EY Global Climate Action Barometer 2024: aziende italiane sempre più green

- di: Barbara Leone
 
Le imprese di tutto il mondo stanno affrontando i rischi legati al cambiamento climatico con un approccio sempre più proattivo, trasformando sfide epocali in opportunità di crescita. È quanto emerge dall’EY Global Climate Action Barometer 2024, un’analisi che monitora le azioni e i piani di oltre 1400 aziende in più di 50 Paesi. I risultati, resi noti in occasione della COP29 a Baku, in Azerbaigian, evidenziano il crescente impegno verso la decarbonizzazione, un processo ormai considerato imprescindibile. Secondo i dati del Barometer, il 41% delle aziende globali ha già implementato piani per gestire i rischi climatici, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione. Un ulteriore 21% ha dichiarato di voler sviluppare iniziative simili nel prossimo futuro.

EY Global Climate Action Barometer 2024: aziende italiane sempre più green

L’adozione di strumenti avanzati, come l’analisi degli scenari raccomandata dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), ha visto un aumento significativo: il 67% delle aziende globali utilizza tali analisi per valutare rischi e tempistiche legati al cambiamento climatico, contro il 58% dello scorso anno. L’Italia si distingue positivamente nel contesto globale: il 99% delle aziende italiane analizzate fornisce informazioni dettagliate sulle proprie azioni in ambito di sostenibilità, superando il dato globale del 94%.

“Le aziende sono ormai consapevoli che la decarbonizzazione non è solo una necessità, ma un'opportunità senza precedenti per innovare e crescere,”
sottolinea Marco Duso, EY Italy and EMEIA Sustainability Leader. “Grazie a piani di transizione strategici e ambiziosi, le imprese possono mitigare i rischi climatici e accelerare un percorso di crescita sostenibile, garantendo competitività a lungo termine. Chi sarà in grado di abbracciare questa trasformazione potrà costruire un futuro più prospero in uno scenario internazionale ricco di sfide e opportunità.”

Uno dei focus principali del Barometer è la qualità delle informazioni divulgate dalle aziende. A livello globale, il punteggio medio è salito al 54%, con i Paesi europei tra i migliori: il Regno Unito guida con il 69%, seguito dalla Corea del Sud (62%) e dal Giappone (61%). L’Italia si posiziona sopra la media europea, con un punteggio del 62%, confermando il suo impegno verso una comunicazione trasparente e dettagliata. Nel nostro Paese, il 68% delle aziende, rispetto al 47% globale, ha adottato target numerici per valutare i rischi climatici. Tra gli scenari di emissione più frequentemente considerati, il 59% delle aziende italiane utilizza lo scenario RCP 8.5, caratterizzato da un continuo aumento delle emissioni senza interventi, mentre il 50% fa riferimento allo scenario NetZero 2050, mirato a raggiungere zero emissioni nette entro la metà del secolo. L’analisi EY evidenzia come l’83% delle aziende globali effettui disclosure sui rischi climatici.

In Italia, la percentuale supera il 90%, dimostrando una sensibilità maggiore rispetto alla media internazionale. L’85% delle aziende italiane, inoltre, dichiara le opportunità legate al cambiamento climatico, con un focus particolare su nuovi prodotti e servizi (73%), efficienza delle risorse (44%) e utilizzo di risorse energetiche innovative (32%). “Le aziende italiane non solo riconoscono i rischi, ma vedono nella transizione climatica una leva per innovare e creare valore,” continua Duso. “Questo approccio è fondamentale per garantire una crescita sostenibile e mantenere la competitività in un contesto internazionale.”

In Italia, settori come l’agricoltura, i prodotti forestali, le telecomunicazioni e la tecnologia spiccano per il loro impegno totale (100%) nella divulgazione dei piani di decarbonizzazione. Seguono il settore bancario (85%), i trasporti (83%) e il comparto energetico (66%). Oltre il 70% delle aziende italiane collabora attivamente con autorità regolatorie e stakeholder industriali per definire piani di transizione energetica, rispetto al 60% del campione globale. Inoltre, il 73% delle aziende italiane fornisce roadmap dettagliate che delineano azioni specifiche su breve, medio e lungo termine, una percentuale nettamente superiore alla media globale del 65%.
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