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Wall Street corre ancora, Nasdaq in scia sui tagli Fed

- di: Matteo Borrelli
 
Wall Street corre ancora, Nasdaq in scia sui tagli Fed
Wall Street corre ancora, Nasdaq in scia sui tagli Fed
Rialzi per Dow, S&P 500 e Nasdaq mentre i trader scommettono su un taglio dei tassi già a dicembre.

Wall Street chiude un’altra seduta in volata, confermando il clima di ottimismo che sta caratterizzando l’avvicinamento al Thanksgiving. Il Dow Jones sale di oltre l’1,4% fino a quota 47.100 punti, lo S&P 500 avanza di quasi l’1% oltre i 6.700 punti, mentre il Nasdaq mette a segno un +0,7% superando i 23 mila punti.

Fed più morbida, rendimenti giù e rischio on in aumento

Il mercato continua a scommettere su un taglio dei tassi già a dicembre, scommessa alimentata da dati macro più deboli delle attese e da una pressione inflazionistica in fase di allentamento. Il rendimento del Treasury decennale resta stabile attorno al 4%, un livello che offre respiro agli asset rischiosi e alimenta la spinta sui listini.

In questo contesto, ogni segnale di un cambio di passo nella politica monetaria americana viene immediatamente inglobato dai desk come carburante per nuovi acquisti. Una dinamica che sta spingendo gli investitori a privilegiare equity e tecnologia, ignorando per ora le tensioni politiche sul futuro della Fed.

Tech contrastato: chip deboli ma i consumer stock brillano

La giornata è risultata meno lineare per la tecnologia. I colossi dei chip come Nvidia e AMD hanno ceduto terreno dopo indiscrezioni su nuovi competitor nell’intelligenza artificiale. Nonostante le prese di profitto, il quadro complessivo del Nasdaq resta solido.

A guidare la seduta sono state invece le aziende del retail e dei consumi: Kohl’s e Abercrombie & Fitch hanno messo a segno rialzi a doppia cifra, sostenute da trimestrali sopra le aspettative e dall’avvicinarsi della stagione natalizia.

Oro ai massimi, petrolio debole: il mix che piace agli investitori

Brilla ancora l’oro, spinto oltre i 4.100 dollari l’oncia dalla combinazione di tassi in calo, incertezze geopolitiche e caccia a beni rifugio. Il dollaro resta sotto pressione, con l’euro stabilmente in area 1,16.

Il petrolio, al contrario, continua a muoversi in una fascia debole: il Brent resta vicino ai 62-63 dollari al barile, schiacciato dalla domanda globale in frenata e da un premio al rischio più contenuto sul fronte internazionale. Un mix che sostiene la narrativa di una possibile normalizzazione dei prezzi al consumo nei mesi in arrivo.

Il decennale americano detta il sentiment

Il vero barometro della seduta resta il Treasury a dieci anni. Con il rendimento a ridosso del 4%, ma in tendenza discendente, i mercati leggono la situazione come la conferma che il ciclo di rialzi della Fed è terminato. Finché questo scenario resta intatto, le correzioni di breve vengono interpretate come occasioni di acquisto.

La settimana corta e il rischio prese di profitto

Con la chiusura per il Thanksgiving e l’orario ridotto di venerdì, gli scambi sono concentrati in poche sedute ad alto volume. Il rally delle ultime due giornate potrebbe favorire prese di beneficio verso il weekend, ma per molti desk l’attenzione resta puntata sui prossimi dati macro e sui segnali della Fed.

Se la narrativa del “taglio a dicembre” dovesse consolidarsi, S&P 500 e Nasdaq potrebbero archiviare novembre vicino ai massimi annuali, aprendo la strada a un possibile “Santa Claus rally”.

Per ora la fotografia è limpida: Wall Street chiude in verde, la tecnologia regge e il mercato resta convinto che il prossimo movimento della Fed sarà verso il basso.

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