Fmi: "Stime per crescita globale in rialzo, ma con troppe diseguaglianze"

- di: Brian Green
 
Il Fondo monetario internazionale corregge, in aumento, le stime della crescita globale, che passa ora al 6%, contro il 5,5% preventivato a fine gennaio, ma in un panorama mondiale indebolito da quelle che sono definite traiettorie di crescita desincronizzate e da sempre più marcate disuguaglianze, lanciando quindi un forte allarme per le crescenti disparità tra i Paesi.
Nel rapporto presentato oggi, in preambolo, la capo economista dell'Fmi, Gita Gopinath, esprime preoccupazione per le "sfide colossali poste da recuperi divergenti sia all'interno che tra i Paesi, nonché dal persistente danno economico della crisi".

La ripresa appare molto rapida nelle economie avanzate, che possono contare su massicci piani di sostegno, tra cui il piano da 1,9 trilioni di dollari (pari a circa 1,6 trilioni di euro) annunciato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden , da massicce quanto veloci campagne di vaccinazione.
Dopo la Cina, oramai tornata ai livelli di Pil registrati prima del manifestarsi della crisi pandemica, gli Stati Uniti dovrebbero a loro volta vedere la fine del tunnel nel 2021, con una crescita del 6,4%.

Kristalina Georgieva, direttrice operativa dell'Fmi, il 30 marzo, nel corso di una conferenza stampa, ha detto che "quello che stiamo vedendo è una ripresa a più velocità, che è sempre più spinta da due motori, Stati Uniti e Cina". L'istituto ha, quindi, innanzato le sue previsioni di crescita per la zona euro al 4,4% (con la prospettiva di vedere il Prodotto interno lordo tornare al livello pre-pandemia nel 2022). Una piccola crescita, dopo avere registrato nel 2020 la più grande contrazione del Pil della sua storia, è prevista per l'Africa subsahariana che, nel 2021, dovrebbe registrare una piccola crescita al 3,4% .

Secondo l'Fmi i Paesi emergenti stanno sprofondando nella crisi da un anno e, quindi, sono i grandi perdenti della pandemia.
All'origine di queste traiettorie divergenti ci sono vincoli sanitari e piani di sostegno che variano da un Paese all'altro, ma anche differenze nelle specializzazioni settoriali, nella quota di posti di lavoro che possono essere erogati nel telelavoro o anche nella qualità delle infrastrutture digitali.
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