Le ricette degli altri - HRW: centinaia di migranti uccisi al confine da guardie saudite

- di: Redazione
 
Sono pesantissime le accuse che l'organizzazione Human Rights Watch ha lanciato contro l'Arabia Saudita in un rapporto nel quale sostiene che le guardie di frontiera di Riyadh hanno ucciso centinaia di migranti (in maggioranza etiopi) intercettati mentre tentavano di attraversare illegalmente il confine con lo Yemen.
Il rapporto di Human Rights Watch, intitolato ''They Fired On Us Like Rain'' (che riprende il contenuto di alcune delle dichiarazioni rese dai migranti), riferisce che coloro che cercavano di oltrepassare la linea di confine sono stati colpiti con armi da fuoco dalla polizia e dai soldati sauditi. I racconti dei migranti sono drammatici, riferendo di essere stati oggetto di colpi di armi da fuoco, anche pesanti, da parte dei sauditi, che non avrebbero risparmiato donne e bambini.

Le ricette degli altri - HRW: centinaia di migranti uccisi al confine da guardie saudite

Alcuni dei migranti hanno subito gravi mutilazioni e, una volta curati dalle organizzazioni umanitarie, sono tornati in Etiopia.
Per cercare di arrivare in Arabia Saudita, attratti dalla possibilità di trovare un lavoro, i migranti etiopi, secondo le loro testimonianze, pagano quasi duemila dollari, per vedere le loro speranze quasi sempre frustrate da una pioggia di proiettili.
Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, agenzia delle Nazioni Unite, ogni anno più di 200.000 persone intraprendono il pericoloso viaggio via mare dal dal Corno d'Africa allo Yemen e poi viaggiando verso l'Arabia Saudita.

La traversata marittima è abbastanza pericolosa. Più di 24 migranti sono stati dichiarati dispersi la scorsa settimana dopo un naufragio al largo della costa di Gibuti.
Dozzine di migranti sono stati uccisi due anni fa in un centro di detenzione nella capitale yemenita, Sanaa, gestito dai ribelli Houthi, che controllano la maggior parte del nord del Paese.
Ma gli abusi delineati nell'ultimo rapporto di HRW sono diversi per portata e natura.
"Ciò che abbiamo documentato sono essenzialmente uccisioni di massa", ha detto alla BBC l'autrice principale del rapporto, Nadia Hardman. Che ha riferito di immagini che hanno fatto pensare ai campi di sterminio, con corpi sparsi sul terreno.

L'arco temporale coperto dal rapporto copre i mesi tra marzo 2022 a giugno 2023, riferendo di avere accertato 28 distinti incidenti episodi di violenza.
Il rapporto afferma che è impossibile stimare quanti migranti siano stati uccisi lungo il confine, per la difficoltà di raggiungere i valichi di frontiera e di rintracciare i superstiti: una stima per difetto, secondo Harman, parla di un minimo di 655 morti, ''ma - dice l'attivista - è probabile che siano migliaia, Abbiamo effettivamente dimostrato che gli abusi sono diffusi e sistematici e possono costituire un crimine contro l'umanità".
Di molti morti per mano delle forze di sicurezza saudite si è cominciato a parlare lo scorso ottobre e a sollevare il problema è stata una lettera che esperti delle Nazioni Unite hanno inviato governo di Riyadh. Il governo saudita, pur facendo capire che avrebbe approfondito la portata delle accuse, ha respinto con durezza l'ipotesi di uccisioni o su larga scala.

Ma a luglio una rete di ricerca globale, il Mixed Migration Centre, ha alzato il livello delle accuse con un rapporto in cui si riferisce di cadaveri abbandonati lungo l'area di confine, di ferite inferte a colpi d'arma da fuoco a migranti in stato di fermo e di uso di armi pesanti (mitragliatrici e mortai) contro persone terrorizzate.
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