Costruzioni e lavoro: tra ripresa e lavoro sommerso, il settore affronta nuove sfide

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

Il settore delle costruzioni in Italia ha vissuto negli ultimi anni una dinamica occupazionale altalenante, con momenti di crescita sostenuta e fasi di rallentamento. Dopo il boom generato dagli incentivi fiscali, il comparto si trova ora ad affrontare nuove sfide legate alla sostenibilità del lavoro e alla qualità dell’occupazione.

Costruzioni e lavoro: tra ripresa e lavoro sommerso, il settore affronta nuove sfide

Negli anni 2021-2022, il comparto delle costruzioni ha registrato un'espansione significativa grazie a politiche di incentivazione come il Superbonus 110%, che hanno stimolato la domanda di manodopera e investimenti. Tuttavia, il 2023 ha segnato una battuta d’arresto: secondo i dati recenti, il settore ha perso circa 20.000 posti di lavoro, con un calo dell’1,3%.

Nel secondo trimestre del 2024, però, il trend si è invertito, registrando una crescita occupazionale del 4,5%. Questo dato supera la crescita media nazionale dell’1,4% e si distacca dalla stagnazione osservata nell’industria. Segnale di una ripresa, ma anche di un mercato che risponde in modo molto rapido agli stimoli esterni, senza un consolidamento strutturale.

Lavoro irregolare in aumento: un problema strutturale

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la discrepanza tra le stime ufficiali dell’occupazione. Secondo i dati della Contabilità Nazionale e dell’indagine sulle Forze Lavoro, nel 2023 si è registrata una differenza di circa 224.000 unità, segnalando una crescita del lavoro sommerso nel settore delle costruzioni.

Questa tendenza è in parte attribuibile alla fine degli incentivi fiscali: la riduzione degli sgravi ha spinto molte aziende a ridurre i costi, talvolta facendo ricorso a forme di occupazione non regolare. La persistenza del lavoro nero nel settore edile non è un fenomeno nuovo, ma l’accelerazione degli ultimi mesi solleva interrogativi sulla necessità di misure di controllo più efficaci e di politiche capaci di garantire stabilità e trasparenza.

Un settore che invecchia: il nodo della forza lavoro

Un altro elemento di criticità è la composizione anagrafica degli occupati. Negli ultimi anni, il settore delle costruzioni ha perso il suo appeal tra i giovani, con una forza lavoro che tende a invecchiare. Il ricambio generazionale è sempre più difficile, complicato sia dalle condizioni di lavoro percepite come dure, sia dalla scarsa attrattività economica rispetto ad altri settori.

Questa dinamica rischia di creare problemi nel medio-lungo termine: senza un adeguato ingresso di nuove generazioni di lavoratori, il settore potrebbe trovarsi in difficoltà nel rispondere alle esigenze del mercato. Per invertire questa tendenza, servono politiche mirate di formazione, incentivi per l’assunzione dei giovani e una valorizzazione del lavoro in edilizia, con salari e condizioni contrattuali più competitivi.

Una ripresa fragile e la necessità di riforme
Il settore delle costruzioni ha dimostrato di essere estremamente reattivo alle politiche economiche e agli incentivi, ma rimane esposto a problemi strutturali che ne limitano la sostenibilità nel lungo periodo. La crescita registrata nel secondo trimestre del 2024 è certamente un segnale positivo, ma senza riforme concrete il comparto rischia di oscillare tra espansioni e crisi cicliche, senza mai consolidare un modello stabile.

La lotta al lavoro sommerso, il rinnovamento generazionale e la creazione di un sistema di incentivi meno soggetto a scadenze e più strutturato dovrebbero essere le priorità per garantire un futuro solido alle costruzioni in Italia.

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