LifeGate, il Ceo Enea Roveda: "Il nostro modello? Le tre P"

- di: Redazione
 
Il Gruppo, che è punto di riferimento della Sostenibilità in Italia e vanta una community di 5 milioni di persone, ha lanciato una campagna di equity crowdfunding per crescere ancora. Intervista al Ceo Enea Roveda.

Da fine ottobre è iniziata una campagna di equity crowdfunding, in corso su mamacrowd.com - la prima piattaforma italiana di equity crowdfunding per capitale raccolto - per intraprendere un percorso verso la Public company (anzi, verso la principale Public company per lo sviluppo sostenibile) e offrire a tutti la possibilità di prendere parte attiva al cambiamento per un futuro migliore. Dottor Roveda, che cosa significa per voi diventare una Public company e come sta andando la campagna?
La campagna di equity crowdfunding sta andando molto bene, fino ad oggi abbiamo raccolto quasi 2 milioni di euro. L’idea nasce per festeggiare i nostri primi 20 anni di vita: LifeGate, infatti, è nata il 28 aprile del 2000 e il progetto iniziale era proprio aprire la compagine sociale e l’azionariato a tutte le persone, alle realtà e alle community che hanno reso questa azienda leader in Italia sui temi di sostenibilità. Aprirsi e lasciare la possibilità a tutti di entrare fa parte del nostro percorso passato e futuro, che ci permetterà di diventare una Public company e ci porterà anche verso la quotazione in Borsa, proprio per permettere che LifeGate possa diventare un bene comune e non solo di famiglia. Già oggi, prima del crowdfunding, l’azionariato contava quasi 100 persone tra dipendenti e famiglie italiane che hanno deciso di investire per costruire questo progetto. Ora siamo arrivati a circa 1.600 nuovi soci e, a breve, sfioreremo i 2mila azionisti.

La campagna di crowdfunding per aprire il percorso verso la Public company è iniziata nel ventennale di LifeGate, realtà maturata dall’esperienza della famiglia Roveda con Fattoria Scaldasole, per promuovere un mondo giusto e sostenibile. Può delinearci sinteticamente il percorso di questi 20 anni? Oggi vantate una community di oltre 5 milioni di LifeGaters e siete, come detto, punto di riferimento della sostenibilità in Italia.
Questi 20 anni possiamo dividerli in due fasi: i primi 15 sono stati davvero faticosi in quanto i temi della sostenibilità erano poco diffusi ed erano pochissime le aziende, in tutti i settori, interessate ad investire sulla sostenibilità. Nel settore automotive, per esempio, come in quasi tutti i segmenti di mercato, c’è stata e ci deve essere sempre una grande azienda internazionale che possa fare da apripista. Dal 2015 in avanti, al contrario, tante cose sono cambiate e abbiamo registrato una crescita esponenziale in tutti i settori sui temi riguardanti la sostenibilità, soprattutto negli ultimi 2 anni e mezzo. La sostenibilità è diventata, con il tempo, un aspetto imprescindibile per un’azienda, sia essa piccola che di medie o grandi dimensioni e si è diffusa in tutti i segmenti di mercato, anche in settori dove era poco diffusa, come nella finanza o nella moda. Questo cambio di visione ha mutato anche il nostro modo di lavorare e di offrire i nostri servizi alle altre realtà.

