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Al Gemelli interventi "Robin Hood" in utero per salvare gemelli affetti da TTTS

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Al Gemelli interventi 'Robin Hood' in utero per salvare gemelli affetti da TTTS

FOTO (Cropped): Sergio D’Afflitto - CC BY-SA 3.0 IT

Il Policlinico Gemelli di Roma si conferma all’avanguardia nella chirurgia fetale, intervenendo direttamente in utero per salvare le vite di gemelli affetti da una grave patologia: la sindrome da trasfusione feto-fetale (TTTS). Si tratta di una complicanza rara ma estremamente pericolosa che colpisce circa 300 gravidanze gemellari monocoriali all’anno in Italia. A guidare la squadra è il professor Tullio Ghi, ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della UOC di Ostetricia e Patologia Ostetrica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Con lui operano le dottoresse Alessandra Familiari ed Elisa Bevilacqua, formatesi nei centri di medicina fetale più prestigiosi d’Europa: Londra e Bruxelles.

Al Gemelli interventi "Robin Hood" in utero per salvare gemelli affetti da TTTS

La TTTS si verifica quando, in una gravidanza con gemelli monocoriali (che condividono la stessa placenta), si crea uno squilibrio nella circolazione sanguigna tra i due feti. Uno dei gemelli — il “donatore” — invia troppo sangue al gemello “ricevente”, mettendo a rischio la vita di entrambi. La terapia, soprannominata “Robin Hood”, consiste nell’equilibrare i flussi di sangue attraverso un intervento laser in utero, mirato a correggere i collegamenti vascolari anomali sulla superficie della placenta. I risultati ottenuti sono straordinari: la sopravvivenza di entrambi i gemelli senza danni neurologici si attesta fino al 60%, mentre almeno uno dei due riesce a sopravvivere nell’80% dei casi. In assenza di trattamento, il rischio di morte perinatale per entrambi i feti supera il 90%.

Un progetto voluto da Giovanni Scambia
La nascita del programma di chirurgia fetale al Gemelli risponde alla visione del professor Giovanni Scambia, figura di riferimento della ginecologia italiana recentemente scomparsa. «Quello della chirurgia fetale è un progetto ambizioso — ha spiegato il professor Ghi — con l’obiettivo di fare del Gemelli un polo di eccellenza internazionale». La disciplina, sviluppatasi nei primi anni 2000 nei grandi centri europei, è approdata in Italia attorno al 2010. Oggi, nel Centro-Sud, gli unici due presidi in grado di affrontare tali interventi sono l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e il Policlinico Gemelli.

Una rete di cure integrate fino alla nascita
Oltre alla competenza chirurgica, il valore aggiunto del Gemelli risiede in un percorso assistenziale completo che accompagna la gestante dal momento della diagnosi fino al parto. L’approccio multidisciplinare coinvolge ginecologi, neonatologi, anestesisti, cardiologi e neuropsichiatri infantili, garantendo un’assistenza globale e tempestiva. «Possiamo offrire alle donne e ai loro bambini un supporto altamente specializzato in ogni fase — sottolinea Ghi — assicurando le migliori possibilità di esito positivo, anche nei casi più complessi». La chirurgia fetale, nata negli anni ’80 per correggere in utero rare malformazioni, trova oggi nella TTTS il suo campo di applicazione più efficace, con una concreta possibilità di salvare vite e prevenire danni gravi.

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