Usa: la Fed alza il tasso di interesse dello 0,25%

- di: Redazione
 
La Federal Reserve ha alzato il tasso di prestito a breve termine dello 0,25%, nell'ambito della sua strategia contro l'inflazione e quando il sistema bancario americano sta metabolizzando la vendita forzata di First Republic Bank.
Si tratta del decimo aumento consecutivo dei tassi, a fronte di una inflazione che è diminuita in modo significativo rispetto al picco estivo, pur restando a più del doppio dell'obiettivo che l'istituto si è posto, ovvero del 2%.
La decisione era data per scontata, ma le parole pronunciate ieri dal presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ammesso che la strada per sconfiggere l'inflazione è ancora lunga, lasciano intuire che la Federal Reserve, nella sua prossima riunione, potrebbe decidere di fermare la sua politica di aumenti dei tassi di interesse.

Usa: la Fed alza il tasso di interesse dello 0,25%

Mentre la Fed ha aumentato in modo aggressivo i tassi di interesse nell'ultimo anno, il valore dei buoni del Tesoro e dei mutui ipotecari a lungo termine è sceso, provocando un buco nei bilanci di alcune banche.
Con l'aumento di ieri, il tasso di riferimento è compreso tra il 5% e il 5,25%.
"Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente", si legge in una nota della Fed, in cui si afferma anche che ''è probabile che condizioni di credito più restrittive per famiglie e imprese pesino sull'attività economica, sulle assunzioni e sull'inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta".

I rapporti pubblicati la scorsa settimana mostrano che la crescita economica è rallentata all'inizio di quest'anno, suggerendo che gli aumenti dei tassi hanno contribuito a frenare l'attività economica.
Il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è cresciuto di un tasso annualizzato dell'1,1% nei tre mesi terminati a marzo, secondo i dati del governo, secondo i quali c'è stato un rallentamento rispetto alla crescita del 2,6% nel trimestre precedente, derivato da un calo degli investimenti delle imprese e degli investimenti fissi residenziali, che include il denaro speso per l'acquisto di case e la costruzione.

A marzo negli Stati Uniti ci sono stati ulteriori 236.000 posti di lavoro a marzo, una forte crescita, ma comunque inferiore alla media di 334.000 aggiunti ogni mese nei sei precedenti. Nel frattempo, le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono diminuite moderatamente a febbraio, ma sono rimaste solide.

Tags: esteri, usa
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