Industria italiana in crisi: 22 mesi di calo e futuro incerto

- di: Bruno Coletta
 

Un declino preoccupante
L’industria italiana continua a soffrire con un calo dell'1,5% nella produzione industriale a novembre 2024 rispetto allo stesso mese del 2023. Si tratta del ventiduesimo ribasso consecutivo, confermando una crisi che tocca settori cruciali come la fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,8%) e di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,5%), secondo i dati Istat.

Allarme politico e sindacale

Le reazioni non si sono fatte attendere. Annamaria Furlan (PD) ha criticato duramente la gestione governativa: “Tagli significativi al settore automotive dimostrano che non c’è alcuna visione di lungo periodo”. Anche Tino Magni (AVS) ha sottolineato l'urgenza di una politica industriale: “Le scelte sbagliate del governo stanno aggravando la situazione drammatica del nostro tessuto produttivo”.
Pietro Lorefice (M5S) ha aggiunto: “L’emorragia industriale deve fermarsi subito. Serve un cambio di passo o è necessario un cambio ai vertici”.
Dal fronte sindacale Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, ha esortato a un intervento immediato: “La crisi non si risolve con misure tampone, serve un piano di rilancio robusto e concertato con le parti sociali”.

La risposta del governo

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha difeso l’operato del governo: “Stiamo giocando una partita cruciale in Europa per costruire una politica industriale comunitaria che possa rilanciare le nostre imprese”. Il governo ha inoltre approvato il primo disegno di legge annuale per le Pmi, includendo misure come i Mini Contratti di Sviluppo e incentivi per il ricambio generazionale.

La visione europea e i rischi del PNRR
Da Bruxelles, la Commissione Ue ha ammonito: “I fondi del PNRR possono essere decisivi, ma i ritardi nella loro attuazione costituiscono un rischio per la crescita economica”.

Scenari futuri
Economisti come Marco Fortis della Fondazione Edison rimangono scettici: “La crisi del commercio globale e intraeuropeo limita le possibilità di ripresa a breve termine”.
La crisi del settore industriale italiano appare sempre più come una sfida collettiva che richiede risposte coordinate e incisive.


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