Più in dettaglio, come è strutturato il Gruppo LifeGate, quali servizi offre e quali attività svolge?
LifeGate è, innanzitutto, un media composto da innumerevoli canali: abbiamo l’ambito digitale (siamo presenti, infatti, su tutti i social media), una radio ed un portale online. Tutti questi canali ci aiutano a diffondere e a raccogliere più persone possibili interessate agli aspetti della sostenibilità. Offriamo, inoltre, quattro macro-servizi alle aziende e alle varie realtà. Il primo riguarda senza dubbio le attività di consulenza strategica, ovvero come portare la sostenibilità all’interno dell’azienda e del brand e come si racconta questo processo all’esterno dell’azienda stessa. Il secondo aspetto, di conseguenza, riguarda la comunicazione, intesa non solo come posizionamento ma anche come il racconto e la divulgazione di prodotti e servizi che parlano di sostenibilità. Il terzo aspetto riguarda i progetti ambientali, ovvero tutta la parte che ci sta più a cuore e che ci vede protagonisti, sin dall’inizio del nostro progetto, in attività di forestazione: abbiamo contribuito alla riqualificazione e alla riforestazione di oltre 80 milioni di metri quadi di foresta in quasi 10 Paesi, svolgiamo attività che riguardano la salvaguardia di animali e abbiamo introdotto tantissimi cestini che assorbono le microplastiche nelle acque, oltre ad altre innumerevoli attività concrete per sensibilizzare tutti su queste tematiche. L’ultima area riguarda le attività di formazione, che portiamo avanti sia all’interno delle scuole che delle aziende, fino al coinvolgimento di tutta la popolazione aziendale e delle grandi imprese, per far capire a tutti come e quanto la sostenibilità stia cambiando alcuni settori della nostra società e come e quanto li cambierà in futuro.

Quali sono le aree di business più giovani e promettenti presenti nel Gruppo?
In questo triste periodo di Covid sono certamente cresciute molto le attività che riguardano tutta la comunicazione digitale, ma stanno aumentando moltissimo anche le richieste di supporto strategico nella scelta e nell’individuazione di quelli che possono essere gli asset principali di ogni singola azienda, su come si approccia la sostenibilità ambientale con un conseguente miglioramento del proprio business e del proprio sviluppo e su come raccontare tutto ciò esternamente con il fine di coinvolgere meglio tutta la popolazione aziendale. In questo contesto, quindi, anche le nostre attività di formazione stanno crescendo moltissimo. Un’area molto importante, ed uno dei motivi per il quale abbiamo lanciato il crowdfunding, riguarda il mondo delle startup: siamo in un momento storico nel quale il mercato è in costante innovazione ed evoluzione, specialmente su alcuni settori, e questo sta permettendo la nascita di tantissime nuove startup innovative che hanno bisogno di supporto indipendentemente dall’area di competenza. Anche in Italia esiste un sottobosco impressionante di startup e, per questo, abbiamo deciso di far nascere una nuova entità all’interno del nostro gruppo chiamata LifeGate Way, che aiuta a selezionare tutte quelle realtà che hanno il nostro approccio e condividono il nostro modello di sviluppo come loro modello di business: noi approcciamo da sempre il mercato seguendo la regola delle 3P (people, planet, profit), ovvero creare valore economico ma allo stesso tempo sociale ed ambientale, temi che sono poi alla base della sostenibilità e delle società benefit. Ci stiamo accorgendo sempre di più come questo sia il principale modello sul quale si basano tutte le realtà che stanno nascendo ora.

Fin dalla fondazione LifeGate lavora su grandi temi attraverso progetti concreti contro la crisi climatica. Con questo obiettivo sono state lanciate iniziative come Impatto Zero, primo progetto al mondo a concretizzare gli intenti del Protocollo di Kyoto. Quali i principali risultati di questo progetto?

L’Impatto Zero nasce nel 2001 durante la stesura del Protocollo di Kyoto: è stato il primo progetto al mondo che si è occupato di quantificare l’emissione di CO2 di un’attività umana (sia essa un prodotto, un servizio, un evento o un’azienda), con il fine di ridurlo e compensarlo attraverso attività di forestazione. C’è stato un grandissimo appeal ed entusiasmo iniziale, che poi si sono inevitabilmente affievoliti con il passare del tempo anche se, in questi ultimi anni, abbiamo realizzato tantissimi progetti ed eventi (concerti, Giro d’Italia…) e collaborato su questo tema con tantissime riviste e quotidiani (uno su tutti, su tre edizioni limitate della rivista Topolino, la lettera ‘o’ di Topolino è stata cambiata con il simbolo di Impatto Zero). Abbiamo continuato negli anni a svolgere tantissime iniziative con innumerevoli aziende e, nell’ultimo anno e mezzo, questo tipo di attività si è diffusa in maniera impressionante: basti pensare che, solo in Italia, ci sono 2mila 500 aziende che effettuano attività di forestazione e noi siamo stati i primi. Queste sono attività concrete che portano tanti benefici e consapevolezze alle aziende di tutti i segmenti di mercato
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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