Energia e risparmi certo, ma non trattateci come degli spreconi

- di: Redazione
 
Provate a immaginare ''Psycho'', il film di Alfred Hitchcock, senza la lunga scena della doccia, quindi monca della sequenza in cui Norman Bates/Anthony Perkins, in abiti femminili, massacra, a coltellate l'innocente Marion/Janet Leigh, nuda e indifesa. Oppure la scatenata compagnia de ''La grande abbuffata'' (Mastroianni, Tognazzi, Piccoli e Noiret) di Marco Ferreri a cercare la morte non ingozzandosi, come da copione, di prelibatezze cucinate a fuoco lento, ma di affettati, tocchetti di formaggio o foglie di lattuga.
Se i due Maestri fossero ancora tra di noi e stessero stendendo ora la sceneggiatura dei loro capolavori tenendo conto delle ''raccomandazioni'' del nostro governo in materia di risparmio energetico, dovrebbero mutilare il frutto della loro immaginazione artistica perché non ''politicamente corretto''. Quindi con docce che devono essere concentrate in un paio di minuti e senza pentole che stanno ore sul fuoco per rendere tenerissima anche la carne più innervata.

Gli appelli a risparmiare energia suonano canzonatori verso gli italiani

La licenza che ci siamo presi è per solo cercare di rendere meno seriosa l'analisi delle ultime mosse del governo davanti ad una crisi che, da energetica (ovvero i prezzi schizzati in alto per effetto della guerra in Ucraina), sta diventando soprattutto sociale, se con questo termine possiamo indicare la vita che ciascuno di noi, da solo o come parte di una famiglia, tra mille difficoltà economiche porta avanti da mesi.

L'Italia non produce energia non perché non ne ha la possibilità, ma anche come conseguenza di scelte sulle quali disquisire oggi farebbe perdere solo tempo, oltre a farci arrabbiare, inutilmente e per chissà quanto tempo. Noi, che abbiamo detto no al nucleare, alle trivellazioni e abbiamo fatto di tutto per bloccare l'arrivo di gas da Paesi che non sono la Russia, dobbiamo importare energia e la paghiamo anche tanto perché il libero mercato ha le sue leggi.

Con i rubinetti del gas russo ormai chiusi (quello che, ufficialmente, era presentato come uno stop per lavori di manutenzione del Nord Stream ormai è parte integrante della strategia della guerra di Putin contro chi condanna con i fatti l'aggressione all'Ucraina) e con la prospettiva di una bolletta energetica esorbitante, non possiamo che attingere alla saggezza di un tempo, per arrivare a usare, quotidianamente, un verbo, ''risparmiare'', che sembrava ormai dimenticato nel regno di Bengodi.

Ecco, il punto sta proprio in questo. Il governo può imporre delle regole (impianto di riscaldamento aperti 15 giorni dopo il termine dello scorso anno e per un'ora in meno nel corso della giornata), ma poi deve dare suggerimenti, come se gli italiani fossero dei bambini che avvicinano pericolosamente la manina alla fiammella. Forse la cosa più scontata era fare un semplice appello al buonsenso, senza ammantare semplici considerazioni di una ufficialità che le ha rese solo risibili.

Perché dire che dobbiamo risparmiare è come dirci che il giorno inizia quando finisce la notte, perché nessuno che abbia un cervello consuma energia nelle sue forme - gas, elettricità, petrolio - solo per il gusto di farlo e non perché ne ha una esigenza. Ma l'Italia è in buona compagnia perché anche in altri Paesi europei i governi invitano al risparmio, ma, ci si consenta, lo fanno con parole e forme diverse, rivolgendosi ai cittadini come persone e non come scriteriati da educare e fare diventare ''risparmiosi''.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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