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Le Inchieste di Italia Informa/ Gas, dallo shock dei 340 euro al nuovo equilibrio. L’AIE: nel 2025 tra 40 e 50 euro

- di: Bruno Coletta
 
Le Inchieste di Italia Informa/ Gas, dallo shock dei 340 euro al nuovo equilibrio. L’AIE: nel 2025 tra 40 e 50 euro
Negli ultimi due anni il mercato del gas naturale ha vissuto una delle trasformazioni più drammatiche della sua storia. Da una situazione di relativa stabilità, con prezzi intorno ai 20-30 euro per megawattora (MWh) prima della guerra in Ucraina, si è passati a un’impennata senza precedenti, con un piccolo di 340 euro/MWh nell’estate 2022. Oggi, 24 marzo 2023, i prezzi si attestano intorno ai 55 euro/MWh, ma l’incertezza regna sovrana. Cosa è successo, e cosa ci aspetta nei prossimi anni?
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La situazione pre-guerra: stabilità e dipendenza dalla Russia
Prima dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, l’Europa godeva di una relativa stabilità nei prezzi del gas. La Russia era il principale fornitore, coprendo circa il 40% del fabbisogno europeo attraverso gasdotti come Nord Stream 1. I contratti a lungo termine e le forniture costanti mantenevano i prezzi bassi, intorno ai 20-30 euro/MWh. Tuttavia, questa dipendenza si è rivelata un’arma a doppio taglio quando le tensioni geopolitiche sono esplose.
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Lo shock del 2022: il picco dei 340 euro e la crisi energetica
Con l’inizio della guerra, la Russia ha ridotto drasticamente le forniture di gas all’Europa, utilizzando l’energia come arma politica. La chiusura del gasdotto Nord Stream 1 e le sanzioni internazionali hanno portato a un’impennata dei prezzi, che ad agosto 2022 hanno raggiunto il picco storico di 340 euro/MWh. L’Europa si è trovata di fronte a una crisi energetica senza precedenti, con il rischio di blackout e razionamenti durante l’inverno.
Tuttavia, una combinazione di fattori ha permesso di evitare il peggio:
1. Un inverno mite ha ridotto la domanda di riscaldamento.
2. La diversificazione energetica, con un aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, dal Qatar e da altri Paesi.
3. Il riempimento degli stoccaggi, che ha raggiunto livelli record grazie agli sforzi coordinati dei governi europei.
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L’andamento di oggi, 24 marzo 2023: nervosismo e incertezza
Oggi, il prezzo del gas si attesta intorno ai 55 euro/MWh, un livello significativamente più basso rispetto ai picchi del 2022, ma comunque più del doppio rispetto ai livelli pre-guerra. La ripresa dei prezzi nelle ultime settimane è dovuta a diversi fattori:
Previsioni climatiche: Un possibile raffreddamento delle temperature nelle prossime settimane potrebbe aumentare la domanda di riscaldamento.
Tensioni geopolitiche: Le crisi in Medio Oriente e le incertezze sulle relazioni con la Russia continuano a pesare sul mercato.
Transizione energetica: Le dichiarazioni dei leader europei sulla necessità di accelerare l’abbandono dei combustibili fossili hanno creato ulteriori incertezze.
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Il dibattito in corso: tra ottimismo e cautela
Il dibattito sull’andamento dei prezzi del gas è più acceso che mai. Da un lato, alcuni esperti sostengono che la crisi energetica sia ormai superata. Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), ha dichiarato: “L’Europa ha dimostrato una resilienza straordinaria, ma non possiamo abbassare la guardia. La situazione rimane fragile.”
Dall’altro lato, c’è chi teme che la volatilità possa persistere a lungo. Le tensioni geopolitiche, in particolare tra Russia e Occidente, continuano a rappresentare un rischio significativo. Inoltre, la ripresa economica globale, soprattutto in Cina, potrebbe aumentare la domanda di gas, esercitando ulteriore pressione sui prezzi.
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Proiezioni per il futuro: tra transizione verde e nuovi equilibri
Guardando al futuro, le previsioni per i prezzi del gas dipendono da una serie di fattori. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) stima che i prezzi potrebbero stabilizzarsi intorno ai 40-50 euro/MWh entro il 2025, a patto che l’Europa continui a diversificare le sue fonti energetiche e a investire in infrastrutture per il GNL e le rinnovabili. Tuttavia, rimane il rischio di nuovi shock geopolitici o climatici che potrebbero far impennare nuovamente i prezzi.
La transizione energetica verso fonti rinnovabili è più urgente che mai, non solo per motivi ambientali, ma anche per garantire una maggiore indipendenza energetica. Tuttavia, è essenziale evitare politiche troppo drastiche che potrebbero destabilizzare ulteriormente il mercato. L’Europa deve trovare un equilibrio tra sicurezza energetica a breve termine e obiettivi climatici a lungo termine.
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Opinioni e prospettive: lezioni dalla crisi
La crisi energetica degli ultimi mesi ha insegnato all’Europa l’importanza della diversificazione e della cooperazione internazionale. Tuttavia, la strada verso un nuovo equilibrio è ancora lunga. I governi e le istituzioni internazionali devono lavorare insieme per garantire stabilità e sicurezza energetica, evitando di ripetere gli errori del passato.
In conclusione, i prezzi del gas rimangono un termometro sensibile delle tensioni globali. Mentre il mercato cerca di trovare un nuovo equilibrio, la cooperazione e l’innovazione saranno fondamentali per superare le sfide future. La crisi energetica non è finita, ma l’Europa ha dimostrato di poter reagire con determinazione e resilienza.

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