Per l’Istituto Bruno Leoni il ritiro dei ristori Covid è un colpo alla certezza del diritto e alla credibilità delle istituzioni.
(Foto: Alberto Mingardi, Direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni - Idee per il libero mercato).
È un attacco frontale quello che l’Istituto Bruno Leoni (IBL) rivolge alla Regione Emilia-Romagna sul caso dei ristori Covid. L’istituto accusa apertamente la giunta guidata da Stefano Bonaccini prima e da Matteo De Pascale oggi di avere messo in discussione impegni già assunti con le strutture private accreditate.
Il nodo dei ristori
Al centro della vicenda c’è la delibera 2133 dell’11 novembre 2024, che definiva i criteri per i ristori agli operatori privati sanitari rimasti aperti durante la pandemia. Ora la Regione ha deciso di annullarla, chiedendo la restituzione di circa 80 milioni di euro già anticipati. “È un intervento che viola non solo la certezza del diritto, ma anche il buon senso”, afferma l’Istituto Bruno Leoni.
Il peso del privato accreditato
Secondo l’IBL, i privati erano stati convinti a restare operativi in un momento drammatico, rinunciando a chiudere e a mandare i dipendenti in cassa integrazione. Una scelta che permise al sistema sanitario di reggere, visto che il 23% delle prestazioni ospedaliere in Emilia-Romagna è erogato proprio dal privato accreditato. “Ora che la tempesta è passata, la Regione si rimangia la parola”, puntualizza il think tank.
Investitori e credibilità
Il ragionamento è chiaro: se gli accordi presi da una giunta possono essere cancellati da quella successiva, nessun investitore potrà mai fidarsi. “Qualunque investitore razionale non può far altro che scappare a gambe levate”, sottolinea IBL, evidenziando un grave danno alla credibilità istituzionale.
Il confronto con Roma
La critica non risparmia nemmeno il paragone con Roma: se il governo nazionale è spesso accusato di guardare solo ai saldi di bilancio, sorprende ancora di più che un governo regionale, vicino al territorio, scelga di colpire proprio chi lo ha sostenuto nei momenti più bui. “Un governo regionale dovrebbe conoscere bene le sfide locali e lavorare con chi opera sul campo, non fare carta straccia degli impegni presi”, rimarca l’Istituto Bruno Leoni.
La replica di Fabi
L’assessore alla Sanità, Massimo Fabi, ha provato a difendersi sostenendo che “un’amministrazione sana e trasparente è anche quella capace di correggere eventuali errori”. Ma per l’IBL la correzione non può trasformarsi in una revoca retroattiva. “Se ci sono errori nei calcoli si rifacciano i conti – osservano gli autori – ma non si può chiedere ai privati di lavorare in perdita dopo aver mantenuto in piedi il sistema sanitario durante la pandemia.”
La posta in gioco
Un’uscita che suona come un monito: senza certezza del diritto, ammonisce l’IBL, il rischio è che la sanità regionale perda non solo risorse economiche, ma anche fiducia e stabilità.