Stablecoin sotto tiro, la Bce accelera sull’euro digitale

La Banca centrale europea non intende farsi travolgere dalla marea delle valute private e dei colossi del digitale che ridisegnano il denaro. Alla conferenza “The Future of Payments”, ospitata alla Bocconi, il membro del comitato esecutivo Piero Cipollone ha fissato la linea: senza un euro digitale, l’Europa rischia di cedere terreno su fiducia, interoperabilità e sovranità monetaria.

“È cruciale mantenere un sano equilibrio fra moneta di banca centrale e moneta creata dal sistema bancario”, ha dichiarato Cipollone a Roma, ribadendo che l’euro digitale sarà “una moneta pubblica a tutti gli effetti, equivalente al contante ma adatta al mondo digitale”.

Lo spettro delle stablecoin

L’allarme riguarda la crescita delle stablecoin, token ancorati a riserve in gran parte denominate in titoli di Stato americani. Strumenti che, secondo la Bce, possono minacciare la stabilità finanziaria e l’intermediazione bancaria, specie se spinti dai giganti high-tech attraverso i social media.

La dipendenza europea da operatori esteri è già elevata: circa il 65% dei pagamenti con carta in Ue passa su circuiti extra-europei come Visa e Mastercard, mentre nei transfrontalieri avanzano PayPal e la cinese Alipay. In assenza di uno standard paneuropeo, milioni di consumatori e merchant restano esposti a rischi geopolitici e di lock-in tecnologico.

Il contante che resiste

L’erosione dell’uso del contante è evidente: “sempre più spesso chi va al supermercato trova sì e no un cassiere cui pagare in contanti”, ha osservato Cipollone. Eppure la moneta pubblica, fisica o digitale, è presidio di fiducia e privacy. L’economista Donato Masciandaro ha rincarato: “Dio salvi la moneta pubblica, Dio salvi il contante”.

Un contante 2.0 per l’era digitale

L’euro digitale sarà una passività della Bce disponibile a cittadini e imprese: si userà con app o card e potrà funzionare anche offline. Non solo mezzo di pagamento, ma piattaforma di innovazione: ricevute elettroniche integrate, pagamenti condizionati alla consegna, tap-and-go nei trasporti, funzioni di intelligenza artificiale per gli utenti con difficoltà.

Nel 2026 l’Eurosistema riaprirà il confronto con banche, fintech, merchant, istituzioni e accademici per mettere a terra le soluzioni. L’obiettivo è offrire uno strumento sicuro, accessibile e sovrano, riducendo la dipendenza da circuiti non europei e prevenendo usi dei sistemi di pagamento come strumenti di coercizione geopolitica.

La posta in gioco

La partita va oltre la tecnologia: riguarda la capacità dell’Europa di presidiare l’infrastruttura del valore nel decennio digitale. Se il denaro è un bene pubblico, conclude il messaggio di Cipollone, allora l’euro digitale non è un esperimento: è una necessità strategica.