Norcia si riprende la sua casa più antica e più nuova insieme. Nove anni dopo la scossa del 30 ottobre 2016, la Basilica di San Benedetto torna ad aprirsi ai fedeli, ai cittadini e ai visitatori. La ferita che segnò il cuore della Valnerina diventa oggi un varco sul domani: un edificio restituito alla città, più sicuro, inclusivo e capace di accogliere.
Una ferita che diventa rinascita
Il crollo del campanile devastò navate e cripta, lasciando in piedi quasi solo la facciata. Oggi quel profilo, amato e dolente, ritrova la sua funzione: non un semplice restauro, ma una ricomposizione identitaria, che rimette al centro il genius loci benedettino.
Pietra su pietra, con tecnologie antisismiche
La ricostruzione è stata meticolosa: materiali originali recuperati e ricollocati, inserimenti strutturali invisibili agli occhi ma decisivi per la sicurezza, nuove soluzioni per l’accessibilità. L’obiettivo è doppio: fedeltà storica e resilienza sismica. Il risultato è una basilica che conserva la memoria e al tempo stesso rispetta gli standard contemporanei.
Domani la dedicazione
Il momento più atteso è la riapertura al culto, con la solenne celebrazione di dedicazione prevista alle 16:30 di domani venerdì 31 ottobre. È un passaggio liturgico e civile insieme: la comunità torna a riunirsi nel luogo che l’ha vista nascere e resistere.
Le voci della giornata
L’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha richiamato il senso europeo dell’eredità benedettina: “Questa Europa ha bisogno di ritrovare un’anima che metta la persona al centro di ogni progetto”, indicando nella riapertura un segno che parla oltre i confini regionali.
Cantieri, risorse, tempi
Il cantiere ha avuto una tabella di marcia serrata, con l’avvio operativo negli ultimi anni e una progressione tecnica calibrata: dal consolidamento dei resti, alla ricomposizione delle murature, fino agli impianti e ai collaudi. L’intervento ha mobilitato maestranze specialistiche, restauratori, ingegneri e archeologi dell’edilizia storica, con un investimento nell’ordine di svariate decine di milioni, pianificato e verificato fase per fase.
Cosa cambia per Norcia
La riapertura riaccende la piazza, il turismo lento e il commercio di prossimità. La basilica diventa la porta di un itinerario che unisce spiritualità, enogastronomia e cammini appenninici. Per i pellegrini, significa un punto fermo sulla mappa dei percorsi benedettini; per i residenti, un ritorno a casa.
Programma e partecipazioni
Alla giornata partecipano istituzioni civili e religiose, comunità monastiche e rappresentanze delle aree terremotate. È prevista una presenza ampia di vescovi e abati, insieme alle autorità regionali e locali. La celebrazione si svolge nel pomeriggio, con accessi contingentati e percorsi dedicati in piazza per gestire il grande afflusso.
Memoria attiva
La riapertura non chiude la storia del sisma: la memoria resta un cantiere aperto. Il ritorno della basilica è un invito a curare i luoghi, prevenire, formare competenze, fare dell’Appennino un laboratorio italiano di tutela e innovazione. Norcia non ricomincia: prosegue, più consapevole.