"I segni del Sacro. Impronte del Reale." La grafica del Novecento in Vaticano

- di: Francesco d'Alfonso
 

PAUL KLEE MÜNCHENBUCHSEE 1879 – MURALTO-LOCARNO 1940
STADT MIT GOTISCHEN MÜNSTER, 1925
DISEGNO A RICALCO A OLIO E ACQUERELLO SU CARTA, TAGLIATA E RIMONTATA SU CARTONCINO MUSEI VATICANI, COLLEZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA
INV. 23252 FOTO © GOVERNATORATO SCV, DIREZIONE DEI MUSEI E DEI BENI CULTURALI

 



Ispitata nei monumentali ambienti berniniani del Braccio di Carlo Magno, il 10 dicembre scorso è stata inaugurata la mostra I segni del sacro – Impronte del reale. La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, curata da Francesca Boschetti con il coordinamento di Micol Forti, Responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani.  
La mostra presenta per la prima volta una preziosa raccolta di circa centocinquanta grafiche, per lo più inedite, selezionate tra le circa quattromila che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, disegni e fotografie dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane, un vero e proprio “tesoro nascosto”, ignoto al grande pubblico. Conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura, le opere su carta occupano uno spazio molto limitato nel percorso espositivo dei Musei Vaticani, dove solo poche unità sono visibili a rotazione: per questo motivo la mostra è un’occasione speciale per vedere da vicino capolavori di Edvard Munch, Paul Klee, Otto Dix, Max Ernst, Oskar Kokoschka, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Marc Chagall, Joan Miró, Henri Matisse, talvolta affiancati da dipinti e sculture degli stessi artisti o di altri autori, che hanno relazioni iconografiche o cronologiche con le stampe. Questi accostamenti sottolineano l’osmosi esistente tra la grafica e i linguaggi espressivi considerati principali. La grafica, infatti, solitamente ritenuta un ambito per specialisti ed esperti – specie quella del Novecento –, è in realtà un osservatorio privilegiato per conoscere più profondamente gli artisti e apprezzarne gli aspetti più innovativi e sperimentali. JOAN MIRÓ BARCELONA 1893 – PALMA DE MALLORCA 1983 “PER L’AIGUA LA GERMANA CHE ES MOLT ÚTIL I HUMIL…”, 1975 DAL VOLUME CÀNTIC DEL SOL. JOAN MIRÓ – FRANCESC D’ASSÍS, EDITORIAL GUSTAU GILI, BARCELONA 1975 ACQUATINTA BIBLIOTECA MUSEI VATICANI, INV. 51343 FOTO © GOVERNATORATO SCV, DIREZIONE DEI MUSEI E DEI BENI CULTURALI
«La collezione, nata nell’arco degli ultimi cinquant’anni – spiega la curatrice Francesca Boschetti – trattiene tra le maglie della sua storia la presenza di una personalità fondante e decisiva: Paolo VI, che ne è stato l’ideatore. Eppure è di fatto una collezione senza un collezionista, inteso come mente che concepisce e pianifica un progetto, seleziona le opere e le riunisce a costituire un’unità coesa e rappresentativa della sua idea di raccolta. La genesi e lo sviluppo del nucleo di grafica sono strettamente collegati all’ardito e illuminato progetto che papa Montini avvia già nel maggio del 1964, convocando il mondo dell’arte in Cappella Sistina, con l’intento di ricucire il legame tra Chiesa e cultura contemporanea, da troppo tempo interrotto».
L’esposizione I segni del Sacro – Le impronte del reale si articola in quattro sezioni: I sentimenti del sacro e dell’umano, Le impronte del reale, Genesi di un’idea e Segno e colore.
«Intorno a questi nuclei di senso, che talvolta si intersecano tra loro, – racconta Boschetti –l’esposizione prende forma, con un andamento in un certo senso “circolare”, dalla creazione del mondo alle radici della creazione artistica, che guida il visitatore in un doppio percorso, in cui la fine della mostra può diventare nuovo inizio di una visione ribaltata».
MARC CHAGALL VITEBSK 1887 – ST. PAUL-DE-VENCE 1985 LE CRUCIFIX – ENTRE DIEU ET LE DIABLE, 1943 GOUACHE E PASTELLI SU CARTA APPLICATA SU CARTONCINO MUSEI VATICANI, COLLEZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA, INV. 23109 FOTO © GOVERNATORATO SCV, DIREZIONE DEI MUSEI E DEI BENI CULTURALII sentimenti del sacro e dell’umano accoglie soggetti ispirati principalmente alla Sacra Scrittura, dando risalto alla vasta gamma di sentimenti umani racchiusi nelle iconografie religiose. La Genesi, la vita di Cristo, l’Apocalisse prendono forma nelle grafiche dei catalani Joan Miró e Joan Josep Tharrats, nelle potenti xilografie degli espressionisti Max Pechstein, Karl Schmidt-Rottluff e nelle raffinate incisioni di Felice Casorati, Sigfrido Bartolini, Rufino Tamayo, fino alla Crocifissione stereoscopica di Salvador Dalí: due litografie ideate per essere guardate con uno speciale visore che rende l’immagine tridimensionale.
La seconda sezione è dedicata a Le impronte del reale, «un reale che non si pone necessariamente come antitetico al sacro – chiarisce la curatrice della mostra – e che, in un gioco di rimandi e riflessi, stimola lo sguardo su dettagli apparentemente di poco valore e attiva lo stupore di fronte all’ordinario».
La terza sezione, Genesi di un’idea, si sofferma invece sul momento della creazione artistica.
«In special modo disegni, ma anche bozzetti scultorei – continua Francesca Boschetti –registrano l’incipit, esercitando il potere prodigioso di farci entrare “dietro le quinte” della creazione e di illuminare tratti della strada percorsa dagli artisti per colmare il tragitto che congiunge la prima idea all’opera finita». EDVARD MUNCH LØTEN 1863 – OSLO 1944 VECCHIO IN PREGHIERA, 1902 XILOGRAFIA SU CARTA GIAPPONESE MUSEI VATICANI, COLLEZIONE D’ARTE CONTEMPORANEA, INV. 23417 FOTO © GOVERNATORATO SCV, DIREZIONE DEI MUSEI E DEI BENI CULTURALI
La sezione Segno e colore, infine, riunisce lavori prevalentemente di ambito astratto che mostrano un ventaglio di possibili soluzioni ideate a partire dal dialogo tra i due elementi fondativi del linguaggio pittorico e grafico. «Segno e colore possono così diventare soggetti autosufficienti – conclude Francesca Boschetti – e farsi portavoce nella loro essenzialità di significati altri, ponti per esprimere la trascendenza, e la rarefazione dell’immagine divenire, talvolta, varco d’accesso al territorio del sacro».
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