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Spread giù, Giorgetti: “Le banche ora aiutino le famiglie”

- di: Matteo Borrelli
 
Spread giù, Giorgetti: “Le banche ora aiutino le famiglie”
Spread giù: Giorgetti sprona le banche ad aiutare le famiglie
Dal calo dei rendimenti al rating più solido, il ministro dell’Economia chiede agli istituti di trasformare i vantaggi finanziari in sostegni concreti.

(Foto: il ministro Giovanni Giorgetti al Meeting di Rimini tra Mariastella Germini e Maurizio Lupi).

La sfida dopo tre anni di governo

Il Meeting di Rimini è stato l’occasione per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di tracciare un bilancio dei primi tre anni alla guida del dicastero. “Abbiamo costruito una casa partendo dalle fondamenta, con serietà e responsabilità, un mattone alla volta”, ha detto il ministro al Meeting, rivendicando risultati tangibili: lo spread ai minimi da cinque anni e un miglioramento della percezione internazionale del debito italiano.

Questi progressi hanno portato benefici immediati al sistema finanziario. A partire dalle banche, che hanno visto alleggerirsi il costo della raccolta. Ma per Giorgetti il tempo del consolidamento deve ora lasciare spazio a un passaggio successivo: trasformare i vantaggi di mercato in “benefici concreti per le famiglie”.

Un “pizzicotto” alle banche

“Ogni tanto mi diverto a dare un piccolo pizzicotto agli istituti di credito”, ha scherzato il ministro, sottolineando però che il messaggio è serio: in una fase in cui i conti pubblici restano sotto controllo, il governo si aspetta che gli istituti aprano i rubinetti del credito e sostengano chi è più esposto al caro mutui e alle difficoltà economiche.

Il richiamo ha un sapore politico, perché arriva alla vigilia della Manovra. In passato l’esecutivo aveva già cercato di chiamare in causa gli istituti: nel 2023 con il discusso prelievo sugli extraprofitti, poi con l’ipotesi – mai attuata – di un contributo volontario rilanciata dalla Lega e stoppata da Forza Italia.

Previdenza complementare, nuova frontiera

Ma le banche non sono l’unico terreno di intervento. Giorgetti ha aperto un dossier poco dibattuto, quello della previdenza complementare. Secondo il ministro, i fondi pensione integrativi dovrebbero “guardare di più all’Italia che all’estero”, orientando le proprie scelte di investimento verso l’economia reale nazionale e le infrastrutture strategiche.

Un invito che ricorda, in chiave moderna, le politiche di indirizzo del risparmio privato che hanno accompagnato lo sviluppo industriale del Paese nel secondo dopoguerra.

Una sostenibilità sotto osservazione

Sul tema pensioni è intervenuto anche il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, che ha definito il sistema “impegnativo ma governabile”, a patto di coinvolgere più donne e giovani nel mercato del lavoro. “Bisogna anche permettere di restare attivi più a lungo – evitando di spingere verso uscite anticipate”, ha aggiunto.

Un tema che si intreccia con la crisi demografica e che sarà al centro dei prossimi capitoli della Legge di bilancio, insieme a misure sulla natalità.

Lo sguardo oltre lo spread

Il calo dei rendimenti e il rialzo del rating non sono obiettivi in sé, ma strumenti. Giorgetti lo ha ribadito chiaramente: “I numeri devono tradursi in vantaggi percepiti dai cittadini”. Da qui la richiesta alle banche di fare la loro parte.

Sul tavolo, oltre a banche e previdenza, ci sono altri capitoli sensibili – tra cui il tema Isee e prima casa, rilanciato da Matteo Salvini – che verranno discussi nei prossimi mesi. Ma il filo conduttore rimane lo stesso: dare concretezza a risultati che oggi si vedono soprattutto nei grafici finanziari, non ancora nei portafogli delle famiglie.

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