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La Manovra del Governo appesa alle banche

- di: Bruno Coletta
 
La Manovra del Governo appesa alle banche
Manovra appesa alle banche: pace fiscale o solo slogan?
Stime al lumicino, upgrade Fitch e veti nella maggioranza: il Tesoro cerca un contributo dagli istituti, Forza Italia frena. Senza coperture vere, taglio Irpef e rottamazione rischiano di restare promesse.

(Foto: il ministro a Economia e Finanze, Giovanni Giorgetti).

Che cosa c’è davvero sul tavolo

Il cantiere della legge di bilancio riparte da una verità scomoda: la crescita “spendibile” è minima. Le ipotesi tendenziali, cioè al netto di misure espansive, indicano +0,5% nel 2025 e +0,7% nel 2026: non autostrade, ma corsie di emergenza. È in questo perimetro che il Tesoro muove i primi passi della manovra.

Pil e spread: realtà, non narrazione

La traiettoria resta corta. L’OCSE vede un profilo di crescita in linea con lo zero virgola; S&P immagina un’accelerazione leggermente più robusta nel 2026. Sul fronte mercati, l’upgrade di Fitch ha contribuito a mantenere lo spread su livelli contenuti. Ma il beneficio si azzera se la manovra non risulta coerente e credibile.

Il nodo banche

Qui si gioca la partita. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti marca il perimetro: “La rotta non è automatica: ci sono temporali e serve prudenza”, dichiara Giorgetti. L’obiettivo è un contributo “ragionevole” del sistema del credito al sollievo fiscale, dopo anni di utili robusti, con un approccio dialogante: “Niente crociate, niente bullismo verso le banche: ci si siede al tavolo e si trova un accordo”, afferma Giorgetti.

La reazione di Forza Italia e dell’Abi

All’interno della maggioranza, Forza Italia serra le fila: “Nessuna nuova tassa: si discute solo dentro perimetri concordati”, è il messaggio politico. L’Abi, con Antonio Patuelli, mantiene un profilo di prudente disponibilità: confronto aperto, ma certezza delle regole e tutela della competitività restano imprescindibili. Senza una quadra politica, l’idea del contributo rischia di svuotarsi.

Rottamazione e Irpef: cosa può restare e cosa no

Rottamazione / pace fiscale

La Lega spinge per una pace fiscale che alleggerisca il peso delle cartelle esattoriali. Palazzo Chigi evita il termine “condono” e punta su criteri più selettivi: premiare chi è in effettiva difficoltà, evitando sanatorie generalizzate. La scelta della selettività determina i costi e, di conseguenza, la fattibilità.

Taglio Irpef per il ceto medio

La promessa più attesa riguarda il taglio dell’aliquota Irpef per i redditi medi. È una priorità politica ma richiede coperture certe: se altre misure assorbiranno risorse, lo spazio per l’Irpef si ridurrà. Un motivo in più per definire con precisione il contributo delle banche.

Ires premiale e altri capitoli

L’esecutivo punta a stabilizzare l’Ires premiale per chi reinveste utili in innovazione e occupazione. Restano sul tavolo le detrazioni legate ai figli, gli incentivi per acquisto o locazione della casa per le giovani coppie e la detrazione al 50% per la ristrutturazione della prima casa. Sul recupero coattivo, il governo frena su interventi “massivi” sui conti correnti.

Il vincolo che nessuno può ignorare: le entrate

Con un Pil “zero virgola”, ogni riduzione di imposte esige di dire dove si prende prima di dire cosa si taglia. La pressione fiscale è già salita, segno che il gettito ha fatto la sua parte: ulteriori coperture richiedono scelte nette tra spesa e basi imponibili.

La posta in gioco

Il governo promette il rientro del deficit sotto il 3% in tempi rapidi. Con questa crescita, l’aritmetica è più forte della retorica: se il contributo degli istituti sarà esile, Irpef e pace fiscale scivoleranno in secondo piano; se sarà troppo incisivo, rischia di frenare credito ed economia reale e di spaccare la maggioranza. O arrivano coperture vere, oppure restano slogan.

Frasi da ricordare

  • “La rotta non è automatica, ci sono temporali: serve prudenza.” — Giorgetti, ministro Economia e Finanze
  • “Niente crociate contro le banche: il contributo si concorda, senza bullizzare nessuno.” — Giorgetti

Cosa accadrà adesso

  1. Il Tesoro chiuderà un quadro programmatico conservativo: margini da usare con il contagocce.
  2. Il tavolo con Abi dirà se esiste un perimetro per un contributo una tantum o pluriennale. Se salta, Irpef e pace fiscale verranno ridimensionate.
  3. Mercati e rating daranno tempo solo a una manovra coerente: l’upgrade di Fitch non è un’assicurazione a vita.
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