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Buyback da record: le banche italiane coccolano i soci

- di: Bruno Legni
 
Buyback da record: le banche italiane coccolano i soci
Buyback record delle banche italiane: UniCredit, Intesa e Mediobanca
Unicredit guida la danza con mega buyback e dividendi, Intesa la segue, Mediobanca sorprende – e tutte corrono a restituire valore.

Il trionfo delle azioni proprie: un balletto da miliardi

Negli ultimi due anni, le principali banche italiane hanno messo in campo più di 15 miliardi di euro in programmi di riacquisto di azioni proprie (buyback), aggiungendoli ai dividendi per gratificare gli azionisti e rafforzare il valore del titolo.

Unicredit: regina indiscussa

Unicredit emerge come la grande protagonista del buyback, con un’azione decisa e continua nel tempo. Nel 2024, ha eseguito un riacquisto da €5,6 miliardi basato sui risultati del 2023 e ne ha lanciato un altro da €5,3 miliardi sugli utili 2024.

A queste operazioni si aggiungono:

  • Un programma da €3,6 miliardi annunciato a seguito dei risultati del secondo trimestre 2025.
  • Un buyback da €1,8 miliardi lanciato nel luglio 2024, parte di una strategia per aumentare l’EPS e contenere la diluizione, inserito in un piano che punta a restituire €30 miliardi agli azionisti entro il 2027.
  • Una revisione al rialzo delle previsioni di utile 2025 a circa €10,5 miliardi, con un ritorno agli azionisti di almeno €9,5 miliardi tra dividendi (circa metà) e buyback, inclusi €2,1 miliardi come dividendo intermedio.

In pratica, Unicredit punta a un mix equilibrato di dividendi e buyback, rafforzando la remunerazione azionaria e l’efficienza del capitale – un segnale forte inviato anche dopo aver abbandonato un’offerta su Banco BPM e aver puntato sull’espansione internazionale (rafforzamento in Commerzbank e Alpha Bank).

Notizie ancora più fresche vengono dai report settimanali:

  • Tra il 25 luglio e l’1 agosto 2025 sono stati acquistati 3,918,000 azioni (circa lo 0,25% del capitale) per un controvalore di €246,9 milioni.
  • Tra il 18 e il 22 agosto 2025, altri 2,028,500 azioni (0,60%), per un totale di €606,3 milioni spesi finora nella “First Tranche of the SBB 2024 Residual”.
  • Complessivamente nella prima tranche, il totale delle azioni comprate è 5,84 milioni a prezzo medio di €64,72, pari allo 0,37% del capitale sociale.

Intesa Sanpaolo: affianca, ma con cifre più moderate

Intesa ha adottato anche lei il buyback come leva, seppure su scala più contenuta. Nel 2024 ha remunerato gli azionisti con €1,7 miliardi di buyback legati ai risultati 2023, e ne attua uno da €2 miliardi nel 2025. A febbraio 2025 ha ottenuto l’approvazione per avviare un riacquisto da €2 miliardi, da realizzare a partire da giugno.

Nel dettaglio, tra il 18 e il 22 agosto 2025 ha comprato 1,920,253 azioni (0,01% del capitale) a prezzo medio di €5,5934 per un totale di circa €10,74 milioni, portando il cumulato a circa 225,658,799 azioni (1,27%) per un controvalore di circa €1,102 miliardi.

Mediobanca: sorpresa inaspettata

Mediobanca, fino a un biennio fa poco protagonista del buyback, ha fatto irruzione in scena con forza. Nel 2024 aveva completato un programma di buyback da €198 milioni approvato nell’ottobre 2023 (2% del capitale), con cancellazione delle azioni acquistate nel giugno 2024.

La svolta è arrivata nel 2025: il gruppo ha lanciato una nuova tranche di €400 milioni di buyback nell’ambito di un piano triennale da €4,9 miliardi di ritorno agli azionisti, come parte di una strategia di risposta a un’offerta ostile da MPS. Parallelamente, si muove sul fronte delle acquisizioni, proponendo l’acquisizione di Banca Generali tramite scambio azionario da €6,3 miliardi – offerta che rende centrali i ritorni a soci e la valorizzazione del wealth management.

Altri settori: energia, industria, assicurazioni

Il buyback non è affare esclusivo delle banche. Anche gruppi come Eni, Enel, STM, Stellantis, Ferrari, Prysmian, Nexi e Generali hanno lanciato programmi simili:

  • Eni ha approvato nella primavera 2025 un buyback da €1,5 miliardi per l’anno corrente.
  • Enel ne attiverà uno fino a €3,5 miliardi nell’arco di 18 mesi.
  • Generali ha promesso un ritorno agli azionisti di €500 milioni all’anno tra il 2025 e il 2027.

Strategie capital-intensive studiate per sorprendere e gratificare

Questo spettacolo di riacquisti testimonia un’Italia finanziaria che, pur navigando tra incertezze macroeconomiche e tensioni geopolitiche, reagisce con strategie capital-intensive studiate per sorprendere e gratificare. È come se la Borsa fosse una pista da ballo, e queste società, in un tango sincronizzato, usassero i milioni di euro per attirare l’attenzione e mantenere il ritmo delle quotazioni.

Unicredit guida le danze con passi ben coreografati: utili record, espansioni in Europa, e una girandola di buyback e dividendi affidabili. Intesa avanza con grazia e moderazione, mantenendo tra le scelte più prudenti. Mediobanca, invece, fino a poco tempo fa spettatrice laterale, è entrata in pista con decisione: un programma robusto per scacciare minacce esterne (MPS) e un’offerta strategica su Banca Generali che mette i riflettori sulla propria divisione wealth. Gli altri settori – energia, industria, assicurazioni – si muovono sullo sfondo, orchestrando ritorni ai soci senza far troppo rumore.

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