• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Unicredit-Banco Bpm, golden power alla rovescia

- di: Jole Rosati
 
Unicredit-Banco Bpm, golden power alla rovescia

Il governo interviene come “giocatore e arbitro”: Bruxelles pronta a sanzionare.

(Foto: il Ceo di Unicredit. Andrea Orcel).

Il golden power che ostacola le fusioni bancarie italiane. L’operazione UniCredit-Banco Bpm, da 14 miliardi di euro, è finita nella trappola politica del governo Meloni, che ha imposto vincoli durissimi alla banca guidata da Andrea Orcel, scatenando la reazione di Bruxelles e del Parlamento. La Commissione Ue starebbe valutando l’apertura di una procedura d’infrazione per violazione delle norme sul libero mercato. Il sospetto: l’Italia avrebbe usato i poteri speciali per favorire il Monte dei Paschi, di cui è azionista, colpendo invece un’operazione sgradita.

L’accusa: “Governo giocatore e arbitro”
“Il ministro Giorgetti è contemporaneamente arbitro e giocatore”. La denuncia è netta e firmata da Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere conto dell’“uso distorto” del golden power contro UniCredit. “Il governo, attraverso il MEF, è azionista di Mps e di Banco Bpm. Ma mentre ha lasciato passare senza condizioni l’Ops di Mps su Mediobanca, ha imposto limiti stringenti a UniCredit. È un chiaro conflitto di interessi e un abuso del potere regolatorio che danneggia la reputazione del sistema italiano”, ha affermato in una nota ufficiale.

Bruxelles osserva, pronta a intervenire
La Commissione europea guarda con crescente preoccupazione all’attivismo economico di Palazzo Chigi. “Ogni forma di golden power deve essere giustificata da esigenze reali di sicurezza nazionale e non può ostacolare il principio della libera concorrenza nel mercato interno”, ha ribadito un portavoce dell’esecutivo Ue. Secondo fonti diplomatiche citate da Reuters, Bruxelles starebbe raccogliendo documentazione sull’operazione e non esclude di aprire un’indagine formale se i vincoli italiani risultassero sproporzionati o discriminatori.

Orcel si ribella: “Prescrizioni illegittime”
Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha risposto con durezza: “Le condizioni imposte compromettono la nostra capacità di una gestione sana e prudente e rischiano di portarci a violazioni involontarie”, si legge in una nota ufficiale. “Il governo ci impone di mantenere i prestiti alle Pmi, limitare la liquidità, non toccare gli asset gestiti da Anima e accelerare l’uscita dalla Russia. Sono misure vaghe, giuridicamente discutibili e che si prestano a interpretazioni arbitrarie”.
UniCredit, dopo aver ricevuto il decreto di Palazzo Chigi il 18 aprile, ha chiesto chiarimenti ufficiali e si riserva di ricorrere al TAR contro quella che definisce una “limitazione della libertà d’impresa”.

I due pesi e due misure

La mossa del governo appare ancor più opaca se confrontata con altri dossier. Mentre UniCredit si vede ostacolata, operazioni analoghe come quella di Mps su Mediobanca o di Bper sulla Popolare di Sondrio sono passate senza condizioni. Perché? La risposta – secondo Della Vedova – è che in questo caso l’acquirente (UniCredit) è indipendente e potenzialmente concorrente rispetto a Mps, controllata proprio dallo Stato. “Qui si sta usando lo Stato come scudo per orientare il mercato, ed è inaccettabile in un sistema economico avanzato”.

La Bce e la linea sulla Russia
Nel decreto, una delle condizioni più rigide riguarda le attività residue di UniCredit in Russia, da cui l’istituto ha già ridotto la propria presenza del 90% in tre anni. Il governo impone ora l’uscita totale entro nove mesi. Una posizione in linea con le indicazioni della Bce, ma che rischia di diventare un’arma selettiva se imposta solo ad alcuni soggetti. “La golden power non può diventare una clava geopolitica da brandire contro operazioni sgradite”, osserva un analista citato dal Sole 24 Ore.

Rischi sistemici per il mercato italiano
Il caso UniCredit-Banco Bpm mette a nudo una debolezza strutturale del capitalismo italiano: la costante interferenza politica nei processi di mercato. Se l’Europa confermerà i suoi timori, l’Italia rischia di essere nuovamente sotto osservazione per pratiche anticoncorrenziali. “Si tratta di un messaggio devastante per gli investitori internazionali”, commenta un funzionario di Bruxelles. “Bloccare un’acquisizione tra due colossi italiani con motivazioni opache e non replicabili apre una crepa pericolosa nella fiducia verso il nostro sistema”.
Il tempo stringe: UniCredit ha tempo fino al 30 giugno per decidere se proseguire. Ma l’impressione è che, così com’è, l’operazione sia stata sabotata. Con buona pace del libero mercato e per la reputazione del mercato italiano.


Notizie dello stesso argomento
Trovati 88 record
Pagina
3
07/12/2025
Vino italiano in crisi negli Usa: 110 milioni bruciati in tre mesi
Export in crollo, dazi al 15% e consumi fermi negli Usa. Il vino italiano perde 110 milion...
07/12/2025
Rimborsi fiscali e finti rimborsi in agguato: come non farsi fregare
Allerta truffe sui rimborsi fiscali 730. Finte email a nome dell’Agenzia delle Entrate chi...
07/12/2025
Mercati appesi alla Fed tra taglio dei tassi e rebus Hassett
Settimana cruciale per i mercati globali: atteso taglio Fed da 25bp, incognita Hassett dop...
07/12/2025
Dop economy, il nuovo piano Ue parte da Siena
L’Unione europea prepara un Action plan per le indicazioni geografiche entro il 2027. Da S...
07/12/2025
Fisco 2025: entrate record ma Irpef giù e lotta all’evasione accelera
Entrate tributarie oltre 471 miliardi nei primi 10 mesi del 2025: Iva e imposte indirette ...
07/12/2025
Trump sotto assedio sui prezzi ora accusa i “cartelli” del cibo
Donald Trump lancia una maxi-indagine su carne, semi e fertilizzanti accusando presunti “c...
Trovati 88 record
Pagina
3
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720