Eni, vidi, vici: nel primo semestre 7 miliardi di utili

- di: Redazione
 
In Gran Bretagna, quando sono stati resi noti i dati positivi dei giganti energetici del primo semestre dell'anno, c'è stata una rivolta. In stile molto british, ovviamente: proteste, lettere ai giornali e ai siti, interviste per strada, in cui la gente comune, quella che tornando a casa apre con timore la lettera che gli recapita una bolletta della luce, ha espresso il suo sconcerto. Che è poi aumentato a dismisura quando i dati del semestre sono coincisi con le comunicazioni societarie in cui si motivavano le nuove retribuzioni dei vari amministratori delegati che, tra voci fisse, benefit e azioni, hanno mediamente incassato l'equivalente di decenni di stipendio di un lavoratore o di una lavoratrice normali.
Una ribellione che in più d'un caso ha portato vari amministratori delegati o ceo - in preda forse ai morsi della coscienza - a rinunciare a parte dei loro compensi. Niente che li abbia messi sulla strada, a fare la fila davanti all'Esercito della Salvezza, ma un gesto significativo.
Questo è il Regno Unito (ma è accaduto anche altrove). E l'Italia?
Beh, noi proprio non ce la facciamo ad alzare il dito e dire: nessuna vergogna, vero?
Non lo facciamo nemmeno leggendo o sentendo dire in televisione che l'Eni - che, come dicono gli avvocati per evitare che i giudici si risentano, lo ricordiamo a noi stessi - è dello Stato, cioè nostra. Quindi, nel primo semestre di questo sventurato (per noi consumatori, certamente) 2022, l'Eni ha registrato utili per sette miliardi di euro.

Risultati positivi a livello di utile per Eni nel primo semestre 2022

Ovvero, tanto per semplificare rifacendoci a uno dei temi di questa campagna elettorale, appena meno della metà dell'ammontare che, secondo la proposta della Lega, costerebbe l'applicazione della flat tax al 15 per cento. Oppure, due miliardi in meno di quello che, negli anni, è stato l'esborso per coprire il reddito di cittadinanza.

Fermiamoci qui, se no il discorso ci porterebbe lontano. Quei sette miliardi sono il 700 per cento di utili (che sono i ricavi meno i costi) in più rispetto al semestre precedente (giugno-dicembre 2021).
Ora, se si guarda al calendario degli eventi di questi mesi (che, come nel caso della guerra in Ucraina, molti mettono alla base del lievitare dei costi), si capisce che qui la spirale dei prezzi c'entra poco e che tutto si riduce ad una sola parola: speculazione. E se questa considerazione è veramente fondata, il prossimo inverno sarà molto pesante per le famiglie italiane.
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