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Libero mercato a targhe alterne

- di: Giuseppe Castellini
 
Libero mercato a targhe alterne
Nel meraviglioso mondo del capitalismo a stelle e strisce, dove il “libero mercato” è più sacro della Costituzione (finché non disturba l’America First), la nuova moda è colpire con dazi chiunque osi battere gli USA al loro stesso gioco. L’Europa fa auto elettriche migliori? Dazi. La Cina vende pannelli solari troppo economici? Dazi. Il Messico esporta avocado con troppa efficienza? Dai, indovina.
Donald Trump, tornato al potere come un reboot mal riuscito, ha deciso che la concorrenza è “sleale” quando non vince lui. E se Wall Street sobbalza? Poco male: “non sono azioni americane vere”, ha dichiarato con una logica degna di un tweet del 2017.
Nel frattempo, l’Europa si risveglia lentamente dal sogno atlantico: scopre che fidarsi di Washington è come affidare l’oro di famiglia a un giocatore d’azzardo. Ma tranquilli, Ursula von der Leyen promette “risposte ferme e proporzionate”, come quando si risponde a un’aggressione con un’alzata di sopracciglio.
Morale: il libero mercato esiste, sì, ma solo finché serve a vincere le elezioni. Dopo, è tutta geopolitica.
  • Intesa Nov 24 720