Dazi USA ed energia, le imprese italiane nel mirino: il report Confartigianato

- di: Redazione
 
Un’economia fragile, quella italiana, che nel 2024 si è mossa a piccoli passi (+0,5% del PIL). L’anno che verrà, però, non promette molto di più: per il 2025, il 32° report di Confartigianato parla di una leggera accelerazione della crescita (+0,8%), ma gli ostacoli sul cammino delle imprese restano molteplici. Le tensioni geopolitiche e l’instabilità economica globale, già protagoniste nel 2024, rischiano di far da zavorra per il sistema produttivo.

Dazi USA ed energia, le imprese italiane nel mirino: il report Confartigianato

Il Made in Italy, simbolo di qualità ed eccellenza, potrebbe presto trovarsi a fare i conti con una nuova minaccia: l’inasprimento dei dazi commerciali da parte degli Stati Uniti. Gli USA, secondo mercato di sbocco per le esportazioni italiane, hanno rappresentato nel 2024 un valore di 66,4 miliardi di euro. Di questi, 17,8 miliardi provengono da settori dove dominano micro e piccole imprese (MPI): alimentari, moda, mobili, metalli e gioielleria.

Le stime del National Board of Trade Sweden sono allarmanti: uno scenario con dazi aggiuntivi del 20% comporterebbe una riduzione del 16,8% dell’export italiano verso gli USA, mentre un incremento del 10% farebbe scendere le esportazioni del 4,3%. La crisi del commercio internazionale, già sotto pressione per le tensioni tra Stati Uniti e Cina, rischia di infliggere un duro colpo al tessuto economico italiano, che ancora fatica a ritrovare piena stabilità dopo gli scossoni della pandemia e della crisi energetica.

Caro energia: un peso insostenibile per le imprese

Non meno critica la situazione sul fronte energetico. Mentre il 2024 ha visto una media dei prezzi retail di gas ed energia elettrica superiore del 46,9% rispetto ai livelli del 2021, il 2025 non sembra voler invertire la tendenza. A gennaio, il prezzo all’ingrosso dell’elettricità è aumentato del 55,1% rispetto ai minimi di aprile 2024, e l’Italian Gas Index segna un +76,1% rispetto a febbraio dello scorso anno.

Tale pressione sui costi di produzione rischia di mettere in ginocchio molti settori industriali, soprattutto le PMI, già provate da margini di profitto sempre più esigui. L’effetto domino potrebbe ripercuotersi sul potere d’acquisto delle famiglie, alimentando una spirale negativa tra consumo e produzione.

Le ferite del post-Superbonus e il nodo BCE

L’edilizia, trainata negli ultimi anni dai generosi incentivi del Superbonus, si trova ora ad affrontare un momento di forte incertezza. Il calo degli investimenti, unito alla difficoltà di accesso al credito, potrebbe far crollare uno dei pilastri fondamentali per la crescita economica. In questo contesto, le decisioni della BCE sui tassi d’interesse, volte a contrastare l’inflazione, rappresentano un ulteriore ostacolo.

La stretta monetaria, infatti, ha già provocato un rallentamento degli investimenti, e il rischio di un ulteriore aumento dei tassi non fa che aggravare il quadro. Per le micro e piccole imprese, l’accesso ai finanziamenti diventa sempre più complicato, limitando le possibilità di innovazione e crescita.

Territori e settori in sofferenza: l’analisi di Confartigianato

L’analisi territoriale, presentata da Carlotta Andracco, ha evidenziato come l’esposizione al mercato statunitense vari significativamente tra le regioni italiane. Le aree maggiormente dipendenti dall’export verso gli USA potrebbero subire contraccolpi più gravi, con conseguenze dirette sull’occupazione locale.

Non mancano settori già in sofferenza, come la moda e la meccanica, che si trovano a dover fronteggiare un contesto sempre più competitivo e incerto. Il report ha sottolineato anche la necessità di monitorare con attenzione le dinamiche del mercato del lavoro, segnato dalla crisi demografica e dalla difficoltà di trovare personale qualificato in alcuni comparti chiave.

Conclusioni tra dati e prospettive

Il quadro tracciato dal 32° report di Confartigianato non lascia spazio a illusioni: il 2025 sarà un anno di sfide per il sistema delle imprese italiane, tra incognite geopolitiche, tensioni commerciali e un mercato interno ancora debole. Resta il compito di politica e imprese di reagire con strategie mirate, puntando su innovazione, internazionalizzazione e sostenibilità, per non perdere il treno della ripresa. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno cruciali per determinare la direzione dell’economia italiana nel lungo termine.

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