Eurispes: "Il 66% dei giovani italiani è fiducioso per il futuro"

- di: Giuseppe Castellini
 
“Paradossalmente, l’epidemia da Coronavirus ha contribuito alla crescita (66,1%) della fiducia nel futuro (nel 2019 era pari al 55%), nonostante la mancanza di stabilità, l’aumento della disoccupazione e il calo dei redditi”. Lo afferma il Rapporto Eurispes nell’ambito di un’indagine realizzata nei quattro paesi europei (Italia, Germania, Polonia e Russia) sui giovani e la loro idea di futuro. L’iniziativa è promossa da un gruppo di esperti appartenenti a diversi enti: per l’Italia, appunto l’Eurispes.

Tra i giovani italiani, evidenza il Rapporto, aumenta la fiducia nel proprio Paese e anche negli anni che verranno. Il giudizio dei giovani sulla situazione attuale e nella prospettiva a 10-15 anni contrassegna generalmente l’Italia con giudizi positivi. Pur avendo attraversato un 2020 molto difficile, i giovani hanno indicato per l’Italia un “passo verso il futuro” con valore positivo, pari a +1,81 punti, superiore all’incremento dell’indicatore Paese del 2018, che segnava un aumento pari a +1,06 punti.
La sfera sociale del Paese ha ricevuto, da parte dei giovani, il massimo indice di aumento nelle valutazioni relative alle prospettive future (10-15 anni) passando da una valutazione di 4,5 punti per la situazione attuale a 5,9 punti per quella futura e ponendo questo trend di miglioramento al primo posto rispetto agli altri ambiti della vita comunitaria italiana.

La pandemia ha portato a un aumento, più che raddoppiato, di coloro che hanno cambiato in modo significativo la visione del proprio futuro professionale, progettando di cambiare professione o àmbito di attività. Secondo l’indagine 2020, il 30,4% di coloro che hanno risposto a questa domanda intende apportare cambiamenti nella propria vita professionale. Molti hanno motivato questo desiderio con l’intenzione di avere una propria attività, impegnarsi nell’imprenditorialità, lavorare nel campo della psicologia, delle risorse umane, del turismo, del fitness e dello sport. Quanto alla pianificazione della propria attività lavorativa, la maggior parte dei giovani si concentra nella ricerca di un posto di lavoro (35,2%), principalmente in un’impresa privata (23,6%) piuttosto che in una struttura pubblica (11,6%). Un quarto degli intervistati desidera avviare un’attività in proprio (24,9). Resta, comunque, il problema aperto del 13% dei giovani che rinunciano a programmare ogni ricerca di lavoro.

I punti di riferimento cambiano: aumenta nettamente l’apprezzamento per uomini di Stato e politici.
Nel 2020, rispetto al 2019, si è verificato un cambiamento delle persone-leader indicate con riferimento ai diversi gruppi di persone autorevoli: i rappresentanti della cultura e dell’arte hanno perso la funzione guida (dal 40,4% al 9,3%) e gli sforzi dello Stato per combattere la pandemia hanno dato il loro risultato: la maggioranza dei giovani italiani ha trovato modelli di comportamento degni di imitazione tra i personaggi statali e politici (25,5% nel 2019 e 40,8% nel 2020). Gli atleti sono ancora considerati un modello di riferimento positivo, principalmente calciatori (23,6%), seguiti dagli artisti pop (20,8%) e scienziati (19,1%). Un modello di riferimento è stato riconosciuto, in termini accresciuti rispetto al passato, a rappresentanti delle imprese (2% nel 2019; 10,8% nel 2020), giornalisti televisivi e presentatori (con un aumento, per entrambi, dal 3,9% al 13,2%, rispettivamente). Molti meno esempi degni di comportamento sono stati rintracciati dai giovani tra religiosi (6,6%). Moltissimi sono infine i giovani che non hanno modelli di riferimento (23,3%).
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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