Ford Italia, l'Ad Faltoni: "Le nostre vetture rappresentano il futuro"

 
L’impatto degli effetti dell’emergenza sanitaria sul settore dell’Automotive, le scelte necessarie per farlo ripartire, le mosse strategiche di Ford e le tante novità, alcune delle quali epocali. Questo e molto altro nell’intervista che ci ha rilasciato Fabrizio Faltoni, Presidente e Ad di Ford Italia.

Presidente Faltoni, nei mesi scorsi, soprattutto durante il lockdown, si sono alzati forti allarmi dal e per il settore dell’Automotive, che ha una forte incidenza sul Pil del Paese. Lei ha giudicato del tutto insufficiente sia la cifra stanziata dal Governo per gli incentivi all’acquisto, sia il fatto che il periodo della loro fruizione sia limitata, al momento, al 2020. Cosa, a suo parere, sarebbe necessario fare?
"Se guardiamo a quanto fatto da altri paesi, ad esempio la Francia, è del tutto evidente la diversa considerazione data al comparto automotive considerato strategico altrove ma non in Italia. Fatta questa premessa la richiesta fatta dalle case automobilistiche attraverso l’associazione di categoria, l’Unrae, è stata molto chiara fin dall’inizio: c’era bisogno di un supporto che aiutasse le famiglie, provate dalla situazione legata al Covid 19, a cambiare auto e idealmente a farlo rottamando una delle milioni di auto “maggiorenni” che circolano in Italia. Gli obiettivi e le necessità erano quindi chiare: la risposta lo è stata molto meno con il risultato che i fondi messi a disposizione si sono rivelati inadeguati proprio nella fascia in cui si trovano la grande maggioranza delle vetture che, per rapporto qualità prezzo ed efficienza, era prevedibile avrebbero rappresentato la scelta ideale per le famiglie italiane. A questo punto quello che bisognerebbe fare è rifinanziare la cosidetta quarta fascia per consentire ai consumatori di poter continuare ad acquistare almeno fino alla fine dell’anno. Si potrebbe anche ipotizzare, come da richiesta Unrae, di consentire il travaso di fondi dalla terza alla quarta fascia e arrivo a dire che per non gravare troppo sui conti si potrebbe decidere di proseguire con la campagna incentivi legandola però esclusivamente alla rottamazione di una vettura con almeno 10 anni di vita. Insomma le soluzioni ci sarebbero: sulla volontà di metterle in pratica ho invece qualche dubbio".

Quando parla di mercato dell’automobile in Italia lei cita costantemente tre parole, che poi sono tre richiese ai poteri pubblici del settore: pianificazione, coerenza e competenza. Può declinarle in concreto, con qualche esempio?

"Il nostro settore è un settore che ha necessità di programmare con largo anticipo le proprie azioni: progettare una vettura, stabilirne i volumi di produzione e la relativa distribuzione e così via. Per capire questo bisogna conoscere le dinamiche in gioco, bisogna informarsi e/o affidarsi a chi le conosce bene. Ci vuole quindi competenza. Una volta poi prese delle decisioni ci vuole coerenza nell’applicazione. Le faccio un esempio di estrema attualità: varare un decreto incentivi con 3 fasce induce le case automobilisti che a programmare la produzione in linea con quelle che, data la struttura del decreto, si intuisce potrà essere l’andamento della domanda. Se poi a partita già iniziata si aggiunge una quarta fascia depotenziando quindi economicamente sia la terza che la quarta succede che le reti di distribuzione che avevano programmato gli acquisti con una certa logica e con il dovuto anticipo, si ritrovano con volumi e tipologia di automobili completamente incoerenti con il decreto incentivi con il risultato che si creano degli stock di invenduto che si trasformano in oneri finanziari per le concessionarie. Un altro esempio: lasciare ad ogni singolo comune la facoltà di decidere quali vetture possono circolare e quali no nei centri storici o nelle domeniche ecologiche, (il caso degli Euro 6 diesel a Roma è l’esempio più fulgido) fa sì che il caos regni sovrano e diventi ancora una volta impossibile capire che tipologia di vetture commercializzare o meno".

Ford Italia nel 2019 ha messo a segno ottimi risultati, sia come numero che come qualità di vendite. I programmi per il 2020 erano molto robusti con la messa in campo, tra l’altro, di ben 14 modelli elettrificati. E non a caso lei lo definì “un evento per certi versi epocale”. Come gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno modificato questi programmi, almeno nella tempistica?
"Il nostro programma di elettrificazione prosegue come annunciato magari con qualche piccolo slittamento di pochissimi mesi ma prosegue. Vede, una casa automobilistica lancia e commercializza in un dato anno quello che ha programmato di fare molto tempo prima e per il quale ha fatto ingenti investimenti che non consentono bruschi cambiamenti di rotta ma solo semmai piccoli aggiustamenti. La Ford continua quindi con il suo piano che prevede il lancio di ben 18 veicoli elettrificati entro la fine del 2021".

Collegandoci alla domanda precedente, su quali modelli punta in primis Ford? A quali specifici segmenti del mercato si rivolgono? In altre parole, su quali mezzi ricadono le vostre principali aspettative di successo?
"Per quanto riguarda le vetture i nostri 2 attuali modelli di punta sono la Puma e la Kuga. Due crossover che rispondono in pieno ai gusti ed alle esigenze dei consumatori di oggi. Puma EcoBoost Hybrid è stata per i primi 8 mesi dell’anno la vettura ibrida più venduta e Kuga Plug-In Hybrid è la Plug-In più venduta nei primi 9 mesi (incluso YTD settembre). Non a caso infatti dopo 8 mesi dell’anno sono rispettivamente la vettura ibrida più venduta e la vettura Plug In più venduta. Non dobbiamo però dimenticare i Veicoli Commerciali, pensiamo fiore all’occhiello della Ford da sempre leader del settore. Anche in questo caso la scelta di offrire, in questo caso per primi e per il momento unici nel settore, delle versioni elettrificate si è dimostrata perfettamente calzante con le esigenze di chi ogni giorno vede dipendere il business della propria azienda dalla flessibilità all’utilizzo e dalla efficienza del proprio veicolo commerciale".

Questa forte spinta verso l’elettrificazione si potrà tradurre, a suo parere, in un secco calo di interesse dei produttori verso i motori diesel e benzina?
"Per quello che ci riguarda come Ford la risposta è assolutamente no. Il processo di elettrificazione sarà un processo lungo e richiede, a nostro modo di vedere, un approccio graduale fatto di vari gradi di elettrificazione. In questa visione del cambiamento quindi, i soli veicoli a non richiedere un motore termico sono quelli 100% elettrici che a nostro modo di vedere rappresentano sicuramente il futuro ma che ancora per qualche anno svolgeranno un ruolo crescente ma parziale nel processo di cambiamento. Un grande ruolo invece svolgeranno i veicoli ibridi che possono avere vari livelli di ibridizzazione (mild, full e plug-in) ma che hanno tutti un fattore che li accomuna: un motore termico affiancato da uno elettrico. Ecco quindi che l’interesse verso i motori termici e il loro sviluppo rimarrà alto ancora per diversi anni".
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