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Leonardo e Rheinmetall: una svolta nella difesa europea

- di: Jole Rosati
 
Leonardo e Rheinmetall: una svolta nella difesa europea
Il settore europeo della difesa si prepara a un cambio di passo con l’avvio operativo della joint venture tra Leonardo e Rheinmetall, che ha appena ricevuto il via libera dall’antitrust tedesco, il Bundeskartellamt. L’alleanza, annunciata lo scorso ottobre con la firma ufficiale a Roma, ha ora tutte le carte in regola per partire a pieno regime. Secondo quanto previsto, il lancio ufficiale avverrà entro l’inizio del 2025, segnando un passo cruciale per l’industria militare europea.

Un progetto da 20 miliardi
Il fulcro dell’accordo è il rinnovamento della flotta di carri armati e veicoli cingolati leggeri dell’Esercito Italiano. In programma ci sono la produzione di 280 nuovi carri armati e oltre 1.000 cingolati leggeri, un investimento stimato in più di 20 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Il progetto non si limita al mercato italiano: guarda anche all’export e al futuro programma europeo ‘Main Ground Combat System’, il carro armato pesante del futuro.
La joint venture, denominata Leonardo Rheinmetall Military Vehicles (LRMV), mira a catturare una fetta significativa di un mercato globale che vale oltre 50 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. La sede legale sarà a Roma, mentre quella operativa a La Spezia, località strettamente legata alla tradizione industriale della Oto Melara, un pezzo di storia della tecnologia militare italiana.

Equilibrio e sinergie
La struttura della joint venture riflette un equilibrio strategico: il 50% del capitale è detenuto da Leonardo, con il restante suddiviso tra Rheinmetall Italia (10%) e la casa madre di Düsseldorf (40%). Anche la governance è perfettamente bilanciata: il consiglio di amministrazione avrà un numero pari di rappresentanti, e i ruoli di vertice saranno alternati. Per il primo triennio, l’amministratore delegato sarà espresso da Leonardo e sarà, secondo l’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani (nella foto), “un giovane manager interno”.
Roberto Cingolani ha definito questa alleanza una pietra miliare nella strategia dell’azienda: “Le grandi collaborazioni industriali sono l’architrave del nostro piano di sviluppo”, ha dichiarato in diverse occasioni. Da parte sua, l’amministratore delegato di Rheinmetall, Armin Papperger, ha sottolineato la semplicità con cui si è trovato un accordo: “È bastata una chiacchierata di meno di mezz’ora per decidere di creare qualcosa di eccezionale”.

Impatti economici e industriali
Il 60% delle attività della joint venture sarà svolto in Italia, un dato che sottolinea l’importanza strategica del nostro paese in questa alleanza. La creazione di nuovi posti di lavoro e il rilancio di aree industriali come La Spezia rappresentano un valore aggiunto significativo.
Anche dal punto di vista finanziario, i segnali sono positivi. Il titolo Leonardo ha recentemente raggiunto nuovi massimi, avvicinandosi a quota 30 euro per azione. Nell’ultima seduta, ha toccato un picco di 29,27 euro per poi chiudere a 28,76 euro (+0,42%), in controtendenza rispetto a Piazza Affari, che ha registrato un calo dello 0,34% (dati aggiornati al 20 gennaio 2025).

Verso una maggiore integrazione europea
Questa joint venture rappresenta un passo avanti verso una maggiore integrazione europea nel settore della difesa, un tema centrale in un contesto geopolitico sempre più complesso. La sinergia tra Leonardo e Rheinmetall potrebbe diventare un modello per future collaborazioni internazionali, confermando il ruolo dell’Italia come leader tecnologico e industriale.
Le prossime tappe includono l’aggiornamento del piano strategico di Leonardo, che sarà presentato al mercato all’inizio di marzo. Questo documento chiarirà ulteriormente le ambizioni dell’azienda e il ruolo della joint venture nella sua strategia globale. Per ora, l’orizzonte è chiaro: un futuro costruito su innovazione, collaborazione e visione strategica.

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