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Credito, indagine CRIF-Nomisma sull’impatto positivo del SIC

- di: Barbara Leone
 
Credito, indagine CRIF-Nomisma sull’impatto positivo del SIC
L’erogazione di credito rappresenta un fondamentale stimolo e supporto all’economia reale, permettendo di soddisfare le esigenze di coloro che necessitano di liquidità per sostenere i propri consumi e investimenti importanti come, ad esempio, l’acquisto di un’abitazione. In Italia, le erogazioni annue di mutui e altri finanziamenti a rate rappresentano fra il 6 e il 7% del prodotto interno lordo. La sola parte relativa al credito al consumo – ovvero i prestiti finalizzati, i prestiti personali e la cessione del quinto dello stipendio o della pensione – rappresenta oltre il 3% del PIL e oltre il 5% dei consumi complessivi delle famiglie italiane. D’altra parte, i mutui ipotecari sostengono circa la metà degli acquisti di abitazioni da parte delle persone fisiche in Italia. Per fotografare i meccanismi di erogazione del credito retail, una ricerca realizzata da CRIF e Nomisma ha esaminato il ruolo dei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) come fondamentale componente terza a supporto dell’accesso al credito degli italiani e di sostegno ai consumi. Nello specifico, utilizzando dati di natura pubblica e quelli presenti nella banca dati EURISC di CRIF, si è constatato che i SIC favoriscono l’accesso al credito a una più ampia platea di consumatori, garantendo al contempo l’attenzione alla sostenibilità finanziaria delle famiglie e la prevenzione dai rischi di sovraindebitamento.

Credito, indagine CRIF-Nomisma sull’impatto positivo del SIC

In un contesto di prolungata e ormai stabile incertezza, il sistema finanziario è chiamato a supportare le famiglie, sia tramite l’erogazione di mutui sia di credito al consumo, preservando al contempo la propria stabilità e integrità. Anche grazie al patrimonio informativo contenuto nei SIC, banche e società finanziarie sono state in grado di dare una risposta concreta alle famiglie in termini di erogazione di credito pur mantenendola dentro soglie di elevata sostenibilità per i bilanci familiari, al punto che negli ultimi 5 difficili anni il tasso di default sul credito alle famiglie si è costantemente mantenuto su valori prossimi ai minimi storici, intorno all’1%”, commenta Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF.

Attraverso una survey condotta da Nomisma su un campione rappresentativo della popolazione italiana è stata confermata una buona conoscenza e fiducia nei SIC da parte degli italiani. Ancor più rilevante il fatto che il 74% dei consumatori intervistati ritenga giusto che chi presta denaro valuti l’affidabilità dei richiedenti. L’indagine indica anche una crescente consapevolezza sull’importanza di una sana gestione del credito: seppur contenuta, aumenta la quota di italiani che verifica i propri dati sul SIC (16%), principalmente in via preventiva prima di richiedere un prestito o un mutuo. Ciò sottolinea quindi come la garanzia immateriale legata al SIC sia spesso intangibile e agisca a beneficio del consumatore che fa richiesta di un prestito anche senza che quest’ultimo faccia accesso al SIC. Per altro, i Sistemi di informazione creditizia giocano un ruolo fondamentale non solo nell’abilitare l’allargamento della platea di soggetti che possono fruire del credito, incentivando uno sviluppo del mercato creditizio, ma anche garantendo, al contempo, l’affidabilità e la sostenibilità degli impegni finanziari assunti rispetto al reddito disponibile. La referenza fornita dal SIC costituisce infatti una garanzia immateriale su cui il cittadino può fare affidamento per accreditarsi agli occhi delle aziende di credito che dovranno prendere una decisione in merito all’erogazione del finanziamento. Ciò è surrogato dai dati sui tassi di accettazione (contratti erogati rispetto alle richieste ricevute): nel periodo 2020-2022, si è osservato che chi possiede una storia creditizia consultabile nel SIC ha goduto di un aumento significativo del +53% nel tasso di accettazione delle richieste di credito rispetto a coloro senza una storia creditizia, considerando mutui e credito al consumo in modo aggregato. Per le forme di credito al consumo, il gap fra i “new to credit” e chi possiede una storia creditizia è ancora più elevato in quanto si tratta di forme creditizie per le quali non viene richiesta alcuna garanzia reale. Le informazioni che referenziano il soggetto disponibili sul SIC aiutano il sistema finanziario nel supporto e ampliamento dei beneficiari di forme di credito.

Al contempo i SIC favoriscono la sostenibilità dei debiti: le rate medie mensili pro-capite per mutui e prestiti sono contenute confrontando gli importi tra il 2017 e 2023 e l’incremento è decrescente se il soggetto deve rimborsare più di un finanziamento. La conoscenza degli impegni finanziari assunti aiuta, pertanto, gli istituti di credito a modulare i piani di rimborso in base a criteri di sostenibilità. Infine, i SIC proteggono la stabilità del sistema finanziario: gli indicatori di rischiosità sul credito al consumo e i mutui, nonostante l’allargamento della platea di soggetti che utilizzano questi servizi finanziari rimangono contenuti e prossimi ai minimi storici malgrado una congiuntura economica non favorevole e nonostante un incremento del costo della vita e un deciso rialzo dei tassi dopo anni in cui erano rimasti stabilmente vicino allo 0%.

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