Cresce la domanda di credito in Italia da parte delle imprese

- di: Jole Rosati
 
Le imprese italiane tornano a chiedere prestiti, sostenute dal calo dei tassi d’interesse
Dopo oltre due anni di contrazione, la domanda di credito da parte delle imprese italiane registra un’inversione di tendenza. Secondo l’ultima Indagine sul credito bancario della Banca d’Italia, relativa al quarto trimestre del 2024, le richieste di prestiti hanno ripreso a salire, segnando un aumento per la prima volta dal terzo trimestre del 2022. Questo risultato evidenzia l’effetto positivo del calo dei tassi d’interesse deciso dalla Banca Centrale Europea (BCE) a partire dall’estate dello scorso anno.
La ripresa della domanda di prestiti riflette principalmente il maggior fabbisogno di finanziamenti per investimenti fissi, scorte e capitale circolante, oltre che il più basso livello dei tassi d’interesse praticati dalle banche italiane”, si legge nel rapporto di Bankitalia. Anche le famiglie italiane stanno contribuendo a questa dinamica, con un marcato aumento delle richieste di mutui ipotecari.

Un contesto macroeconomico in evoluzione
Il miglioramento della domanda di credito arriva in un momento delicato per l’economia italiana. Secondo i dati dell’Istat, nel terzo trimestre del 2024, gli investimenti fissi lordi erano ancora in calo del 3% su base annua. Tuttavia, l’aspettativa di una stabilizzazione, alimentata dal calo progressivo dei tassi, potrebbe invertire questa tendenza nel 2025.
Il quadro italiano, tuttavia, si distingue da quello europeo. Nel complesso dell’area euro, la BCE ha registrato un irrigidimento nei criteri di concessione del credito, soprattutto in Francia e Germania. Questo contrasto sottolinea l’approccio relativamente più favorevole adottato dagli istituti bancari italiani.

Gli effetti delle politiche monetarie
Il calo dei tassi d’interesse, guidato dalla BCE, rappresenta una delle chiavi di questa ripresa. Domani (giovedì 30 gennaio) la BCE dovrebbe annunciare il quinto taglio consecutivo dei tassi, riducendo di ulteriori 25 punti base il tasso sui depositi, che raggiungerebbe così il 2,75%. Tale politica si inserisce in una strategia di allentamento graduale volta a stimolare la crescita economica, nonostante le incertezze politiche e finanziarie globali.
A livello globale, la Federal Reserve statunitense, invece, adotta un approccio più cauto. Durante l’ultima riunione, il presidente della Fed, Jay Powell ha confermato una pausa nel ciclo dei tagli dei tassi, segnalando la necessità di monitorare i rischi legati all’inflazione e all’indebitamento.

Dichiarazioni e previsioni
Secondo una nota della Banca d’Italia, gli intermediari italiani prevedono un lieve allentamento dei criteri di offerta del credito alle imprese per il primo trimestre del 2025. Al contrario, per quanto riguarda i mutui ipotecari, i criteri dovrebbero rimanere invariati, con un leggero irrigidimento osservato nel trimestre precedente.
Il governatore della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Financial Times: “L’obiettivo è favorire una ripresa economica equilibrata, mantenendo sotto controllo i rischi inflazionistici. L’Italia mostra segnali incoraggianti di ripresa, ma permangono sfide importanti legate alla produttività e agli investimenti a lungo termine.” 

Le sfide e le opportunità future
Nonostante i segnali positivi, l’economia italiana deve affrontare sfide significative. L’efficacia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel sostenere gli investimenti resta cruciale. Inoltre, la capacità delle imprese di accedere al credito a condizioni favorevoli dipenderà anche dalla stabilità politica e dal miglioramento delle infrastrutture economiche.
La ripresa della domanda di credito rappresenta un’opportunità per consolidare una crescita economica più stabile. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare con attenzione l’evoluzione delle politiche monetarie e il loro impatto sull’economia reale.

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