L’Ad di Piazzetta Cuccia cede un milione di azioni, seguito da Pagliaro e Vinci. Mps spinge al delisting mentre le adesioni si avvicinano all’80%.
(Foto: Alberto Nagel).
La mossa che scuote il mercato
L’Opas di Monte dei Paschi su Mediobanca è entrata nei tempi supplementari, ma a catturare l’attenzione degli investitori non è stata solo la riapertura dei termini per aderire fino al 22 settembre. A far discutere è soprattutto la decisione dell’amministratore delegato Alberto Nagel, che ha venduto un milione di azioni Mediobanca, incassando poco più di 22 milioni di euro.
Una mossa clamorosa, perché arriva proprio mentre il manager difendeva pubblicamente l’autonomia della banca e criticava l’offerta dei senesi.
Effetto domino: vendono anche Pagliaro e Vinci
Nagel non è stato l’unico. Anche il presidente Renato Pagliaro ha smobilizzato 100.000 titoli, portando a casa circa 2,2 milioni di euro, mentre il direttore generale Francesco Saverio Vinci ha ceduto 400.000 azioni, per un controvalore vicino agli 8,8 milioni.
Si tratta in gran parte di performance shares accumulate in 25 anni di carriera, ma il segnale al mercato è inequivocabile: i vertici di Mediobanca stanno liquidando posizioni storiche proprio nel momento cruciale della partita con Mps.
L’offerta che cambia gli equilibri
Sul fronte dell’Opas, le adesioni hanno raggiunto il 62,5%, ma secondo gli analisti il grosso delle sottoscrizioni dovrebbe arrivare a ridosso della chiusura. L’obiettivo è superare la soglia dell’80%, che aprirebbe la strada al delisting di Mediobanca e a una fusione completa con Mps, anche senza toccare il 90%.
La sostanza è semplice: con una maggioranza schiacciante, mantenere la quotazione avrebbe sempre meno senso, mentre l’integrazione consentirebbe di accelerare su sinergie, razionalizzazione dei costi e ridisegno del perimetro.
Governance da rifondare
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca si prepara a dimettersi, lasciando campo libero a un nuovo board di nove membri. Restano da coprire i ruoli chiave di presidente e amministratore delegato, ma i nomi che circolavano, come Stefano Marsaglia o Fabrizio Palermo, hanno già declinato.
Il quadro sarà più chiaro dopo il 22 settembre, quando si avranno i dati definitivi sulle adesioni. Nel frattempo il mercato prezza uno scenario dove flottante ridotto, liquidità inferiore e una catena di comando più corta diventano il new normal di Piazzetta Cuccia.
Un passaggio storico
Le vendite dei vertici e la prospettiva del delisting rendono evidente che Mediobanca è a un bivio: resistere sembra ormai impossibile, e la banca di Siena appare pronta a mettere fine a decenni di autonomia di Piazzetta Cuccia.
Il gesto di Nagel, simbolico e finanziario al tempo stesso, è la cartina tornasole di questa fase: chi ha guidato Mediobanca per un quarto di secolo sta ora incassando, lasciando intendere che il futuro della banca sarà scritto da altri.