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Stop ai furbi della rottamazione: il fisco entra nei conti correnti

- di: Matteo Borrelli
 
Stop ai furbi della rottamazione: il fisco entra nei conti correnti
Stop ai furbi della rottamazione: il fisco entra nei conti correnti
Relazione Benedetti: nel magazzino fiscale €1.272 miliardi, in arrivo controlli bancari, pignoramenti mirati e stretta sui decaduti dalle rate.

In Italia l’epoca delle mezze rottamazioni, con chi paga la prima rata e poi sparisce, è al tramonto. La Relazione della Commissione Benedetti, presentata al Ministero dell’Economia e diffusa il 18 settembre 2025, indica la necessità di dare al Fisco poteri più ampi: accesso ai saldi dei conti correnti, incrocio delle fatture elettroniche, pignoramenti verso terzi e regole più rigorose sulle definizioni agevolate. Obiettivo: smuovere uno stock di cartelle che vale oltre 1.272 miliardi di euro e rendere gli incassi più rapidi e certi.

Un magazzino che pesa come un macigno

Al 31 dicembre 2024 i debiti non riscossi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione ammontavano a 1.272,90 miliardi. Non tutto è recuperabile: circa 338 miliardi sono già inesigibili (fallimenti, decessi, nullatenenza) e il discarico complessivo potrebbe superare i 400 miliardi, quasi un terzo del totale.

“Inseguire crediti inesistenti è una perdita di tempo e di risorse”, ha dichiarato Roberto Benedetti, presidente della Commissione, illustrando la logica di uno stralcio selettivo per liberare risorse e concentrare gli sforzi su ciò che si può effettivamente riscuotere.

I nuovi strumenti richiesti al fisco

La Commissione propone un pacchetto operativo che cambierebbe l’azione della riscossione:

  • Accesso al saldo bancario, non solo all’esistenza dei conti, con garanzie di tutela e tracciabilità degli accessi.
  • Incrocio con la fatturazione elettronica per individuare crediti in entrata e applicare pignoramenti mirati sui flussi.
  • Pignoramenti verso terzi resi sistematici quando il debitore vanta crediti verso clienti o partner.
  • Discarico programmato delle posizioni irrecuperabili con un calendario in fasi (fino al 2010 entro fine 2025; fino al 2017 entro 2027; fino al 2024 entro 2031).
  • Potenziamento di personale e tecnologie per collegare le banche dati e ridurre i tempi di lavorazione.

Rottamazioni, addio ai furbetti

Le definizioni agevolate hanno aiutato molti contribuenti, ma sono state spesso usate per guadagnare tempo. Con la Rottamazione Quater, chi era decaduto ha potuto rientrare entro il 30 aprile 2025 pagando la prima rata entro il 31 luglio. La linea ora è netta: “Serve garantire continuità nei pagamenti, altrimenti la definizione agevolata perde senso”, si legge nella relazione, che invoca decadenza immediata in caso di inadempienza e il ripristino delle misure esecutive senza sconti.

Per i piani attivati nel 2025, la rateazione può estendersi fino al novembre 2027. Pagare solo l’acconto non basterà più a fermare fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti, specie con i nuovi strumenti informativi a disposizione dell’amministrazione.

Privacy e politica, un equilibrio delicato

L’accesso ai saldi dei conti correnti e all’anagrafe dei rapporti finanziari pone un tema di privacy. Serviranno paletti chiari: protocolli di autorizzazione, logging degli accessi, sanzioni per uso improprio. Sul piano politico, non tutta la maggioranza è allineata: c’è chi spinge per una nuova rottamazione “morbida”, ma l’indicazione tecnica è che senza riscossione efficace ogni sanatoria rischia di diventare incentivo all’attesa.

Cosa cambia per i contribuenti

  • Prima rata decisiva: senza pagamento puntuale scatta la decadenza e tornano sanzioni e interessi.
  • Conti sotto osservazione: il Fisco potrà verificare saldi e tracciare flussi per agire in modo mirato.
  • Fatture elettroniche: possibili pignoramenti sui crediti in arrivo da clienti e committenti.
  • Piani fino al 2027: chi si è riammesso dovrà rispettare l’intero cronoprogramma delle rate.
  • Meno cartelle “zombie”: lo stralcio selettivo alleggerirà il sistema concentrando gli sforzi su posizioni esigibili.

La sfida del governo

Il banco di prova sarà la legge di bilancio: se recepirà le linee della Commissione, i furbi della rottamazione avranno vita breve e la riscossione potrà avvicinarsi agli standard europei. “È finita l’epoca delle illusioni. Lo Stato deve incassare, non solo contare”, ha sottolineato Roberto Benedetti, sintetizzando la svolta attesa: meno rinvii, più certezza del diritto e incassi effettivi.

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