Gli economisti di Intesa Sanpaolo: "L'economia globale rallenterà nel biennio 2022-2024"

- di: Redazione
 
Forse, nell'anno che verrà, non sarà tre volte Natale, come diceva un ottimista Lucio Dalla. Sembra questo l'indirizzo che l'economia mondiale sembra dovere imboccare nel biennio 2022-2024, secondo le analisi degli economisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Un biennio durante il quale ci dovrebbe essere un rallentamento della crescita globale, con una sostanziale ''riduzione dello spazio di manovra per politiche fiscali espansive'', e con una di maggiore volatilità per i mercati finanziari globali.

Intesa Sanpaolo prevede un rallentamento dell'economia nel prossimo biennio

Insomma, un quadro che non spinge a fare delle ipotesi rosee sull'economia globale, che mesi e mesi di crisi determinata dalla pandemia hanno messo in ginocchio.
Gli analisti di Intesa Sanpaolo si soffermano innanzitutto sulle prospettive dell’economia mondiale che sono attualmente molto incerte, non tanto per la crescita reale (che, con il suo +4,6 per cento previsto per il 2022, si merita la definizione di ''piuttosto robusta'', nonostante la perdurante pandemia). A destare preoccupazione è soprattutto le dinamiche legate a domanda e offerta nel mercato americano.

Più precisamente la ''persistenza delle strozzature di offerta'' e il manifestarsi di ''sintomi di eccesso di domanda'' negli Stati Uniti stanno determinando un cambio di rotta delle politiche monetarie più rapido del previsto, con implicazioni di ampia portata anche per i mercati finanziari. Come confermato dalle decisioni che gli istituti centrali stanno adottando, in queste settimane, interessate da evidenti fenomeni inflattivi.

Nell'outlook economia di Intesa Sanpaolo un capitolo importante riguarda la pandemia che, nonostante gli evidenti progressi nelle campagne vaccinali e i loro risultati, continua a condizionare l’economia globale. Anche se, sembrano ammonire gli analisti, ''ora ci si preoccupa meno delle conseguenze sulla domanda aggregata e più di quelle sui prezzi''.
Secondo gli analisti dell'istituto, il 2022 sarà caratterizzato da un calo dell'inflazione, per il minore contributo dei prezzi di beni e servizi energetici. Al contrario l’inflazione sottostante potrebbe salire ancora.
Interessante il paragrafo dedicato alle sostanziali differenze tra l'inflazione attuale e quella che, mezzo secolo fa, mise in ginocchio molte economie, prevedendo che, la crisi degli anni '70, non potrà essere replicata.

''C’è chi" - si legge nel rapporto - "paventa una ripetizione della 'grande inflazione' degli anni Settanta del secolo scorso, quando una fase di forti aumenti salariali, shock sulle materie prime, politiche fiscali espansive e politica monetaria accomodante portò a un periodo di inflazione elevata e persistente. Anche se ci sono alcune similitudini fra quanto avvenne allora e l’esperienza attuale, i cambiamenti nel mercato del lavoro e negli obiettivi della politica monetaria escludono una ripetizione di quell’esperienza''.
L'economia italiana sembra trovarsi in una condizione più favorevole rispetto a quella dei Paesi paragonabili al nostro. Da qui l'assunto che in Italia ''le nubi sull’orizzonte della ripresa appaiono meno minacciose che altrove. Per l’Italia stime di crescita al rialzo per il PIL, al 6,2% nel 2021 e al 4,3% nel 2022. L’economia potrebbe recuperare i livelli pre-Covid già entro la metà del prossimo anno, anche se l’output gap si chiuderà verosimilmente solo nel 2023, e il recupero dei ritmi di crescita pre-pandemici è rimandato, nel nostro scenario, al 2024''. Quindi una ripresa robusta, costante, ma che solo nel 2024 riuscirà a recuperare il trend di crescita che aveva prima dell'abbattersi della pandemia.

Nel rapporto si evidenzia, sul fronte della domanda, che la crescita nel 2022 ''sarà trainata ancora dai consumi, che vediamo espandersi di oltre il 5% anche l’anno prossimo'', mentre gli investimenti ''rallenteranno dopo i ritmi a due cifre di quest’anno'' (6,3% nel 2022 dal 15,8% del 2021).

Il rapporto di Intesa Sanpaolo si sofferma a lungo su come l'inflazione sta impattando sull'area euro, con ''una rapida accelerazione negli ultimi mesi, sino a toccare il 4,9% a/a di novembre (massimo da quando esiste una serie comparabile ovvero almeno dal 1998).
I continui rialzi sono spiegati da fattori una tantum (il ripristino delle aliquote IVA in Germania, il rimbalzo dei prezzi dell’energia e l’aumento dei prezzi degli input per via dei problemi della catena di approvvigionamento nell’industria) e, in misura minore, dall’effetto riaperture (rincari dei prezzi dovuti al ritorno di domanda nei settori dei servizi in precedenza soggetti a restrizioni). In prospettiva, rimane probabile che il rialzo dell’inflazione sia transitorio, ma si prevede che non scomparirà rapidamente. Lo scenario previsionale include dinamiche pronunciate del prezzo dell’energia. L’aumento del prezzo del gas naturale e il conseguente effetto di trascinamento sul petrolio manterranno la crescita dei listini energetici a due cifre anche nel 1° semestre 2022; la discesa che seguirà dal trimestre primaverile manterrà comunque i prezzi più elevati rispetto al 2020, a causa del basso livello degli stoccaggi''
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Nel 2022, secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, in media d’anno, l’indice generale dei prezzi dovrebbe crescere di 3,1%, in accelerazione dal 2,6% stimato nel 2021.
Il contributo principale arriverà dall’indice sottostante (circa il 50%), mentre l’energia spiegherà circa il 40% della crescita dei prezzi. Il trend nel corso dell’anno prossimo dovrebbe essere discendente, con un possibile picco a marzo ed aprile (al 3,6%) e un minimo a novembre (all’1,9%).
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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