A tutta dieta… flexitariana!
- di: Barbara Leone
Diventare vegetariani, o ancor più vegani, è una scelta di vita nobile e di tutto rispetto. Sempre più, per fortuna dico io, ci si rende conto di quanta crudeltà ci sia dietro la fettina di carne che ci guarda dal piatto e che, un tempo, aveva occhi, bocca e pure un cuore, nel senso lato del termine. Insomma se, come diceva George Bernard Shaw, pensate che gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici, avrete già intrapreso (o pensato seriamente di intraprendere) questa strada. Che, parliamoci chiaro, non è assai semplice soprattutto per via dei condizionamenti culturali e culinari. I sapori, quelli che conosciamo sin dall’infanzia e che molto spesso sono anche rievocativi di tutto un mondo che non c’è più. Che da dire che è oramai acclarato che l’eccessivo consumo di proteine animali non faccia esattamente bene alla nostra salute. Esiste, però, una via di mezzo, nata non per ragioni etiche ma per lo più, appunto, per questioni di salute: stiamo parlando della flexitariana.
A tutta dieta… flexitariana!
Più che una dieta, nel senso stretto del termine, si tratta di uno stile di alimentazione vario che predilige un maggior consumo di alimenti a base vegetale. Meno rigorosa della dieta vegetariana in senso stretto e della dieta vegana, concede infatti, ogni tanto anche il consumo di cibi di origine animale. Non essendo prettamente una dieta, fondamentalmente non ci sono regole ferree da seguire né dosi e calorie precise da rispettare. Si tratta più che altro di una serie di indicazioni generali che ognuno poi può adattare e personalizzare in base alle proprie personali esigenze. Pur nella sua elasticità, quando ci si approccia ad un nuovo protocollo alimentare è sempre bene sentire il parere del proprio medico curante. Ma perché si chiama flexitariana? Proprio perché è flessibile.
A idearla è stata la nutrizionista statunitense Dawn Jackson Blatner, che nel 2008 ha pubblicato il libro “The Flexitarian Diet” in cui spiega punto per punto il metodo di questo regime alimentare. Alla base c’è l’idea, anzi la filosofia di vita, che l’alimentazione prima di ogni cosa debba essere orientata alla salute. Grazie alla sua duttilità, ben presto questo regime alimentare ha riscosso grande successo anche tra le celebrità, Paul Mc Cartney e Gwyneth Paltrow giusto per citarne un paio. I suoi principi sono pochi e semplici: consumare in prevalenza prodotti vegetali, e quindi frutta, verdura, legumi e cereali; preferire le fonti proteiche di origine vegetale rispetto a quelle di origine animale; assumere, di tanto in tanto, cibi di origine animale e di conseguenza essere “flessibili” e non rigidi nell’alimentarsi; limitare l’assunzione di dolciumi e zuccheri aggiunti; prediligere gli alimenti che siano il più naturale possibile ed evitare i cibi processati, ovvero quelli confezionati o comunque che eccessivamente lavorati. Orientativamente la settimana tipo dovrebbe essere dunque composta da un 40% di vegetali, 20% di cereali integrali, 15% di legumi, 20% di alimenti di origine animale (pesce, carne, latticini e uova) e 5% di semi oleosi. L'indicazione principale è quella di mangiare una porzione di verdure cotte e una porzione di verdure crude al giorno, da distribuire a pranzo e cena. Inoltre è altamente consigliato di mangiare due frutti al giorno e una porzione di frutta secca al giorno. Un’altra indicazione fondamentale, e che ci piace tanto, è quella di non rinunciare a qualche (qualche, mi raccomando) sgarro col proprio piatto preferito.
Che sia una pizza, un dolcetto o un prosecchino ogni tanto coccolarci e premiarci ci fa bene perché, lo dice la nutrizionista nel libro e siamo assolutamente d’accordo, la dieta è innanzitutto una questione di testa che non può esser portata avanti solo e soltanto l’eterna privazione. Anche perché non sarà di certo una fetta di crostata ogni tanto od un supplì a mandare tutto a gambe per aria. Ma quali sono le proteine di origine non animale? Probabilmente se non avete mai frequentato il mondo dei vegetariani siete convinti che mangino solo insalatina e tofu e fondamentalmente che abbiano chissà quali carenze proteiche. Sbagliatissimo, perché le proteine vegetali sono veramente tante: soia, seitan, legumi, quinoa, amaranto, maca, frutta secca, tempeh, alga spirulina, semi oleosi… Solo per citarne alcune. Il che vuol dire che basta integrare la propria alimentazione con alcuni di questi elementi per essere a posto con le proteine. Ovviamente sbizzarrendosi con la fantasia ai fornelli, che al giorno d’oggi è molto facile vista la mole di ricette e tutorial di piatti vegetariani. Ma in tutto questo, direte voi, si dimagrisce? All’occorrenza, ovvero se si ha qualche chilo di troppo, sicuramente sì. Ovviamente meglio abbinare un minimo di attività fisica. Ma soprattutto si andrà a star meglio a livello di salute. Perché questo tipo di protocollo alimentare migliora la salute del sistema cardiocircolatorio, tiene sotto controllo i valori di colesterolo cattivo e trigliceridi, monitora i valori della glicemia, aiuta a prevenire e gestire il diabete di tipo 2, tiene a bada la pressione e pare influisca anche su una minore incidenza di vari tumori, soprattutto quello al colon-retto. Senza contare che la dieta flexitariana fa bene anche all’ambiente, visto che ridurre il consumo di carne aiuta a preservare le risorse naturali in quanto implica una diminuzione delle emissioni di gas serra ed anche l’uso della terra e dell’acqua. E poi volete mettere la soddisfazione di risparmiare, o quantomeno limitare in parte, la sofferenza dei nostri amici animali? Vegetariani o non, questa dieta ci piace assai ed è promossa a pieni voti su tutti i fronti. Ma sempre, repetita iuvant, dietro controllo medico.