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L’Intervento / L’Italia paese dell'ereditocrazia: siamo quasi al 20% del Pil, più del doppio della Sanità

- di: Marta Giannoni
 
L’Intervento / L’Italia paese dell'ereditocrazia: siamo quasi al 20% del Pil, più del doppio della Sanità

Sull’importante network economico lavoce.info Federico Bruni, già Economic Adviser per il governo britannico, affronta il tema scottante dell’“ereditocrazia” in Italia, un fenomeno che sta ridisegnando il panorama economico e sociale del paese.

Come evidenzia Bruni, le eredità in Italia valgono ormai quasi un quinto del Pil, superando molti altri paesi avanzati e creando un divario sempre più ampio tra ricchezza accumulata e redditi da lavoro.

L’ereditocrazia: un problema globale
Federico Bruni puntualizza che il concetto di “ereditocrazia” è stato recentemente al centro di un approfondimento dell’Economist, che ha messo in luce come i trasferimenti di ricchezza tra generazioni stiano diventando sempre più rilevanti. A livello globale, nel 2025 si prevede che verranno ereditati circa 6 trilioni di dollari, pari al 10% del Pil dei paesi avanzati. Questo trend è alimentato da fattori come l’apprezzamento degli asset immobiliari e finanziari, il calo della natalità e la riduzione delle imposte di successione.

Italia: il regno delle eredità
In Italia, il valore delle eredità e delle donazioni ha raggiunto quasi il 20% del Pil, più del doppio della spesa sanitaria pubblica e privata. Come afferma Federico Bruni, questo fenomeno non riguarda solo i super-ricchi: un erede su quattro ha ricevuto oltre 200.000 euro nel 2016, una cifra che la famiglia mediana italiana impiegherebbe più di otto anni a guadagnare.
Uno dei motori principali di questa dinamica è l’apprezzamento degli immobili, specialmente in città come Milano, dove i prezzi delle case sono cresciuti tre volte più velocemente dei salari. Tuttavia, come sottolinea Bruni, l’Italia cresce a ritmi anemici da decenni, ampliando il divario tra ricchezza accumulata e redditi da lavoro.

Soluzioni scomode ma necessarie
Secondo l’analisi di Federico Bruni, le soluzioni per contrastare l’ereditocrazia sono note ma difficili da implementare. Tra queste, spiccano:
1. Aumentare le tasse di successione, attualmente basse e con ampie esenzioni. Un sistema simile a quello francese potrebbe generare 15 miliardi l’anno, sufficienti per aumentare la spesa sanitaria del 10%.
2. Tassare i patrimoni in modo più consistente, portando il gettito al livello di Francia o Regno Unito.
3. Costruire più case nelle aree critiche, ma con attenzione alla futura diminuzione della popolazione.
4. Stimolare la crescita economica, la soluzione più efficace ma anche la più difficile, soprattutto in un paese come l’Italia.

Crescita: l’unica via d’uscita
La vera sfida per l’Italia, conclude Bruni, è riavviare una crescita economica sostenuta, che aumenti i salari e riduca il divario tra ricchezza ereditaria e redditi da lavoro. Senza una ripresa economica robusta, il rischio è che l’ereditocrazia continui a consolidarsi, acuendo le disuguaglianze e limitando le opportunità per le nuove generazioni.
In sintesi, quella di Bruni è una lucida analisi di un fenomeno complesso, proponendo soluzioni che, sebbene impopolari, potrebbero rivelarsi cruciali per il futuro del paese.

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