La carica dei pensionati che lavorano, l’Inps: sono 737.496
- di: Redazione
Nel 2023 sono 737.496 i pensionati (il 2,8% del totale dei lavoratori dipendenti e indipendenti) che continuano a lavorare. Tra questi, l’incidenza è massima tra i lavoratori iscritti alla gestione separata e comprende: altri collaboratori: 29,9% ; amministratori: 15,9%; collaboratori: 13,2% ; autonomi agricoli 24,7%; lavoratori occasionali: 13,1%; artigiani: 11%; commercianti: 9,3%. Emerge dal Rapporto dell’Osservatorio Inps su lavoratori dipendenti e indipendenti, con i dati del 2023.
La carica dei pensionati che lavorano, l’Inps: sono 737.496
L’Osservatorio evidenzia che - nel 2023 - il numero totale di lavoratori in Italia ha raggiunto i 26,6 milioni, segnando un incremento dell’1,2% rispetto al 2022 e un incremento ancora più significativo (del 4,2%) rispetto al 2019, l’anno pre-pandemia. L’Osservatorio integra i dati di tutti gli assicurati presso le diverse gestioni previdenziali INPS, coprendo circa il 95% degli occupati regolari in Italia. Le uniche eccezioni riguardano i professionisti iscritti alle Casse previdenziali degli ordini e alcune categorie di lavoro autonomo occasionale esentate dalla contribuzione.
Principali Risultati del Rapporto
- Numero totale di lavoratori: 26.618.000, con un incremento di circa 316.000 unità rispetto all’anno precedente.
- Settimane lavorate: il numero medio di settimane lavorate nel 2023 si attesta a 43,2 settimane, leggermente superiore rispetto al 2019 (42,9 settimane).
- Reddito medio annuo: in crescita del 2,9%, il reddito medio annuo da lavoro supera i 25.000 euro. Molto più bassi risultano i redditi medi di autonomi agricoli (13.400 euro, ma in questo caso si tratta di redditi convenzionali), operai agricoli (9.700 euro), lavoratori domestici (8.300 euro). In coda si trovano i prestatori di lavoro occasionale (poco più di 1.300 euro di reddito medio annuo).
Distribuzione territoriale
Nord Ovest: 29,2% (7,8 milioni di lavoratori); Nord Est: 22,7% (6 milioni di lavoratori); Centro: 21,2% (oltre 5,6 milioni di lavoratori); Sud: 18,5% (circa 5 milioni di lavoratori); Isole: 8,4% (2,2 milioni di lavoratori).
Questi dati evidenziano la resilienza del mercato del lavoro italiano e la continua crescita del numero di lavoratori, che si traduce in maggiore stabilità economica e opportunità professionali. L’Osservatorio rappresenta uno strumento prezioso per comprendere le dinamiche occupazionali e orientare le politiche attive del lavoro.
Andamento numero dei lavoratori per classi di età
Dall’analisi dell`andamento del numero di lavoratori nell`anno per classe di età emerge l`incremento dei giovani fino a 19 anni, che superano quota 415mila (+35% rispetto al 2019 e +10,1% rispetto al 2022). Rispetto al 2019 la classe di età 20-24 anni fa registrare un aumento di circa il 13%; quella 25-29 anni registra un incremento superiore al 7%. Crescono anche le classi di età più anziane, in particolare quelle dai 60- 64 anni e da 65 e oltre (+20%).
Le classi di età tra 40 e 49 anni presentano invece trend negativi rispetto sia al 2022 che al 2019. La classe 35-39 presenta un trend negativo rispetto al 2019 (-2,4%), mentre è sostanzialmente stabile rispetto al 2022 (+0,3%).
Nel 2023 i lavoratori con cittadinanza extra Ue sono l`11,3% in crescita rispetto all`anno precedente quando rappresentavano il 10,7% dei lavoratori. La loro incidenza per categoria è massima (53,4%) tra i domestici e minima (0,5%) tra i dipendenti pubblici. Quote significative di lavoratori extracomunitari si riscontrano tra gli operai agricoli (24,2%) e tra i dipendenti privati (12,1%), mentre in linea con il totale è la quota di extracomunitari tra i commercianti (11,1%). I lavoratori extracomunitari sono caratterizzati da valori più bassi, rispetto ai comunitari, sia di numero medio di settimane lavorate (39,2 contro 43,8 dei comunitari) che di reddito medio da lavoro (15.901 euro contro 26.455 euro dei comunitari).