Protocollo anti inflazione, la strada è tutta in salita. Federconsumatori, Adoc e Assoutenti: sbagliato non coinvolgerci

- di: Barbara Leone
 
Fumata bianca per il protocollo anti inflazione proposto nei giorni scorsi dal ministero delle Imprese e del Made in Italy alla grande distribuzione, alle associazioni del commercio ed ai produttori. L’intento era quello di mettere sotto controllo per tre mesi i prezzi del paniere di beni di largo consumo. Un’operazione che si è scontrata con il secco “no” di tutto il settore industriale, nonostante l’appello lanciato ieri dal ministro Urso per uno “sforzo comune”. Che però non c’è stato. Polemica Federdistribuzione, che con una nota del presidente Buttarelli (nella foto) ha sottolineato che “ancora una volta l'industria di trasformazione si dichiara indisponibile a sottoscrivere l'accordo”.

Protocollo anti inflazione, la strada è tutta in salita. Federconsumatori, Adoc e Assoutenti: sbagliato non coinvolgerci

Immediata la replica degli industriali, che attraverso le parole di Centromarca e Ibc (le due associazioni che rappresentano rispettivamente le principali 200 industrie di marca che operano nel settore dei beni di largo consumo e le 33mila industrie attive in Italia e all’estero in settori che arrivano sino a tessile) hanno fatto sapere di ritenere “non praticabile la sottoscrizione del protocollo del Trimestre anti- inflazione”.

Replica cui ha fatto subito eco quella delle più importanti federazioni industriali che fanno capo a Confindustria quali Assica, Assocarni, Assitol, Assolatte, i mugnai di Italmopa e I’Unione italiana food che “pur condividendo la necessità di supportare il consumatore italiano” sottolineano come  “qualunque determinazione, promessa o impegno sul valore del prodotto finito” non possa prescindere “da un coinvolgimento di tutti gli operatori della filiera alimentare nel senso più ampio”. La strada verso un blocco dei prezzi è, insomma, tutta in salita. E, manco a dirlo, a farne le spese sono come sempre i consumatori. Compatte le associazioni Federconsumatori, Adoc e Assoutenti che in una nota si dicono rammaricate “della piega che ha preso la trattativa Ministero delle Imprese – GDO – aziende produttrici per realizzare un patto antinflazione nell'ultimo trimestre dell'anno, che pare si ridurrà a una lettera di intenti e non a un vero e prorio protocollo antinflazione.
Le notizie sul crollo delle vendite al dettaglio (-1075 euro a famiglia al netto dell'inflazione) indicano come l'emergenza prezzi sia diventata una priorità che il governo deve affrontare ora e non a ottobre – prosegue la nota -. I consumatori italiani hanno bisogno di forti ribassi nei prezzi dei generi alimentari e di prima necessità subito. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha sbagliato a non convocare le associazioni dei consumatori del CNCU: la loro presenza al tavolo della trattativa può contribuire a calmierare i prezzi dei generi di prima necessità contro le speculazioni in atto su frutta, verdura, grano, pasto, latticini, carburanti, viaggi aerei, ecc, e alla ripresa dei consumi, tanto gradita anche alla GDO e ai produttori”
. Ecco perché i rispettivi presidenti delle associazioni Carrus, Rea, Truzzi chiedono “un incontro urgente al Governo per azioni efficaci di tutela reale del potere d’acquisto delle famiglie”.
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