• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Lavoro Usa, calano le richieste di sussidio: segnale di forza?

- di: Bruno Coletta
 
Lavoro Usa, calano le richieste di sussidio: segnale di forza?
Domande in discesa per la quarta settimana, ma salgono quelle in sospeso. Il mercato regge, ma il rallentamento dell’occupazione fa capolino.

Un mercato che non molla, ma scricchiola

Il mercato del lavoro statunitense continua a sorprendere: nella prima settimana di luglio 2025, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono calate per la quarta settimana consecutiva, scendendo a 227.000 unità, 5.000 in meno rispetto alla settimana precedente. Un risultato inatteso, che ha smentito le previsioni di un lieve aumento.

È il livello più basso da sette settimane, segnale che — almeno sul fronte dei licenziamenti — l’economia americana mostra ancora una certa resilienza. Ma dietro questa solidità apparente si intravedono sintomi di raffreddamento. Le richieste continuative, cioè quelle presentate da chi è ancora senza impiego dopo l’indennità iniziale, sono salite di 10.000 unità, raggiungendo quota 1.965.000: il livello più alto dal novembre 2021.

Un equilibrio precario tra forza e fragilità

Il quadro complessivo resta incerto. I dati sulle richieste iniziali tranquillizzano i falchi della Fed, che osservano da mesi il mercato del lavoro per decidere se e quando tagliare i tassi. Ma l’aumento delle richieste in sospeso racconta un’altra storia: quella di un mercato in cui chi perde il lavoro impiega più tempo a ricollocarsi.

“La disoccupazione resta bassa, ma la durata media della disoccupazione si sta allungando, segno che le aziende stanno rallentando le assunzioni”, ha commentato Stephen Stanley. “È ancora troppo presto per parlare di deterioramento, ma i dati vanno letti con attenzione”.

Effetto DOGE, ma senza scossoni

Un segnale interessante arriva dalle richieste dei dipendenti federali, osservati speciali dopo i tagli annunciati dal Department of Government Efficiency (DOGE). Le richieste sono scese a 438 nell’ultima settimana di giugno, il numero più basso da dicembre 2024.

Un calo modesto — appena 15 unità — ma politicamente rilevante. Il Dipartimento è al centro di polemiche per licenziamenti in agenzie scientifiche, ambientali e culturali, giudicati da alcuni più ideologici che economici. Per ora, però, l’impatto occupazionale resta contenuto.

Il rebus per la Fed

Il report settimanale arriva in un momento delicato per la Federal Reserve. Dopo aver lasciato invariati i tassi a giugno, la banca centrale si prepara al cruciale vertice di fine luglio. Da un lato, l’inflazione in calo spinge verso un taglio. Dall’altro, il timore di salari in accelerazione o di una svolta ciclica consiglia prudenza.

“Il calo delle richieste iniziali non basta per parlare di piena occupazione stabile”, ha dichiarato Nancy Vanden Houten. “Il vero indicatore da monitorare è la combinazione fra richieste in sospeso e durata media della disoccupazione”.

Uno sguardo più ampio: assunzioni in rallentamento

I dati sui sussidi si inseriscono in un quadro più ampio di raffreddamento del mercato del lavoro. Secondo il JOLTS di fine giugno, le offerte di lavoro sono scese sotto i 7,9 milioni, il livello più basso da febbraio 2021. Anche il tasso di dimissioni volontarie è calato al 2,2%, il più basso dal 2020.

“Stiamo assistendo a una normalizzazione del mercato del lavoro”, ha dichiarato Loretta Mester. “Non è recessione, ma è evidente che il picco della domanda di lavoro è passato”.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Con l’estate nel vivo, gli analisti monitorano i dati sull’occupazione stagionale, in particolare in turismo e ristorazione. Ma quest’anno, le imprese si mostrano più caute. Secondo una rilevazione della NFIB, solo il 17% delle piccole imprese prevede di assumere nei prossimi tre mesi: è il dato più basso dal 2019.

“L’incertezza politica e la volatilità dei consumi stanno frenando la fiducia delle imprese”, ha spiegato Bill Dunkelberg.

Robustezza apparente, ombre in agguato

La discesa delle richieste iniziali può sembrare un segnale positivo. Ma i numeri mostrano un mercato meno dinamico, in cui chi perde il lavoro fatica a trovare nuove opportunità e le aziende rallentano il turnover. La Fed si trova così davanti a un dilemma: attendere ancora o iniziare a tagliare i tassi per prevenire un rallentamento eccessivo?

Una cosa è certa: l’America del lavoro post-pandemica è entrata in una nuova fase. Meno frenetica, più incerta. E tutta da decifrare.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 7 record
Pagina
2
02/12/2025
Occupazione in crescita: Istat registra +75 mila posti a ottobre
Un mercato del lavoro che accelera, ma non per tutti
Trovati 7 record
Pagina
2
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720