EY EU Bank Lending Economic Forecast: "Frenano credito alle imprese e mutui, sale il credito al consumo"

- di: Daniele Minuti
 
È stato pubblicato l'EY European Bank Lending Economic Forecast 2022, report che analizza l'evoluzione dei prestiti nel settore privato in modo da prevederne l'andamento e la foto scattata vede una crescita di del 3,9% nel 2020 e dell'1,3% nel 2021, con una flessione prevista nell'anno in corso del 3,2%.

Pubblicato l'EY European Bank Lending Economic Forecast 2022

La crescita degli ultimi due anni è in rallentamento per l'incertezza a livello geopolitico e la salita dell'inflazione: essa dovrebbe frenare ulteriormente nel 2023, prima di un'inversione di tendenza nei due anni successivi (1,7% nel 2024 e 2,4% nel 2025).

Il report spiega: "L'economia italiana affronta inoltre l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, con conseguenti rischi di interruzione della catena di approvvigionamento delle imprese che peseranno sulla domanda di mutui e prestiti ai privati, con una possibile riduzione generale dei consumi e della capacità di investimento. Nel 2020 i prestiti alle imprese, sostenuti dalle garanzie governative, sono cresciuti del 5,8% (contro il -7,0% del 2019). Si tratta del primo anno di crescita del credito alle imprese dal 2011. Tuttavia, già nel 2021 i prestiti si sono contratti dello 0,7%. Le prospettive per il credito alle imprese godono attualmente di alcuni aspetti positivi e l'economia italiana dovrebbe continuare a crescere quest'anno e moderatamente anche il prossimo, sostenuta dai fondi del PNRR e dal programma di riforme del governo Draghi. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione e le tensioni geopolitiche potrebbero avere ricadute negative sull’economia e sulla fiducia dei privati e rischiano pertanto di depotenziare questi fattori di sostegno. Nel complesso, si prevede che i prestiti alle imprese aumenteranno del 2,9% quest'anno, ma solo dello 0,7% nel 2023".

La domanda di prestiti non garantiti in Italia nel 2020 cala dello 0,8%, per le poche opportunità di spesa durante il lockdown, mentre lo stock di debito non garantito sale dell’1,3% nel 2021 (con crescita prevista del 2,8% nel 2022 e del 3,1% nel 2023).

Se i risparmiatori avranno le risorse accumulate durante il periodo pandemico, altre famiglie avranno bisogno di chiedere prestiti per attenuare il calo del proprio potere d'acquisto: i prestiti ipotecari hanno ottenuto performance solide nel periodo della pandemia (+2,1% nel 2020 e + 4,7% nel 2021) grazie al rincaro dei prezzi delle case, dei tassi di interesse bassi, della diffusione del lavoro ibrido e ai risparmi del lockdown.

Ma secondo il report di EY, è previsto un rallentamento della crescita dei mutui visto che i prezzi delle case continuano a salire, come i tassi d’interesse. Le stime di rallentamento della crescita dei mutui è del 2,9% nel 2022 e dell'1,2% nel 2023.

Capitolo crediti deteriorati: anche in caso di un nuovo peggioramento delle prospettive, a frenare l'aumento dei crediti deteriorati che arrivò con la crisi del debito sovrano europeo dovrebbe rallentare per via del miglioramento dei bilancio di famiglie e imprese: "All'inizio del 2021, il 14% dei prestiti beneficiava di moratorie e il 18% dei prestiti alle società non finanziarie era coperto in tutto o in parte dalla garanzia statale. Questo ha portato a un calo dei crediti deteriorati dal 6,4% del totale del 2019 al 4,4% del 2020 e al 3,3% del 2021 (quest'ultimo il dato più basso dal 2005)". Previsto un aumento della percentuale al 3,9% nel 2022 e al 4,1% nel 2023 per la cessazione dei regimi di sostegno e delle moratorie.

Stefano Battista, Italy Financial Services Market Leader di EY (nella foto), ha commentato: "Nonostante otto anni di tassi di interesse negativi con conseguente riduzione dei margini, le banche nei principali mercati europei rimangono in una posizione di solidità patrimoniale e durante gli anni più difficili della pandemia, anche grazie al supporto dei vari incentivi governativi, 750 miliardi di euro in linee finanziarie essenziali sono stati prestati ad imprese e famiglie. In tale contesto le prospettive economiche per il settore bancario italiano sono di cauto ottimismo, avendo dimostrato una buona stabilità e resilienza finanziaria. Si impone una certa cautela alla luce dei primi segnali di incertezza dovuti alla situazione geopolitica e all’inflazione. Questo è un momento cruciale in cui le istituzioni finanziarie e la classe dirigente politica devono continuare a collaborare per trovare le opportune soluzioni al fine di gestire eventuali problematiche derivanti dal conflitto in Ucraina che potrebbero impattare sul sistema economico. Il combinato disposto di un’eventuale stagflazione, degli impatti negativi sui costi e sui ricavi delle imprese (esposte nei confronti dei Paesi coinvolti nel conflitto) e della tensione sui mercati finanziari potrebbe aumentare il coefficiente di rischio degli attivi delle banche, con crescita dei livelli di capitale assorbito, maggiori svalutazioni e minor margine di intermediazione. Nonostante tutti questi aspetti di incertezza, il sistema economico-finanziario italiano appare in grado di reggere ai contraccolpi di un’eventuale crisi, grazie alla generale stabilità e solidità degli intermediari finanziari, al risparmio privato, alla capacità delle imprese di stare sui mercati internazionali e all’utilizzo dei fondi del PNRR".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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