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L’Intervento/ Elly Schlein e la disfatta marchigiana

- di: Bruno Chiavazzo, giornalista e scrittore
 
L’Intervento/ Elly Schlein e la disfatta marchigiana

(Foto: la segretaria del Pd, Elly Schlein).

ùHo la residenza a Fano, nelle Marche e, da buon cittadino, sono partito da Roma, dove abito, per votare. Già nel seggio si vedeva subito lo scarso interesse della cittadinanza a questa tornata elettorale. Non c’era nessuno, a parte gli scrutatori e le forze dell’ordine. Inoltre il tempo inclemente, con acquazzoni improvvisi, non ha contribuito a far uscire di casa i fanesi, che già non ne avevano alcuna voglia.

Ma, questioni meteorologiche a parte, la verità è che la campagna elettorale è stata veramente sottotono: beghe locali e questioni nazionali e internazionali di nessun interesse. Candidati appesi ai muri con i soliti faccioni in primo piano, accompagnati da slogan pubblicitari in stile anni Sessanta, qualche comizio deserto, cene elettorali da mensa aziendale… insomma un déjà-vu visto e rivisto.

Una cosa sola ha richiamato l’interesse – più che altro giornalistico – delle elezioni marchigiane: il debutto elettorale del famigerato “campo largo”, tanto caro alla segretaria Pd, che nelle intenzioni avrebbe dovuto annichilire il centrodestra. Schlein, Conte, il duo post-sovietico Fratoianni e Bonelli, con alcuni sopravvissuti della sinistra d’antan, hanno battuto il territorio a sostegno del candidato Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro e parlamentare europeo, partito subito azzoppato da una vicenda giudiziaria dai contorni strapaesani.

Chi si è spesa di più, però, è stata Elly Schlein. E il voto marchigiano ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che il suo “appeal” comunicativo fa acqua da tutte le parti. Le capacità retoriche e mediatiche di Giorgia Meloni sono tali da mangiarsela senza deglutire.

E infatti ha vinto a man bassa Francesco Acquaroli, uno con una faccia e uno stile oratorio quaresimale, ma supportato dalla Meloni: nei manifesti elettorali compariva in primo piano, oscurando il volto triste da “italiano in gita” (cit. Paolo Conte) del candidato presidente, che ha così scorticato le ambizioni da futura premier della Schlein.

Oltretutto, con un’alzata d’ingegno, la segretaria Pd ha virato negli ultimi giorni della campagna elettorale sul sostegno incondizionato ai navigatori della Flottiglia, come se ai marchigiani potesse importare delle sorti di un centinaio di diportisti intenzionati (sic!) a fermare Netanyahu nella Striscia di Gaza.

Ad abundantiam, lo spoglio dei voti ha dimostrato che i 5 Stelle sono in caduta libera, così come, dall’altra parte, la Lega. Senza contare la disaffezione sempre più marcata degli italiani al voto: nelle Marche l’affluenza ha raggiunto a stento il 50%.

La morale di queste elezioni è chiara: o il centrosinistra trova qualcuno in grado di bucare il video e capace di risvegliare un sentimento riformista nel popolo italiano, oppure Giorgia Meloni governerà l’Italia in beata solitudine per gli anni a venire.

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