Le polizie europee alleate per dare un nome alla vittime sconosciute di femminicidi
- di: Redazione
È forse la prima volta che le polizie di più Paesi europei si alleano per risolvere i casi irrisolti di omicidi che hanno avuto come vittime delle donne rimaste sconosciute. La campagna, che già prima aveva visto collaborare le polizie di Belgio, Paesi Bassi e Germania, ora vede coinvolte anche quelle di Francia, Italia e Spagna, che hanno lanciato l'operazione ''Identify Me'', per cercare di dare un nome a 46 donne vittime di omicidio e che sono rimaste non identificate.
Le polizie europee alleate per dare un nome alla vittime sconosciute di femminicidi
L'appello ha finora determinato più di 1.800 segnalazioni da parte del pubblico, ha dichiarato l'Interpol, e ha portato lo scorso novembre alla prima identificazione della prima ''Jane Doe''. Il corpo trovano nel 1992 ad Aversa è stato identificato per quella di di Rita Roberts, una donna britannica riconosciuta per un caratteristico tatuaggio a forma di fiore.
''Il nostro obiettivo è semplice - ha affermato il segretario generale dell'Interpol, Jürgen Stock - : vogliamo identificare le donne decedute, fornire risposte alle famiglie e rendere giustizia alle vittime. Ma non possiamo farcela da soli. Ecco perché ci rivolgiamo al pubblico''.
Il sito web ''Identify Me'' include i dettagli di ciascun caso e le ricostruzioni facciali di alcune delle donne uccise, nonché immagini di singoli oggetti, tra cui gioielli e vestiti, trovati nei siti in cui sono stati rinvenuti i resti delle vittime.
L'inclusione dei casi irrisolti nei tre nuovi Paesi partecipanti all'operazione e l'aggiunta di altri casi dai membri fondatori ha portato, dall' originario 22 a 46 il numero delle vittime di cui si sta cercando di accertare l'identità, ha dichiarato l'Interpol.
I dettagli messi a disposizione del pubblico riguardano anche informazioni provenienti dai cosiddetti ''avvisi neri'', normalmente accessibili solo alla polizia, tra cui l'ubicazione, i dati biometrici come il DNA, le impronte digitali e le immagini del volto, le impronte dentali, le descrizioni fisiche e altri dettagli potenzialmente rilevanti.
Ogni caso ha un nome distintivo scelto dalla polizia. Uno dei più vecchi è ''la ragazza con la moneta da 10 penny'', il cui corpo fu trovato nel novembre 1982 a Le Cellier, in Francia. Si ritiene che avesse circa 16 anni al momento della morte. Addosso le furono trovati una moneta britannica da 10 penny e un portachiavi di metallo.
Altri casi includono ''la donna che non era sola'', il cui corpo è stato trovato, con le mani legate, in una stanza d'albergo a Premià de Mar, in Spagna, all'inizio del 1999, e ''la donna con i tatuaggi di pantera e scorpione'', trovata nel fiume Po a Carbonara di Po, in Italia, nel 2008. La donna aveva tra i 25 e i 30 anni ed era di origini asiatiche.
L'Interpol ha affermato che i sei Paesi stanno anche condividendo capacità analitiche e metodi forensi avanzati, come la profilazione del DNA, la ricostruzione facciale e l'analisi isotopica, che potrebbero aiutare a scoprire indizi sulle origini delle vittime, lo stile di vita e la causa della morte.
"Anche la più piccola informazione può essere vitale", ha detto Stock. "Un ricordo, una soffiata o una storia condivisa: il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a scoprire la verità. Il pubblico potrebbe essere la chiave per svelare un nome, un passato e per ottenere una giustizia attesa da tempo".