Giornata Mondiale del Latte, Confagricoltura: "Alimento e filiera da valorizzare"

- di: Daniele Minuti
 
Il 1 giugno del 2021 è il ventesimo anniversario dalla nascita della Giornata Mondiale del Latte, scelta nel 2001 dalla Fao e dalle Nazioni Unite come data simbolica per celebrare uno degli alimenti chiave della nutrizione per persone di ogni fascia di età.

Dietro al latte però c'è un vero e proprio mondo, tanti ingranaggi che vanno a comporre una filiera imponente a livello globale (dove i Paesi europei primeggiano per consumi) e nazionale, come spiegato dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: "La zootecnia italiana rappresenta uno dei capisaldi dell’agroalimentare e dell’economia italiana: il latte fresco è alimento di vita, i nostri sistemi produttivi sono all’avanguardia e in grado di raggiungere standard elevatissimi, fornendo un prodotto sano, sicuro e di alta qualità. Eppure il settore vive una fase difficile per via dell'aumento del costo delle materie prime destinate all'alimentazione del bestiame. Abbiamo già proposto interventi urgenti a supporto della liquidità delle imprese ma ci sarà bisogno anche di un piano per aumentare la produzione interna di cereali e proteine vegetali".

"Dobbiamo però segnalare"
- conclude Giansanti - "che alcune campagne che promuovono il consumo alimentare di proteine vegetali in sostituzione di quelle animali stanno penalizzando il settore: chiediamo quindi alle istituzioni un aiuto che scardini i pregiudizi che ne derivano e le pericolose conseguenze a scapito del comparto, già penalizzato dalla pandemia e da remunerazioni basse a fronte di alti costi produttivi".

Proprio oggi infatti, arriva l'allarme lanciato da Cia-Agricoltori italiani, con un'analisi che riguarda proprio i costi citati dal presidente di Confagricoltura: "Il latte sottocosto e i prezzi dei mangimi alle stelle mettono a rischio default gli allevamenti bovini italiani. Il 2019 fu un anno positivo per il settore del latte (quotazione media nazionale del prodotto pari a 40,5 centesimi per litro) ma l’emergenza sanitaria e la chiusura del macro-settore relativo all’ospitalità e alla ristorazione hanno penalizzato il comparto lattiero-caseario. Gli allevamenti bovini vivono in uno stato di incertezza, perdendo costantemente potere contrattuale".

Al momento un litro di latte viene pagato alle stalle 0,37 euro al litro, al di sotto della soglia di sostenibilità finanziaria fissata a 0,39 euro (che permetterebbe un margine di guadagno, seppur minimo) con un altro brutto colpo rappresentato dall'aumento di prezzi per soia e mais, cresciuti del 55% in un anno. Tutto ciò non permetterà alle filiere di continuare a lungo, con il 70% dei costi di produzione del labile riconducibile alla mangimistica: a questo si aggiunge la disaffezione verso il latte vaccino dei consumatori, proprio per le "campagne mediatiche" citate da Giansanti. 

Cia esprime preoccupazione per un settore che ogni anno produce più di 12,5 milioni di tonnellate di latte vaccino in 30.000 allevamenti, creando un fatturato da 16,5 miliardi di euro (che incide per l'11,5% sul totale dell'agroalimentare italiano). Per questo la Confederazione spinge per la definizione di nuove strategie per valorizzare la crescente offerta produttiva e per la creazione di campagne comunicative che esaltino la bontà del prodotto e che elenchino gli aspetti positivi della filiera che lo compone.
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