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Fisco, dal Pos alla cassa ai pignoramenti sprint: il 2026 dell’incrocio totale

- di: Alberto Venturi
 
Fisco, dal Pos alla cassa ai pignoramenti sprint: il 2026 dell’incrocio totale

Dal primo gennaio 2026 il Fisco cambia passo. E lo fa mettendo insieme tecnologia, dati e tempi più rapidi di intervento. L’obiettivo dichiarato resta sempre lo stesso – contrastare l’evasione – ma gli strumenti diventano più pervasivi e, soprattutto, più automatici. Dal collegamento obbligatorio tra Pos e registratori di cassa telematici fino ai pignoramenti presso terzi accelerati, la legge di Bilancio ridisegna il rapporto quotidiano tra contribuenti e amministrazione finanziaria.

Fisco, dal Pos alla cassa ai pignoramenti sprint: il 2026 dell’incrocio totale

Il cuore della novità è l’obbligo di collegamento tra strumenti di pagamento elettronico e registratori telematici per tutte le operazioni effettuate dal 1° gennaio 2026. Una misura introdotta dalla manovra dello scorso anno e resa operativa da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate firmato a fine ottobre 2025. Non ci sarà un collegamento fisico tra i dispositivi, ma un sistema digitale: gli esercenti dovranno accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia e associare la matricola del registratore telematico ai dati identificativi dei Pos o degli altri strumenti di pagamento elettronico.

La procedura è stata pensata per essere semplificata. L’Agenzia metterà a disposizione l’elenco dei Pos già comunicati dagli operatori finanziari, consentendo all’esercente di completare l’abbinamento in pochi passaggi, anche tramite intermediario. Per chi utilizza la procedura web dell’Agenzia al posto del registratore telematico, l’associazione potrà avvenire all’interno dello stesso sistema. I nuovi Pos attivati o modificati dovranno essere registrati tra il sesto giorno del secondo mese successivo all’attivazione e l’ultimo giorno lavorativo dello stesso mese, mentre per quelli già in uso è previsto un periodo transitorio di 45 giorni.

Il punto non è solo tecnico. Con questo incrocio, il Fisco potrà confrontare scontrini fiscali emessi e pagamenti elettronici ricevuti, riducendo drasticamente gli spazi per omissioni o incongruenze. È una stretta che punta a rendere strutturale la tracciabilità, trasformando i flussi digitali in una rete di controllo continuo, più che in una verifica a posteriori.

Accanto a questo arriva la cosiddetta “liquidazione sprint” dell’Iva. Se un contribuente non presenta la dichiarazione, l’Agenzia potrà calcolare l’imposta dovuta utilizzando i dati già disponibili: fatture elettroniche e corrispettivi telematici. In caso di mancata risposta entro 60 giorni, l’Iva verrà iscritta a ruolo con una sanzione che può arrivare al 120%. Una procedura che riduce drasticamente i tempi di reazione dell’amministrazione e sposta l’onere della prova sempre più sul contribuente.
Ancora più incisivo è il nuovo meccanismo di pignoramento rapido presso terzi, ribattezzato “pignoramento sprint”.

Grazie all’accesso ai dati della fatturazione elettronica, la Riscossione potrà individuare in tempo reale i clienti delle imprese debitrici e bloccare i pagamenti in arrivo prima ancora che vengano accreditati sul conto corrente. Una misura che cambia la dinamica del recupero crediti, rendendo il flusso commerciale stesso uno strumento di garanzia per l’erario.

Il messaggio politico è chiaro. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha più volte rivendicato i risultati della strategia anti-sommerso, ricordando che nel 2024 il recupero dell’evasione ha raggiunto 26,3 miliardi di euro, di cui 22,8 miliardi da attività ordinarie di controllo. Secondo Leo, la combinazione tra fine del reddito di cittadinanza, rafforzamento delle politiche attive e maggiore tracciabilità ha aumentato la compliance e le entrate, facendo emergere una parte di economia non osservata.

Il 2026 segna quindi un salto di qualità: meno controlli episodici e più sorveglianza sistemica, fondata sull’incrocio automatico dei dati. Per imprese e professionisti significa maggiore attenzione agli adempimenti quotidiani; per il Fisco, la possibilità di intervenire prima, più velocemente e con margini di discrezionalità ridotti. È la trasformazione silenziosa del controllo fiscale: meno ispezioni in presenza, più algoritmi. E una linea sempre più sottile tra semplificazione e pressione permanente.

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