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Cooperative, oltre 2 miliardi di investimenti nella sostenibilità

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Cooperative, oltre 2 miliardi di investimenti nella sostenibilità

Le cooperative italiane stanno aumentando gli investimenti legati alla sostenibilità, ma continuano a scontare il peso crescente degli oneri amministrativi. È quanto emerge dal focus diffuso dal Centro Studi Confcooperative in occasione della quinta Giornata della Sostenibilità Cooperativa.

Cooperative, oltre 2 miliardi di investimenti nella sostenibilità

Nel corso dell’ultimo anno il sistema ha investito oltre 2 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% rispetto all’anno precedente. Parallelamente, tuttavia, la spesa per la burocrazia è salita a 460 milioni, il 28% in più in dodici mesi.

Gardini: «È come accelerare col freno a mano tirato»
Aprendo i lavori, il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini (nella foto) ha sintetizzato il quadro con una metafora: «La burocrazia rischia di frenare questa naturale propensione all’innovazione. È come tirare il freno a mano mentre si accelera verso il futuro». Il dato riportato dall’associazione è significativo: quasi un euro ogni quattro destinato allo sviluppo sostenibile viene eroso da obblighi amministrativi e procedurali, con un impatto che rallenta l’effettiva messa a terra dei progetti.

Sostenibilità come leva competitiva
Confcooperative insiste sull’aspetto industriale, prima ancora che reputazionale, della transizione verde. «Quelli sulla sostenibilità non sono costi ma investimenti», ha ribadito Gardini, «perché rafforzano la competitività delle nostre imprese coniugando risultati economici, promozione sociale e rispetto per l’ambiente». L’orientamento è riconoscibile anche nei dati qualitativi diffusi durante la giornata: quasi l’88,4% delle cooperative – il 4% in più rispetto all’anno precedente – ha adottato misure strutturate legate al risparmio energetico, all’uso di materiali a basso impatto e alla formazione del personale.

Dove nasce l’attrito: norme e tempi di approvazione
Il punto critico rimane la frammentazione regolatoria. La proliferazione di adempimenti, controlli multipli e autorizzazioni sovrapposte determina un allungamento dei tempi e un aumento dei costi indiretti, soprattutto per le cooperative di dimensione media, che dispongono di strutture amministrative più ridotte rispetto alle società tradizionali. Confcooperative rileva che il fenomeno ha assunto un carattere strutturale: ogni nuova misura di incentivo è accompagnata da procedure spesso complesse, che riducono la tempestività dell’investimento.

Un settore che già anticipa la transizione

Il focus evidenzia inoltre che l’interesse per la sostenibilità non deriva unicamente dagli obblighi normativi, ma da una strategia di posizionamento nel medio periodo. Il sistema cooperativo, per sua natura radicato territorialmente, sta interpretando la transizione come un processo di competitività di lungo raggio: ridurre consumi, qualificare i servizi, rendere più solide le catene di fornitura. È questa componente anticipatrice a rendere ancora più critico il peso amministrativo: il sistema investe prima e più della media, ma incontra barriere che rallentano il ritorno.

La richiesta: norme più snelle per accelerare gli investimenti
Secondo il rapporto, quattro cooperatori su dieci chiedono un alleggerimento delle procedure per favorire un ciclo di investimento più rapido. La posizione non è quella di una riduzione dei controlli, ma di una semplificazione che consenta a progetti già finanziati di entrare prima in fase operativa. L’obiettivo dichiarato è quello di riallineare ambizione economica e capacità amministrativa, soprattutto in vista dell’utilizzo pieno dei fondi collegati alla transizione verde.

Riconoscimenti alle esperienze più avanzate
La Giornata della Sostenibilità Cooperativa premierà anche quest’anno 18 cooperative che si sono distinte per modelli di sviluppo sostenibile applicato. L’iniziativa è parte della strategia di Confcooperative per valorizzare esempi replicabili e ridurre il divario tra imprese “avanzate” e imprese “intenzionate ma rallentate”. L’idea è rafforzare l’effetto dimostrativo, rendendo evidente che la transizione ambientale e quella organizzativa coincidono.

La fotografia scattata da Confcooperative mostra un comparto che sta già investendo nella transizione e che chiede, oggi più che in passato, che la velocità normativa non resti il principale ostacolo. Se il 2024 è stato l’anno della crescita degli investimenti, il 2025 rischia di essere l’anno in cui si misurerà quanto l’ambiente regolatorio italiano è in grado – o meno – di accompagnarli.

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