Al 2022 l'Italia ha valorizzato solo il 30% dell'opportunità di sviluppo attivabile dalle fonti energetiche rinnovabili nel breve-medio termine, ovvero circa dieci anni, e il 60% della nuova potenza rinnovabile identificata nella bozza di decreto delle aree idonee è localizzata nelle regioni che si stanno muovendo più lentamente della media italiana: questi i dati desunti dallo studio ‘Lo stato dell'arte delle rinnovabili in Italia’ di The European House - Ambrosetti e presentato al primo Forum delle energie rinnovabili 'Renewable Thinking', ideato da Cva, Compagnia Valdostana delle Acque, con il patrocinio di Elettricità Futura. Secondo lo Studio, i sei ambiti di sviluppo che possono contribuire ad accelerare il processo di transizione energetica sono comunità energetiche rinnovabili, agrivoltaico, eolico offshore, revamping e repowering, pompaggi elettrici e reti elettriche.
Primo Forum delle Energie Rinnovabili, in Italia valorizzato solo il 30% del potenziale
Il position paper presentato nel corso del Forum individua le direttrici e le leve strategiche per accelerare il dispiegamento delle rinnovabili nel Paese e agevolare il raggiungimento dei target delle rinnovabili al 2030. L’evento ha l’obiettivo di diventare il punto di riferimento annuale per favorire una riflessione strategica sull’evoluzione delle fonti rinnovabili in Italia: all’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Presidente della Regione Valle d’Aosta Renzo Testolin, il Direttore Scientifico di ASVIS Enrico Giovannini, il Presidente della Fondazione Courmayeur Mont-Blanc e Vice Chairman and Senior Advisor di Morgan Stanley Domenico Siniscalco, il Rettore emerito e Professore di Economia ambientale dell’Università Ca’ Foscari e Vice Presidente IPCC Carlo Carraro, il Presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo, il Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti Valerio De Molli, l’AD di ERG Paolo Luigi Merli, l’AD di Edison Nicola Monti. Per CVA, ideatore del Forum, sono intervenuti il Presidente Marco Cantamessa e l’AD Giuseppe Argirò.
Raggiungere i target sull’installazione di rinnovabili previsti al 2030 richiederà investimenti compresi tra 74 (secondo il PNIEC + 70 GW) e 90 miliardi di euro (solo per la generazione elettrica secondo il target +85 GW del Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura e coerente con il REPowerEU), con l’attivazione fino a 540mila nuovi occupati (nel settore elettrico e nella sua filiera industriale) e una riduzione delle emissioni fino a 270 milioni di ton CO2 nel periodo del Piano. Allo stesso tempo, le ricadute economiche attese sono importanti: si genererebbero benefici economici compresi tra 121 e 148 miliardi di euro nella sola generazione elettrica.
Secondo lo studio, inoltre, l'opportunità di sviluppo da fonti rinnovabili attivabile nel breve-medio termine è circa di 130 Gw, di cui il 50% concentrato nel Mezzogiorno. Al 2022, l'Italia ha una capacità installata da rinnovabili di 56,2 Gw, pari al 30% dell'opportunità di sviluppo presente sul territorio. Di conseguenza, "il progresso italiano è ancora troppo lento per i target richiesti". Eppure, in Italia ci sono 33 Gw nelle ultime due fasi del processo di richiesta di connessione alla rete che "possono essere rapidamente abilitati in due/tre anni". Per concretizzare questa opportunità, "è necessario intervenire a più livelli, a partire dal quadro regolatorio e con azioni a favore dello sviluppo del mercato: accelerare i tempi autorizzativi e le procedure, accrescere la partecipazione alle aste fer (fonti energetiche rinnovabili), razionalizzare la definizione dei sistemi incentivanti, implementare i principali bandi legati alle fer e rideterminare la durata delle concessioni idroelettriche". Se ci riuscirà "l'Italia sarà in prima linea nella transizione in chiave green, al passo con i peers europei".