nel segmento dell’innovazione e delle start up - già da tempo di interesse della Società - mediante la creazione di “StarTIP”, vero e proprio hub nel digitale e nell’innovazione tecnologica ‘made in Italy’, L’obiettivo è di supportare l’accelerazione dello sviluppo delle realtà innovative italiane. Che bilancio può fare al momento di questi investimenti e come vede l’evoluzione della situazione nel medio periodo?
"Il bilancio è sicuramente positivo, in pochi anni abbiamo investito oltre 35 milioni direttamente e circa 68 milioni includendo i clubdeal. Abbiamo investito in società con focus tecnologico e digitale in diversi stati di avanzamento, alcune in fase “embrionale” altre, come TAG, Bending Spoons e Buzzoole in una fase di consolidamento della crescita ed altre ancora sono società più mature ma che hanno nella digitalizzazione e nelle nuove tecnologie una particolare attenzione come il caso di Alkemy e Telesia. A queste si aggiunge la partnership storica con Digital Magics che è il principale incubatore italiano e attraverso il quale supportiamo anche progetti in fase di seed e quindi ancora da costruire".

L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha, almeno nell’immediato, modificato i vostri criteri di investimento? Come vede l’evolversi della situazione post-Covid nel medio periodo, nel senso che ci saranno forti ricapitalizzazioni delle Società e un rilancio dell’M&A (Merger & Acquisition)? Non potrebbe essere l’occasione per un deciso rafforzamento patrimoniale delle Società italiane e quindi per un loro irrobustimento competitivo? E quale potrebbe essere il ruolo dello Stato in questa partita di irrobustimento?
"Da anni sosteniamo, dato sotto gli occhi di tutti, che le imprese italiane sono sottocapitalizzate e che questo fattore non ha permesso a molte di queste aziende di competere in contesti internazionali e di mercati maturi. Certamente la pandemia ha fatto emergere con ancora più forza questa esigenza e siamo pronti ed attrezzati a supportare le aziende che stanno vivendo un periodo di difficoltà. A questo scopo abbiamo avviato da pochi giorni ITACA EQUITY, che mira a colmare un rilevante spazio esistente nell’ambito dell’equity dedicato alle aziende distressed, ai turnaround e alle cosiddette special situations. ITACA EQUITY interverrà su dossier di “special situations”, operando come advisor, restructuring manager ed equity provider, metterà a disposizione di aziende, banche creditrici e stakeholder coinvolti competenze e capitali, diretti o tramite club deal ad hoc. La peculiarità principale dell’operazione sta nell’aver individuato tre partner operativi di altissimo livello e particolarmente adatti ad intervenire in questo specifico segmento: Sergio Iasi e Angelo Catapano - ben noti e stimati da TIP da moltissimi anni - a cui si è più recentemente aggiunto Massimo Lucchini. I tre partner operativi deterranno il 60% del capitale di una società specializzata nel promuovere - ma anche nell’effettuare direttamente, con mezzi propri adeguati - investimenti in capitale di rischio in aziende che attraversino periodi di difficoltà finanziarie e di necessità di riorientamento sia strategico che organizzativo. TIP deterrà il residuo 40% ma più che altro consentirà ai family office che tradizionalmente hanno partecipato ai club deal dalla stessa promossi (da Interpump a Datalogic, da Moncler a Eataly, da Prysmian a Betaclub e a Roche Bobois, per finire ai “club dei club” come TIPO ed ASSET ITALIA) di valutare se prendere parte anche a questo progetto, analizzarne le proposte concrete e se del caso investire in ogni singola operazione, secondo lo schema societario già collaudato con Asset Italia. Come abbiamo sottolineato più volte negli anni non pensiamo che il ruolo dello stato possa o debba essere quello di salvatore di aziende, visti anche gli evidenti insuccessi. Ci auguriamo invece che ritorni a svolgere il proprio importantissimo ruolo a livello di recupero infrastrutturale, di opere pubbliche o di sostegno - e se possibile incentivo - alla costruzione di opere pubbliche da parte di privati".

Sul fronte dei listini azionari molti affermano che non ci saranno sconquassi sia perché i mercati già guardano alla presumibile e attesa ripresa post-Covid nel 2021, sia perché la liquidità immessa dalla Banche centrali in questi anni è tanta e una parte di tale liquidità continuerà ad indirizzarsi sui listini. È d’accordo?
"Come abbiamo spiegato nella recente lettera agli azionisti la nostra impressione è che la situazione macro non cambierà molto e che le borse dovrebbero mantenersi sui livelli attuali, seppur con qualche correzione. Il senso di panico che traspare spesso dai comportamenti di governi e banche centrali ci pare il segnale più forte dell’impossibilità che si lascino spazi a cadute rilevanti delle borse. O a nuove forti crisi".

Che cosa serve all’Italia per tornare a crescere davvero dopo 20 anni di crescita zero virgola? Come vede ad oggi il futuro economico del Paese?
"Sicuramente serve iniziare a ragionare in ottica di politica industriale abbandonando riforme che portano a sempre maggiore assistenzialismo ed invece puntando a responsabilizzare sempre più imprenditori, lavoratori e professionisti in primis. È necessario poi prendere una definitiva coscienza della necessità, se si vuole continuare a competere a livello almeno europeo, di ragionare quanto più possibile a livello di filiere, di comparti o di distretti, favorendo aggregazioni, consolidamenti, fusioni ed in genere operazioni di finanza straordinaria mirate al rafforzamento strategico delle imprese".

Nel campo della finanza le donne hanno aumentato il loro peso però il divario di genere resta, tanto che - per usare un eufemismo - non è usuale vedere una donna al vertice di Società finanziarie e Tamburi anche in questo fa eccezione, con lei che è co Fondatrice, Vice Presidente e Ad. Qual è, dal suo punto di vista, la situazione sul fronte della parità di genere nell’ambito della finanza?
"Ritengo che molte cose stiano cambiando, le donne professioniste della nostra generazione hanno combattuto battaglie importanti ed aperto le porte alle donne più giovani. A loro ora spetta il compito di continuare oggi questo percorso intrapreso con intelligenza e dedizione, senza tuttavia la sindrome del panda protetto. Dobbiamo avviarci su un percorso di effettiva meritocrazia, molto difficile ancora per il nostro paese".
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